Dai Queen a Downey Jr, 10 ospiti speciali ospiti del mio Bacco a Berlino
«Ben presto Bacco, il mio ristorante, divenne un punto di riferimento per le celebrità che passavano per Berlino»
Massimo Mannozzi è una delle personalità più importanti della comunità italiana di Berlino. Cavaliere del lavoro della Repubblica tedesca, era proprietario del Bacco, ristorante sui cui tavoli si sono sedute centinaia di celebrità. Abbiamo avuto la fortuna di trascorre un pomeriggio con Mannozzi che ci ha raccontato gli aneddoti dei suoi incontri con rockstar, stelle del cinema e personaggi della politica internazionale.
I 10 incontri più importanti più uno (che però rimane avvolto nel mistero)
«I Queen sono venuti due volte al Bacco, nel 1982 e nel 1986. Questa foto risale alla loro seconda visita, erano accompagnati da quattro guardie del corpo e da un medico personale. Mi ricordo che, ogni volta che uno di loro doveva andare in bagno, veniva accompagnato da un bodyguard per evitare che potessero farsi male. Quella volta, come si vede dalla foto, avevo anche invitato una transessuale brasiliana per animare la serata. Finita la cena Mercury e May mi hanno chiesto se potevano avere una stanza privata per poter suonare e potei godermi un concerto privato dei Queen».
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«Mi ricordo molto bene quando Pelè è venuto al Bacco. Era il giorno del mio compleanno, il 14 marzo del 2005. Ovviamente non lo sapeva, ma quando glielo dissi prese una candela e cantò ‘Happy Birthday’. Non capita tutti i giorni che il più grande calciatore di tutti i tempi ti faccia gli auguri di compleanno».
«Alberto Sordi venne al Bacco verso la fine degli anni ’80, credo fosse il 1988 o il 1989, con sua sorella. Ho potuto essere testimone della sua famosa tirchieria, per tutta la settimana. E’ venuto a mangiare al ristorante perché sapeva che era tutto gratis. Un giorno siamo andati insieme al Kadewe, ha speso 17,40 marchi per comprare würstel e crauti, voleva organizzare un party alla tedesca una volta arrivato in Italia. ‘Alberto, mi sembra sia poco il cibo che hai comprato’ gli dissi. Lui mi rispose ‘Non preoccuparti, Massimo, ho anche un sacco di roba in congelatore’».
«Romy Schneider veniva spesso al Bacco, molte volte la riaccompagnavo a casa. Nel periodo in cui frequentava Bruno Ganz capitava che mi chiamassero alle due di notte per chiedermi di aprire il ristorante e preparargli una spaghettata. Una volta venne a mangiare con sua figlia che aveva più o meno dieci anni. Non era una bambina molto allegra, non rideva mai, cominciai a fargli dei giochi di prestigio e lei sorrise. Romy mi ringraziò perché aveva visto ridere la figlia per la prima volta».
«Uno degli incontri che ricordo con più piacere è stato quello con Francesco Cossiga. Era una persona di una gentilezza e di una classe che pochi politici hanno. Venne al Bacco quando era Presidente della Repubblica, nel 1990 insieme a 50 persone. La cosa che mi colpì era il fatto che, per quasi tutta la sera, era preoccupato che gli autisti e gli uomini della scorta avessero mangiato. Dopo un paio d’anni andai al Quirinale con altri 400 ristoratori e Cossiga salutò tutti. Rimasi stupito dal fatto che, quando mi strinse la mano, mi chiese se mi ricordavo che era stato ospite al mio ristorante. Non è stato l’unico uomo politico a venire al Bacco. Helmut Kohl venne nel 1990, il giorno prima di Cossiga. Ordinò un piatto di fritto misto, gli consigliai di prendere una grigliata di pesce perché, vista l’ora, era un piatto più leggero e lui ascoltò il mio consiglio».
«Adriano Celentano venne a cenare una sera del 1974. Era una persona molto alla mano e, dopo cena, andammo insieme in una discoteca di Fasaner Strasse. Venne vestito con un pellicciotto e il presidente dell’associazione dei pellicciai italiani, molti anni più tardi, vide questa foto e mi offrì 5 milioni di lire per averla. Voleva usarla per accusare Celentano che, all’epoca, era molto attivo in cause ambientaliste, tra cui la lotta contro le pellicce. Io, ovviamente, non ho voluto vendergliela».
«L’amicizia con Riccardo Muti è continuata negli anni. Nel 1973 venne a Berlino per suonare alla Philarmonie, ma persero la sua valigia in aeroporto. Il concerto era la sera stessa e lui non aveva il vestito adatto per suonare. Girammo tutta Berlino alla ricerca di uno smoking, ma non riuscimmo a trovarlo. Il Maestro decise quindi di suonare in camicia, senza giacca. Una volta arrivato sul palco fece togliere la giacca anche a tutti i musicisti dell’orchestra. Durante un’altra visita, andò a Berlino Est con il pianista Maurizio Pollini. Non so cosa sia successo durante la gita, ma quando ritornarono litigarono e non si parlarono per quarant’anni. Probabilmente il battibecco era nato per questioni ‘politiche’, Pollini era infatti notoriamente comunista mentre Muti era democristiano».
«Roberto Benigni è stato mio ospite poco dopo aver vinto l’Oscar per La Vita è Bella. Durante la cena, con la sala gremita di critici cinematografici, Benigni improvvisò uno spettacolo in piedi sulle sedie. Mi ricordo che anche Rod Stewart fece lo stesso, prese la chitarra e cantò un paio di canzoni per i clienti del Bacco».
«Dovetti rincorrere Robert Downey Junior fino alla macchina per farmi firmare il libro degli ospiti del ristorante. Quando mi aprì la portiera non posso dire che fosse in ottima forma. Era il periodo più buio della sua carriera, ma lo ricordo come una persona molto educata nonostante tutto».
Ci sarebbe il tempo per il racconto di un altro importante incontro: quello con Nureyev. Il Mannozzi ci pensa un attimo «ma forse questo è meglio non raccontarlo». Purtroppo rimarremo con la morbosa curiosità di cosa possa aver combinato il famoso ballerino russo sui tavoli del Bacco…
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Tutte le immagini sono state gentilmente fornite dalla collezione privata di Massimo Mannozzi