Che fine ha fatto il Muro di Berlino? Ecco dove ritrovarlo in giro per il mondo
Nonostante i 25 anni trascorsi dalla riunificazione, la presenza del Muro di Berlino si fa tuttora prepotentemente sentire. Ma che fine ha fatto il Mauer?
Alcuni blocchi si trovano ancora nella loro città natale, alla Nordbahnhof per esempio, dove è stato allestito un memoriale open-air per commemorare le vittime della Germania divisa, oppure nel cortile del Märkisches Museum, situato Am Köllnischen Park, dov’è possibile ammirare tre parti del muro ricoperte dai graffiti originali.
Tuttavia, la parte piú lunga e meglio conservata di Muro è stata trasformata in una galleria d´arte a cielo aperto, chiamata appunto East Side Gallery. Il percorso si estende per 1,3 Km, lungo un eclettico susseguirsi di graffiti sul tema della divisone della nazione tedesca e della seguente Wende, iniziata quel famoso 9 Novembre del 1989.
Da quel momento in poi la città si è mobilitata con ogni mezzo al fine di rimuovere l’ultimo baluardo di quel periodo buio della storia della Germania, anche con martello e scalpello: i più furbi staccavano i pezzi per poi rivenderli a caro prezzo ai malcapitati turisti curiosi. Gran parte delle macerie furono riciclate come materiale da costruzione per edificare nuove strade, tuttavia, esistono ancora ulteriori blocchi di quello che era il simbolo della dittatura sovietica, sparsi in giro per il mondo, a testimonianza di quanto in là può spingersi la follia umana.
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Una parte del Muro di Berlino si trova ad esempio all’interno della lobby di una compagnia argentina, la Editorial Perfil, (nella foto che accompagna l’articolo la lobby in questione) con sede a Buenos Aires, che ha acquistato 20 segmenti del muro nel 1991 per il particolare significato di libertà che porta con sé.
Un´altra parte di muro è stata trasferita nel villaggio di Schengen, in Lussemburgo dove tra il 1985 e il 1995 è stato preparato un trattato inerente al controllo sulle persone vigente nell´U. E. e che permette ai viaggiatori di spostarsi liberamente all´interno dei confini europei. Questo non era possibile durante il periodo buio della DDR, in cui non si poteva passare dall´altra parte del Muro a meno che non si fosse in possesso di un particolare permesso. Il segmento di muro conservato in Lussemburgo vuole proprio simboleggiare l´attuale assenza di confini.
Anche se vi trovate a Madrid, passeggiando per il Parque Europa potete incappare ancora nel Muro, affiancato da un modello in miniatura della Porta di Brandeburgo, simbolo della città per secoli e, dopo l’edificazione del Muro, anche della sua divisione.
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Nel 2005 Berlino ha finanziato un progetto nella capitale coreana di Seoul, in cui sono stati riposti alcuni blocchi di Muro, da una parte ravvivati dai graffiti e dall’altra completamente bianchi. L’iniziativa ha come obiettivo quello di supportare la campagna per la riunificazione della penisola coreana.
L’Italia si è aggiudicata un solo pezzo del Muro di Berlino. Nel 1990 Marco Piccinini, ex direttore sportivo della Ferrari, ne vinse una porzione durante un’asta a Montecarlo e decise di regalarlo quattro anni dopo al Papa e alla Città del Vaticano, dove si trova tuttora, conservato in uno dei giardini.
Un altro singolare luogo in cui trovarlo è l‘Hilton Anatole di Dallas, che ospita, oltre agli avventori dell´Hotel, anche un´importante collezione d´arte di cui fa parte un segmento di Berliner Mauer dipinto dall´artista tedesco Jurgen Grosse nel 1990.
Gli U.S.A. hanno ricevuto numerose porzioni del Muro di Berlino, a probabile ricordo dell´importante ruolo che svolsero nel periodo della Guerra Fredda. Oltre al segmento conservato all´Hilton di Dallas se ne trovano infatti altri anche a Chicago, New York, Los Angeles e Las Vegas.
La parte di Muro più lunga degli Stati Uniti se la aggiudica Los Angeles. I 25 blocchi di cemento si ergono di fronte al Variety Building, sul Wilshire Boulevard della Cittá degli Angeli. I graffiti, presenti su 4 dei blocchi, sono quelli originali dell”epoca, inclusa l’opera di uno street artist conosciuto come Bimer, che ha rappresentato un orso di colore verde.
The Wende Museum a Los Angeles, un istituto di ricerca ed educazione che conserva reperti risalenti al periodo della Guerra Fredda, ha trasportato questa parte di muro dalla Germania fino agli Stati Uniti per il progetto „The Wall“, al fine di commemorare il ventesimo anniversario della caduta del Muro.
Parte dell´amato/odiato Muro si trova in un casinò di Las Vegas, precisamente il Main Street Station Casino, Brewery and Hotel. Badate bene, non vedrete una stele di cemento campeggiare in mezzo a slotmachine e tavoli da black jack. Il cimelio si trova infatti all´interno delle toilette maschili del casinò, in cui è presente da ben 20 anni. Tre orinatoi sono infatti montati a ridosso della parete costituita proprio dal muro, protetto da un vetro. Non è ben chiara la modalità con cui sia giunto fin qui, ma secondo l’organizzazione che dirige il casino, il muro era già presente nella proprietà, appartenuta precedentemente ad un’altra associazione.
Il portavoce della compagnia ha dichiarato che le toilette sono la maggior attrazione turistica del casino. Che dire, idea geniale o cattivo gusto? Io sono più propensa a optare per la seconda ipotesi, ma ognuno ha il proprio parere…
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