Enrico Olivanti: «In Germania tre album e docente all’Università di Dresda grazie a una lezione dimostrativa»

A tu per tu con Enrico Olivanti, musicista in procinto di pubblicare il terzo album e ormai anche docente all’Università della Musica

«Nell’ottobre 2020 sono divenuto Docente alla Hochschule für Musik Carl Maria von Weber, l’Università della Musica di Dresda, semplicemente presentando una candidatura per un posto vacante e facendo una lezione dimostrativa di fronte a docenti e studenti dell’istituto. Ora insegno Armonia Jazz, Ear Training e Arrangiamento, ma ho tempo anche per comporre, pubblicare e suonare davanti al pubblico. Il 7 ottobre esce il mio terzo album mentre il 30 settembre e il 4 ottobre sarò in concerto rispettivamente a Berlino e Dresda. Insomma, sto riuscendo a seguire una carriera che forse in Italia non sarei riuscito, soprattutto se parliamo della parte accademica, dove c’è un sistema decisamente più vecchio e malfunzionante e ancora tanto da fare».

Enrico Olivanti, classe 1988, a livello professionale, rappresenta due tipi di italiani trasferitisi in Germania: il musicista e l’insegnante. Nel suo caso il secondo ruolo, tanto più per uno che ha iniziato a studiare tedesco solo nel 2010 (cinque anni prima di trasferirsi a Berlino), è un caso più originale, anche se sempre meno raro.

L’importanza della musica nel sistema Germania vista da parte delle istituzioni

«Sicuramente la musica è vista in  maniera molto più seria e integrata con la crescita generale dello studente o del bambino. Purtroppo anche la Germania conosce lo stato di crisi del sistema educativo per il quale è sempre più difficile trovare insegnanti  – anche di Musica –  che insegnino nelle scuole pubbliche, colpa anche dei salari non attraenti e della mole di lavoro non retribuito, in particolare modo nei Länder dell’Est.

La vera forza musicale della Germania risiede però nel ruolo che la Musica ricopre nella società e nella cultura tedesca: un ruolo quasi più spirituale che artistico, un momento di unità e di collettività nel quale si ritrovano un certo modo di vivere la società e perché no, un sottile misticismo.»

L’importanza della musica nel sistema Germania vista da parte dei giovani

«I giovani risentono certamente dell’influenza culturale circostante. Non va dimenticato però come il nostro Tempo sia segnato da una serie di interrogativi riguardo il futuro che interpellano in prima istanza proprio i giovani. Proprio loro si trovano da una parte una chiara offerta di tradizione, dall’altra il bisogno di modellare dei valori nuovi per affrontare le sfide del nostro tempo: dal cambiamento climatico, le pandemie, i flussi migratori, il continuo e inesorabile inasprirsi della precarizzazione del mondo del lavoro, ahimè anche in Germania, alle sfide e le opportunità della digitalizzazione, il declino dell’Occidente in quanto attore privilegiato nel consesso mondiale e il confronto conseguente con generazioni di coetanei provenienti da altri continenti e culture fino a pochi decenni fa escluse, purtroppo, da qualsiasi dialogo alla pari con il cosiddetto “Primo mondo” a guida euro-statunitense.
Questo panorama porta alla necessità, anche in Germania, di sistemi educativi aggiornati che siano in grado di andare incontro ai bisogni non solo materiali ma direi proprio dell’Anima dei giovani che si affacciano al Mondo del pieno 21esimo secolo.»

Da Ciampino alla Germania: prima Berlino e poi Dresda

«Il mio rapporto con la Germania ha una storia lunga legata a molteplici passioni ed interessi. Quando ho iniziato a studiare tedesco vivevo ancora a Ciampino, vicino Roma. Ho sempre suonato, fin da bambino e a livello musicale vedevo in questo paese il sunto di tutto ciò che è complementare – per citare Lucio Battisti –  alla mia Anima latina e cioè il rigore formale che caratterizza tanto il sinonimo classico e romantico quanto le avanguardie novecentesche fino alla musica elettronica colta. Nel 2015 mi sono trasferito a Berlino per abbracciare questa fascinazione. Ho sempre vissuto, e in seguito lavorato. con la musica, sia prima che dopo il trasferimento. Arrivato qui non è cambiato. Del resto faccio concerti da quando ho 16 anni e lezioni da quando ho 17, alla Forum Musica di Ciampino. Una volta è arrivata quasi a sorpresa una Borsa del DAAD e in seguito un posto per un Master in Composizione alla Hochschule für Musik Carl Maria von Weber di Dresda, che mi ha dato l’opportunità di trasferirmi nella capitale della Sassonia, un importante passo se vedo poi il successivo impiego ottenuto da docente.»

Love letters beneath the doric tomb, l’album jazz ed elettronico di Enrico Olivanti

Il nuovo album di Enrico Olivanti si intitola Love letters beneath the doric tomb ed è pubblicato dalla berlinese grazie X Jazz! Music/Contemplate: «Vedo il Jazz più come una filosofia che come un genere, uno stile che attraverso la sua pratica mi insegna da una parte a essere parte del flusso del momento, dall’altra a restare cosciente della tradizione che mi plasma e mi ha plasmato gettando ponti verso tutto ciò che è “altro”. L’album è un viaggio in un tempo, il nostro, pieno di interrogativi, incertezze ma anche sogni ad occhi aperti nonostante l’incertezza e, talvolta l’angoscia. Mi piace pensare al lavoro come a una raccolta di istantanee sonore provenienti da mondi diversi che fanno tutti capo al desiderio di raccontare e tramandare la sostanza di questa fase della mia vita individuale e della nostra collettività.

È rivolto a tutti, specialmente a chi è alla ricerca di un senso da trovare in quella che forse è l’ultima delle utopie a noi rimaste, quella della relazione con noi stessi, fra esseri umani e con il cosmo che ci circonda a più livelli. La prima nota l’ho concepita nell’estate 2018, ma la lavorazione concreta va da marzo 2020 a dicembre 2021 fra Dresda, Berlino e i dintorni di Roma, dove col co-produttore dell’album Stefano Barone ho avuto la possibilità di rifinire il suono e la produzione finale dell’album.»

Il titolo dell’album

«L’ispirazione che mi ha portato al titolo e al concetto unificante dell’Album, ovvero la Storia di una corrispondenza epistolare fra due amanti segreti e in parte anonimi  – si sanno solo i due nomi propri, Ugo e Letizia –  che negli anni ’20 del secolo scorso ebbero una relazione clandestina interrotta repentinamente nel 1929.

I due si promisero di bruciare l’intero epistolario ma alla fine Ugo deciso di conservarlo in due tubi di piombo e seppellirli accanto a un monumento sulla via Appia Antica, famoso come Sepolcro dorico.

Le lettere furono scoperte per caso durante gli scavi avvenuti a fine ‘900 e da quel giorno sono visitabili nel Museo di Capo di Bove dove è custodito anche l’Archivio Cederna. Proprio lì le scoprii casualmente nell’inverno 2019 e fui colpito dalla potenza di tale gesto, che metaforicamente mi avrebbe poco dopo riportato a delle sensazioni che noi tutti, in fattispecie gli artisti, abbiamo provato con l’arrivo della Pandemia e dell’incertezza che ne conseguì.
Nel momento in cui mi trovai alle prese con una Musica così intima, intensa e sentita ma allo stesso tempo inscritta in un destino così insicuro viste le condizioni esterne mi accorsi di quanto fossi vicino allo stato d’Animo di quest’Uomo alle prese con un sentimento così forte e impossibile allo stesso tempo. La sua reazione al tempo fece i conti con la forza intrinseca di ciò che aveva per le mani, affidandolo all’eternità delle rovine romane.
Credere in quella forza e custodirne il fuoco è forse l’insegnamento più grande che questo anonimo personaggio mi/ci ha lasciato e che spero sia avvertibile nel messaggio dell’album.»

Enrico Olivanti

Berlino dal 2015 a oggi

Spiega Enrico Olivanti: «Dal mio arrivo Berlino non è cambiata nello spirito, ma sì, per quanto riguarda la gentrificazione imperante e riscontrabile soprattutto nella questione alloggi. Le opportunità e gli spazi sono tantissimi. Purtroppo non altrettante sono le risorse finanziarie in una città ancora a salari bassi e con molti disoccupati. Diciamo che la moneta di cui Berlino è ricchissima è certamente il fermento culturale e creativo, che in certe fasi della vita artistica può stare in primo piano.»

Germania per sempre o Italia prima o poi?

«Se le mie esigenze creative ne potessero beneficiare prenderei in considerazione l’idea di tornare in Italia. C’è un gran numero di artisti interessantissimi umanamente e professionalmente coi quali mi piacerebbe collaborare.
In un certo momento della mia vita, quando la mia forse raggiunta maturità potrebbe permetterlo, mi piacerebbe contribuire a creare ulteriori ponti fra l’Italia e altre realtà europee. Vorrei che la mia generazione dia un contributo nel portare avanti il processo per la costruzione di una vera dimensione europea fatta non solo di spread, deficit e istituzioni lontane, bensì di umanità, cultura, senso di appartenenza a un destino comune che da secoli conosce una sola vera lingua comune, la Musica.»

Love letters beneath

di Enrico Olivanti

acquistabile qui: https://orcd.co/loveletters_pre

Prossimi concerti:

Berlino 30.9.2022 Seitenflügel Konzertsaal im Künstlerhof Alt-Lietzow (U Haltestelle Richard Wagner Platz) – Tickets at eventbrite.com

Dresda 4.10.2022 Kukulida – Martin Luther Straße 1

Foto: © Simon Chmel

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