La mafia siciliana è così dentro l’edilizia tedesca che ora in Germania esiste il termine Baumafia
La Germania sempre più meta attraente per la mafia siciliana.
È quanto emerge dalla recente relazione della Direzione Investigativa Antimafia sulle attività di Cosa Nostra su tutto il territorio italiano e straniero. Andando a isolare il dato sulla Germania, dalla relazione della DIA risulta chiaro come le cellule mafiose siciliane, ora più che mai, siano propense ad investire nel settore edile tedesco. “La Questura di Colonia è da anni impegnata nelle indagini che coinvolgono la cosiddetta mafia dell’edilizia, che trova origine nelle provincie di Enna, Caltanissetta e Agrigento”. Ne è partita un’inchiesta che coinvolge italiani già segnalati dalla DIA alle autorità tedesche per reati come evasione fiscale e violazione dei diritti dei lavoratori. Tra i diversi clan spicca, in negativo, quello di Agrigento. Come infatti si legge: “Le cellule mafiose agrigentine sono maggiormente concentrate nella parte meridionale ed occidentale del Paese, soprattutto nella regione della Renania Settentrionale Vestfalia, in Baviera e nello stato Baden- Württemberg”.
Dallo spaccio di stupefacenti alla conquista dell’edilizia tedesca
La fiorente economia tedesca e la vicinanza geografica ha fin dagli anni ottanta attratto l’interesse di varie cosche mafiose siciliane. All’epoca furono le famiglie del mandamento di Niscemi, tramite i cosiddetti reggenti, a sondare il terreno trent’anni fa, al fine di mantenere un solido rapporto con i clan già presenti sul suolo tedesco, una storia analoga a quanto si vedeva nel film Una vita tranquilla con Toni Servillo (2010) e parzialmente nella serie Gomorra.. Se dapprima le attività mafiose erano legate esclusivamente allo spaccio di stupefacenti e a rapine, «l’escalation criminale si è progressivamemente caratterizzata per la capacità di infiltrare il sistema produttivo ed imprenditoriale, attraverso l’acquisizione di ristoranti e pizzerie, sovente utilizzati come base per lo stoccaggio degli stupefacenti», come viene affermato nella relazione. L’ultima fase di infiltrazioni, per l’appunto, nell’edilizia tanto che per riferircisi velocemente è stato coniato circa 10 anni fa il termine Baumafia (Bau in tedesco significa costruzione). Sia chiaro non tutta la cosiddetta Baumafia è siciliana, ma il richiamo all’Italia è diretto e si posa su dati concreti come sottolineato dall’inchiesta di Colonia.
Come avviene la truffa della Baumafia
Stando a quanto afferma il Post, «un mafioso usa delle società di facciata per prendere dei lavori che in realtà non svolge; dopo avere incassato il compenso per il lavoro, la società lo ridà indietro tenendosi una percentuale dell’8 per cento, che viene poi usata per pagare i complici o per corrompere funzionari dell’amministrazione pubblica.» Una struttura praticamente identica a quella applicata in Italia.
Ad oggi, in Germania non esiste una legge antimafia
Mentre in Italia il reato di associazione a delinquere di tipo mafioso è stato introdotto nel 1982, in Germania fu la strage di Duisburg nel 2007 (un regolamento di conti fra clan mafiosi in cui morirono sei persone) a catturare l’attenzione dei media sulla presenza della mafia in Germania. Le autorità tedesche si trovano quindi senza mezzi per circoscrivere e punire le attività illegali dei clan mafiosi. La polizia tedesca riscontra infatti innumerevoli difficoltà ad individuare l’origine e l’utilizzo degli utili mafiosi. Secondo le loro stime Nìnegli ultimi 10 anni la mafia avrebbe realizzato circa 123 milioni di euro di profitti di cui solo 8 confiscati. Il resto li finanzia e gli permette di continuare ad espandersi. Per il male della Germania, per il male dell’Italia.
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Foto di copertina: © Gru – CC0