Berlino, startup diventano aziende di successo. Ecco perché qui vale la pena investire
Ogni venti minuti nasce a Berlino una nuova startup. A sostenerlo è uno studio dell’agenzia svizzera di consulenza aziendale Gründen, Il dato conferma la città come meta internazionale per chi vuole trasformarsi in imprenditore. È così già da alcuni anni, di Berlino capitale delle startup si parla ormai da parecchio. Burocrazia semplice, bassi prezzi degli affitti (appartamenti o uffici che siano) , contenuto costo del lavoro: investire qui non era, e tuttora non è, dispendioso come altrove. Se si hanno un po’ di soldi da parte, si può fallire senza – forse – compromettere la propria vita. È così che sono nate (e morte) tante piccole aziende. Ora però sembra sia arrivato il momento della svolta. Alcune di quelle startup nate negli ultimi cinque/dieci anni sono ora aziende di successo. Sono il fiore all’occhiello di Berlino, il silmbolo di una città capace finalmente di mostrare risultati concreti e non solo enorme potenziale.
Secondo il The Guardian il contesto culturale, la sensazione di sentirsi in un luogo in cui è possibile provare a perseguire sogni imprenditoriali altrove troppo dispendiosi, uniti al supporto dello stato tedesco e dell’amministrazione berlinese (attrarre capitali è un business e la Germania lo sa bene) hanno permesso alla città di diventare uno dei più grandi hotspot internazionali per le realtà economiche giovani e innovative. Ma quello delle start-up non è un orizzonte fine a se stesso: questi “retrobottega” della creatività vengono sempre più spesso affiancati a un’immagine di serietà, professionalità e crescita esponenziale.
Come conferma l’analisi di The Entrepeneur i casi di successo sono molti. 6Wunderkinder, ResearchGate, Number26 e Delivery Hero sono solo alcuni di questi. Zalando, la società di e-commerce per l’abbigliamento fondata a Berlino nel 2008, oggi conta circa 15 milioni di clienti e 9000 dipendenti. SoundCloud è una delle piattaforme di ascolto di musica in streaming più utilizzate al mondo mentre HelloFresh sta diffondendo la cultura diar arrivare la cena a casa con un semplice click. Più recente è il successo di EyeEm, applicazione di condivisione foto che connette fotografi amatoriali con potenziali acquirenti. Fondata nel 2010, l’azienda ha raccolto circa 13 milioni di fotografi e accresciuto progressivamente il suo fatturato. «Abbiamo iniziato come start-up, ci siamo divertiti a creare una comunità di fotografi. Ora stiamo facendo i conti con entrate via via maggiori, che non arrivano solo dagli investimenti che abbiamo saputo fare, ma anche da una strategia aziendale che sta andando dalla parte giusta». L’azienda, con sede nel quartiere Kreuzberg, conta ora 80 dipendenti e si prepara ad aprire prossimamente una sede a New York e a San Francisco.
Secondo Nikols Woischnik, co-fondatore di diverse aziende fra cui Ahoy! e il Tech Open Air festival (conferenza annuale di musica live e arte), Berlino sta diventano sempre più professionale, un luogo in cui le aziende di respiro internazionale spostano le proprie sedi e quelle minori hanno la possibilità di diventare vere e proprie realtà di spessore. E, sebbene il panorama delle start-up non sia esteso come quello di Londra, a Berlino ha toccato i 2,2 miliardi (in capitale di rischio) contro gli 1,5 di Londra, un dato che si rafforza considerando un flusso di investitori in costante crescita. Se ne è accorto anche l’Earlybird Venture Capital, il fondo d’investimento che ha scelto di trasferire i propri uffici da Amburgo a Berlino nel 2012. «Nessun altro luogo può essere paragonato a Berlino in termini di possibilità di crescita. La domanda è stata: vogliamo farne parte o continuare a restare al margine?», dice Ciaràn O’Leary, partner della Earlybird. «Ora abbiamo tutti gli ingredienti: capitale, imprenditori competenti, persone con grande espeienza e un talento riconosciuto a livello internazionale che si è radicato», riprende Woischnik. Nei prossimi 20-30 anni non è difficile immaginare una Berlino pronta a sfoggiare un suo peculiare DNA economico, destinato ad assomigliare sempre di più alla prospettiva di New York. Prediligendo la cooperazione alla competizione e uno spiccato gusto estetico legato alla cultura e alla moda, la scena berlinese si distaccherà invece radicalmente da quella della Silicon Valley: accomunati dallo stesso obiettivo di crescita e sviluppo, cambiano però i parametri con cui Berlino vi si sta approcciando.
Le officine della creatività stanno per abbandonare ufficialmente gli scantinati e per approdare in uffici di tendenza, dove i sogni strariperanno dai cassetti e si emanciperanno dall’hype berlinese, elemento che per molti è stato il fattore determinante di successo per molte delle nuove aziende, e che invece ora va a perdere la rilevanza di un tempo. Camminando sulle proprie gambe e rafforzandosi a ogni passo avanti, le start-up berlinesi rischiano di diventare presto una minaccia concreta per la concorrenza internazionale: Berlino, insomma, sta abbandonando la sua fisionomia “adolescenziale” e virando verso un profilo decisamente più maturo e professionale.
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