Berlin

Berlino liberalizza il mercato degli affitti delle case con Airbnb e altre piattaforme

Dal 1 maggio 2018 i proprietari di abitazioni a Berlino possono affittare la loro prima casa senza limiti di tempo grazie ad una nuova regolamentazione.

Dopo le severe restrizioni introdotte nel 2016, Berlino torna a liberalizzare Airbnb e a riconoscere espressamente l’home sharing. Come riporta Spiegel Online, con il voto del 22 marzo la Camera dei deputati di Berlino ha approvato una modifica alla legge sull’uso non abitativo di un appartamento, una severa legge in vigore dal 2014 che mirava a impedire l’utilizzo commerciale dello spazio abitativo. La nuova modifica apre ai privati che vogliono affittare la propria casa per brevi periodi utilizzando portali come Airbnb o Wimdu. Stando alla modifica, i proprietari privati di abitazioni nella capitale tedesca potranno affittare la loro prima casa senza restrizioni di tempo, a patto che il carattere di “prima casa” non venga intaccato. Alla seconda casa verranno infatti applicate regole differenti. Stando a quanto dichiarato dalla Corte amministrativa di Berlino, l’home sharing non inciderà sul mercato immobiliare della capitale.

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La liberalizzazione dopo le restrizioni del 2016

A Berlino Airbnb aveva subito delle restrizioni nel 2016 che imponevano ai proprietari degli appartamenti di affittare al massimo la metà dello spazio della loro prima casa e di richiedere un permesso all’amministrazione comunale, permesso che veniva difficilmente concesso. Per le infrazioni era prevista una multa di 100.000 €. Le stesse restrizioni erano applicate ad altri portali simili, come per esempio Wimdu.

I provvedimenti a danno dei portali online di case-vacanza erano una reazione all’aumento degli affitti verificatosi negli ultimi anni a Berlino. Si temeva infatti che questi avrebbero potuto influenzare il mercato degli appartamenti locale garantendo più alloggi per i turisti che per i residenti, i quali avrebbero sofferto per i prezzi più alti. Una volta applicata la legge, molti proprietari di alloggi hanno tuttavia tentato di aggirare le restrizioni, anche a fronte della crescente richiesta di abitazioni nella capitale.

Sebbene da diversi anni Airnbnb e gli altri portali di case-vacanze vengano incolpati di inasprire la già critica situazione abitativa della capitale tedesca, secondo la Corte amministrativa di Berlino la liberalizzazione dell’home sharing non si ripercuoterà negativamente sul mercato affittuario della città. Airbnb sottolinea inoltre che il focus del portale rimarrà l’home sharing, ovvero la condivisione temporanea dello spazio abitativo, e non l’affitto a lungo termine.

Chiavi

Chiavi, PhotoMIX-CompanyCC BY-SA 0.0

La nuova regolamentazione

Alexander Schwarz, il direttore di Airbnb Germania, si rallegra della misura: «Siamo felici che Berlino accolga l’idea dell’home sharing migliorando le leggi presenti a favore dei proprietari degli appartamenti che vogliono ospitare i viaggiatori» ha dichiarato Schwarz.

Oltre all’affitto della prima casa da parte di privati senza limiti di tempo, la nuova regolamentazione riguarda anche la possibilità di affittare la seconda casa fino a un massimo di 90 giorni all’anno, una misura questa volta a proteggere lo spazio abitativo per i residenti. In entrambi i casi i proprietari dell’abitazione devono registrarsi al Bürgeramt ed ottenere un permesso, ma la parte burocratica si prospetta nettamente più semplice rispetto a quella vigente finora. Il nuovo provvedimento punta infine a limitare le demolizioni e il mancato utilizzo di abitazioni a fini speculativi.

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Foto di copertina: Berlin, RuedigerCC BY-SA 0.0