Colonia, vince la candidata sindaco accoltellata sabato perchè pro-rifugiati
Henriette Reker, la candidata sindaco accoltellata sabato a Colonia nei pressi di uno stand informativo, ha vinto le elezioni comunali con il 52,7% delle preferenze. La donna, operata d’urgenza e ancora ricoverata in condizioni serie ma stabili per le ferite riportate al collo, era stata attaccata da un 44enne incensurato di cui le autorità non hanno rivelato il nome e che ha quasi certamente agito per motivazioni xenofobe.
L’uomo, fortemente contrario all’attuale politica tedesca sulla questione migranti, non avrebbe infatti apprezzato la gestione dei rifugiati operata dalla Reker in veste di Assessore agli affari sociali e all’integrazione, posizione ricoperta a partire dal 2010. Attualmente l’attentatore è in custodia presso le autorità e ieri è stato sottoposto a una perizia psichiatrica, che ha confermato la sua capacità di intendere e di volere e dunque la sua imputabilità penale. Su di lui pendono le accuse di tentato omicidio e lesioni aggravate.
La Reker, 58 anni, si era candidata a sindaco di Colonia, una delle città più aperte e tolleranti della Germania, come indipendente appoggiata dalla CDU, l’Unione Cristiano-democratica. Le votazioni si sono tenute ieri in un clima nonostante tutto sereno, accompagnate da una fiaccolata in solidarietà della vittima cui hanno partecipato tutti i candidati alle elezioni, all’insegna dello slogan “je suis Henriette”. Angela Merkel si è detta sgomenta per l’accaduto, mentre il Ministro degli Interni Thomas De Maizière ha definito l’attacco “terribile e codardo”.
La Germania, poco abituata nella sua storia recente agli attentati di natura politica (uno dei più gravi è stato quello che nel 1990 ha costretto il Ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble sulla sedia a rotelle), vive giorni di tensione legati alla difficile coesistenza di accoglienza dei migranti e movimenti xenofobi. Sempre De Maizière, durante la trasmissione della Ard “Bericht aus Berlin”, si è espresso molto duramente sugli organizzatori di Pegida, definendoli “intransigenti estremisti di destra” e “imbonitori” che fanno proseliti con slogan populisti. Intanto oggi il movimento islamofobo, sorto a Dresda e poi diffusosi in tutta la Germania, compie un anno di vita e nella città sassone è prevista una grande manifestazione con decine di migliaia di partecipanti. Le autorità temono possibili scontri tra i sostenitori di Pegida e gli aderenti alle numerose contromanifestazioni preannunciate.
Un ampio gruppo di partiti, sindacati e associazioni, a questo proposito, ha chiamato a raccolta la società civile con il motto “Herz statt Hetze” (cuore anzichè caccia allo straniero), con l’obiettivo di rovinare la festa agli estremisti di destra e di difendere la convivenza democratica. È forse questa, insieme alla vittoria elettorale di Henriette Reker a Colonia, la miglior risposta al crescente clima di intolleranza che sta avvelenando la Germania
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