Berlino, niente più case vacanza. In arrivo la nuova legge del Comune
A maggio entrerà in vigore a Berlino la legge contro lo Zweckentfremdung von Wohnraum, ovvero contro l’uso non abitativo degli appartamenti. Il provvedimento è meglio noto come “anti case vacanza” e vuole garantire più appartamenti ad uso abitativo sul mercato, meno turisti e affitti più bassi.
La dubbia efficacia. Non esistono informazioni esatte circa il numero di appartamenti-vacanze a Berlino: secondo von Dassel (Bezirkstadtrat für Bürgerdienste in Mitte) ammonterebbero a 17.000, secondo AirBnB, portale leader negli affitti turistici, sarebbero 11.701. Le unità abitative legalmente registrate al Comune di Berlino dal 2013 ammontano a 6.305 e sono le uniche affittabili legalmente. Sono numeri che corrispondono rispettivamente allo 0,6, 0,4 e 0,2% dei quasi 2 milioni di case della città. Hanno dunque un’influenza marginale, se non nulla, sul mercato. Il divieto che sta per entrare in vigore interessa principalmente le zone di Mitte, Kreuzberg-Friedrichshain e Pankow, zone in cui il Mietespiegel, documento del comune che regola il mercato degli affitti, permette già i prezzi più alti della città. Tali prezzi sono da considerarsi in relazione alle nuove costruzioni e ristrutturazioni di lusso operate dalle grandi compagnie immobiliari e appoggiate dalla stessa amministrazione cittadina. Considerate le cifre in gioco ed escludendo quegli appartamenti che rimarranno illegali – o che passeranno all’affitto mensile – questo provvedimento non avrà un effetto né sul costo della casa né, in generale, sui processi di gentrificazione, già molto discussi in città.
Berlino e le catene alberghiere trarranno beneficio. Saranno le catene alberghiere e i 33 nuovi alberghi attualmente in costruzione a Berlino a trarre verosimilmente beneficio dal provvedimento. Grazie alla legge, infatti, in questi progetti confluirà quella parte dei 3,4 milioni di pernottamenti annuali lasciati liberi dalle case vacanza. Ciò garantirà supporto economico e giustificazione sociale per l’edificazione di queste nuove strutture alberghiere. Paradossalmente tale fenomeno si verificherà nelle stesse zone dove il movimento “anti case vacanza” si associa a quello contro i turisti. Ne sono un esempio i quartieri di Mitte e di Friedrichshain, dove sono presenti circa 2.000 case vacanza e verranno costruiti 22 nuove alberghi. Queste nuove strutture sorgeranno a Friedrichshain nell’area del RAW, le ex-officine ferroviarie di Revalerstrasse, e a Mitte al posto dei rimanenti vecchi edifici della DDR su Alexanderplatz. Tutto questo comporterà esborsi milionari in forma di permessi e tasse, di fronte ai quali i proventi di 3,4 milioni di pernottamenti non saranno certo cosa sgradita ai maggiori investitori privati della città.
I vantaggi della politica. Più di tutto questa legge sembra servire agli stessi politici che, eletti nel 2012 con la promessa di arginare la gentrificazione e risolvere il continuo rialzo degli affitti, hanno miseramente fallito. La mancanza di una pianificazione economica e probabilmente di interesse sono alla base de problema, visto quanto l’aumento degli investitori ha portato all’erario. I proprietari delle case vacanza non sono certo privi di colpe, avendo mancato di comunicazione e tatto o agito in barba alle norme condominiali, ma questa legge, definita dal Prof. Sodan della FU Berlin come anticostituzionale e carente dal punto di vista giuridico, li trasforma solo in capri espiatori per l’opinione pubblica, distogliendo l’attenzione verso la vera responsabile: la politica o l’assenza della stessa. Questo il procedimento che ha portato alla formulazione di una legge scritta male e a rischio abrogazione, una legge che entra in vigore 4 mesi prima delle elezioni comunali del settembre 2016, giusto in tempo per godersi i risultati di un provvedimento populista, prima del suo molto probabile annullamento.
Soluzioni alternative. Altre città, come per esempio Barcellona, hanno risolto lo stesso problema imponendo ad AirBnB di affittare solo appartamenti legalmente registrati. Con questa legge a Berlino invece si proibisce l’iniziativa privata sulla proprietà privata, andando a toccare attività quali pensioni, piccoli ostelli e Bed & Breakfast e spegnendo così ogni prospettiva di vero miglioramento sul lungo periodo. Ma forse questo non era nell’interesse di chi le leggi a Berlino le scrive.
Foto di copertina (C) cc 0