Berlino, Senato decide sulle autorizzazioni per la cannabis
Le associazioni potranno ottenere il permesso di coltivazione della cannabis dopo la decisione del Senato
Finalmente è arrivata una scelta. La situazione cannabis ha preso una svolta a Berlino, dove le aperture dei mesi precedenti avevano segnato invece un caos burocratico fatto di poche linee guida. La supervisione della cannabis viene ora affidata all’Ufficio statale per la salute e gli affari sociali (LaGeSo). Nel prossimo periodo ci si aspetta un aumento dell’organico dell’ufficio statale, così da poter rendere operativa la supervisione sulla cannabis. Il ruolo dell’ente sarà essenziale per regolamentare una zona prettamente grigia della legislazione a Berlino. Mancano ancora delucidazioni su multe e sanzioni qualora venissero violate le leggi vigenti.
Le autorizzazioni rivolte alle associazioni, o club sociali, avranno una validità massima di sette anni. Dopo i primi cinque sarà possibile richiedere l’estensione per la coltivazione di cannabis. Attualmente, le associazioni devono premurarsi di mantenere protezione e sicurezza per i minori. I social club non possono fare pubblicità per sé stessi e vi sono anche limitazioni al numero di iscritti: potranno essere massimo 500. I membri potranno legalmente ricevere un massimo di 25 grammi al giorno e in totale di 50 grammi al mese.
A Novembre sarà approvato un nuovo decreto amministrativo. A Berlino l’intento è quello di decentralizzare la supervisione della cannabis ai vari distretti. Il controllo sulle associazioni che coltivano dovrebbe avvenire una volta all’anno e ci sono già state alcune critiche riguardo a questo tipo di operato. Il distretto di Mitte ha criticato il fatto che mancano informazioni sufficienti riguardo il controllo delle violazioni e il catalogo delle multe. È stata criticata anche la scelta di far monitorare al LaGeSo, considerando le difficoltà organiche e tempistiche che questo causerà all’ufficio statale stesso.
Berlino era l’unico stato federale senza regolamento
Il 1° Aprile ha segnato un giorno importante con la legalizzazione della cannabis a scopo ricreativo, ma la verità è che il processo di legalizzazione richiedeva ancora tanti passaggi. A mesi da quella data, ci sono ancora tanti vuoti e stupisce che una bandiera anti-proibizionismo come quella di Berlino sia rimasta indietro sul regolamento. L’assenza del catalogo multe, delle linee guida che orientino la regolamentazione, lascia in sospeso molti interventi delle forze dell’ordine nei confronti di chi ha violato le sanzioni vigenti. La Polizia di Berlino ha iniziato così a raccogliere e schedare le violazioni, aspettando di capire quanto peso attribuire alle sanzioni nei confronti di chi ha violato la legge. Sono stati dichiarati 41 reati amministrativi per consumo di cannabis nelle zone che prevedevano un divieto di consumo. Altre 32 segnalazioni sono state fatte per infrazioni riguardo il consumo, ma rimarranno pendenti fino a che non ci sarà un aggiornamento del regolamento in fatto di sanzioni.
Nel frattempo anche gli stessi cannabis club hanno lamentato l’assenza di delucidazioni sul precedente regolamento. Mancava chiarezza su molti punti. A quale distretto inviare la documentazione? Sono sorti anche problemi con i luoghi in cui poter coltivare la cannabis: date le limitazioni quali zone scolastiche, le associazioni hanno difficoltà a trovare il giusto posto. Questo porta a uno sdoppiamento dei distretti a cui doversi rivolgere, se quello in cui risiede attualmente l’associazione o quello individuato per la coltivazione.
Cosa prevedeva la legalizzazione della cannabis del 1 Aprile?
Alcuni aggiornamenti delle norme sono ormai assodati. Nel corso degli ultimi mesi sono state mantenute molte costanti, dei capisaldi in un contesto legislativo che presenta ancora delle zone d’ombra. Anche i giornali italiani ne hanno parlato, con il caso della Germania che rappresentava un grande cambiamento nel contesto europeo in relazione alla cannabis. L’autorizzazione ha incluso il consumo a scopo ricreativo nella legislazione. I maggiorenni possono avere con sé fino a 25 grammi e coltivare in casa fino a tre piantine. I cannabis club possono vendere fino a 30 grammi al mese ai membri di età compresa tra i 18 e 21 anni, mentre per le persone sopra i 21 anni la cifra aumenta fino a 50 grammi.
L’obiettivo era quello di combattere il commercio illegale e ridurre il numero di reati legati alla cannabis. La Germania è diventata il terzo stato europeo ad attuare una legalizzazione di questo tipo, seguendo Malta e il Lussemburgo. L’accoglienza interna è stata però negativa, anche a causa dei tanti ritardi e mancanza di regolamenti. A mesi dalla legalizzazione, il 55 percento degli intervistati ritiene la legalizzazione una mossa sbagliata. Quasi un terzo degli intervistati ritiene di aver notato un aumento del consumo nei contesti frequentati quotidianamente. Il numero resta coerente con i sondaggi pre-legalizzazione, dove il 53 percento delle persone aveva attestato di essere contro.
Nell’imperfezione delle nuove leggi, molti si sono invece dimostrati soddisfatti dell’operato. Vasili Franco, portavoce delle politiche sulle droghe nel partito dei Verdi, lamenta solo il grande ritardo nell’attuazione della legge federale. Dalle sue parole evince un sostegno alle procedure di legalizzazione. “Alla fine, ogni grammo distribuito da un’associazione di coltivazione controllata e regolamentata è un grammo in meno sul mercato nero“, dice Franco.
Il Brandeburgo è avanti, ma altri stati federali ritardano
Nel Brandeburgo, l’attuazione della legge è stata regolata da molto tempo. Sono stati nove i casi finora segnalati all’Ufficio statale per la salute e la sicurezza sul lavoro, la protezione dei consumatori e la salute (LAVG). Le segnalazioni, oltre che dalla polizia, arrivano dalle autorità di regolamentazione e dalle procure.
Ora il processo avanza, tra le difficoltà date dalla situazione e dalla gestione incompleta degli enti responsabili. L’occasione è importante e non bisogna sottovalutarne l’importanza nel contesto europeo. Se la Germania e Berlino riuscissero a fare passi avanti, il caso tedesco potrebbe diventare esempio. Le linee guida rimangono però lente e caotiche, ma le delucidazione lentamente arrivano. Non rimane che osservare come evolverà la legalizzazione più all’avanguardia d’Europa: se cadrà nell’impreparazione istituzionale per il passo più lungo della gamba o farà da apripista su un tema più politicizzato che affrontato dalle istituzioni europee, garanti della democrazia.
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