Berlino, polizia blocca bambino di 10 anni che protesta per G*za

Sabato 21 settembre la polizia di Berlino ha inseguito un bambino che stava protestando per G*za. Il gesto ha scatenato una nuova onda di indignazione sui social, alimentando il dibattito sulla critica situazione dei palestinesi

Sul web circola un video in cui la polizia berlinese rincorre un bambino di 10 anni con in mano una bandiera palestinese. Durante l’inseguimento, il bambino mostra visibilmente la sua agitazione, ma la polizia lo blocca e lo trasporta su un auto di servizio. A differenza di quello che si pensa, il bambino risulta non essere arrestato. Riferisce la stampa tedesca che “(è stato) preso in custodia per la sua tutela”. Gli agenti sostengono di averlo fermato perché era rimasto solo in una manifestazione dove “erano stati commessi reati”, tra i quali “danni alla proprietà, lesioni personali e esposizione di simboli di organizzazioni terroristiche”. 

Ci si domanda: come è possibile questa aggressione ad un bambino, la cui unica ‘colpa’ è stata protestare per i diritti legittimi di un popolo?

la Germania vieta le manifestazioni pro – palestina

Una settimana dopo lo scontro Isra*le – Ham*s, ad ottobre 2023, il governo tedesco aveva stabilito il divieto di protesta a favore della Palestina di mostrare le bandiere palestinesi e di indossare la kefiah. Ad oggi, la lotta contro la comunità palestinese continua senza sosta. Sembra evidente che la Germania stia cercando di superare il proprio passato, cambiando però solo il bersaglio delle sue politiche repressive. In un paese che ospita una delle più grandi comunità palestinesi d’Europa, non è permesso protestare contro Isra*le.

I casi di violenza perpetuati dalla polizia berlinese sono sempre più numerosi. A luglio di quest’anno, alcuni attivisti tedeschi hanno preso posizione contro le modalità operative della polizia, focalizzandosi sugli atteggiamenti abusivi nei confronti dei minori in una lettera indirizzata al Ministro dell’Interno e al Capo della Polizia. Le forze dell’ordine ammanettano e portano via con la forza i bambini, spesso non informando subito le famiglia. Anche sabato 21 settembre, hanno avvisato in ritardo il padre del bambino e ha raggiunto il luogo di protesta solo circa un’ora e mezzo dopo l’accaduto.

Tra Islamofobia e Antisemitismo

In Germania coesistono Islamofobia e Antisemitismo. La Germania ha giustamente deciso di non dimenticare l’Olocausto, ma lo fa sulle spalle della comunità palestinese. A partire dal 7 ottobre (Ham*s attacca Isra*le), gli episodi antisemiti nel territorio sono aumentati drasticamente. Tuttavia, il governo tedesco si è esplicitamente schierato a favore dello Stato di Israele e ha allo stesso tempo scoraggiato le proteste palestinesi arrivando a vietarle. Nel Novembre 2023 ha approvato l’esportazione di armi in Israele per oltre 300 milioni di euro, un aumento 10 volte superiore rispetto al 2022. Allo stesso tempo, si stabilisce che per avere la cittadinanza tedesca, è necessario riconoscere l’esistenza dello Stato di Isra*le. Allora, non si combatte solo l’odio contro l’ebreo ma anche l’antisionismo, alimentando l’attacco alla resistenza palestinese e a chiunque difenda i diritti del proprio popolo, bambini compresi.

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Immagine di copertina: Pixabay