Addio agli Uferhallen, splendidi atelier sul canale di Berlino, spazzati via dalla gentrification
Gli Uferhallen, padiglioni espositivi storici di Berlino sono in vendita. Quasi impossibile che rimangano a disposizione di artisti dopo la vendita ai fratelli Samwer.
I fratelli Samwer colpiscono ancora. Conosciuti per aver creato nel 2007 Rocket Internet SE, impresa di servizi internet che possiede o ha partecipazione in moltissime aziende e start- up online tedesche, i tre fratelli si preparano a cambiare anche l’aspetto architettonico e urbanistico della capitale.
Il progetto
Fondatori di compagnie di successo come Jamba! e Zalando, gli Samwer hanno deciso di investire nell’acquisizione dei famosi Uferhallen, celebre area artistica e di esposizione nel quartiere Wedding con gli atelier di ben 50 artisti al momento e punto nevralgico della scena culturale berlinese. Il valore di mercato dello stabilimento, secondo il Berliner Zeitung, ammonta a 30 milioni di euro contro i 27 offerti inizialmente dai fratelli Samwer che hanno concluso la trattativa per un valore non ancora noto.
Catastrofe o occasione imperdibile?
Destinati ad essere utilizzata come rimessa per i cavalli e poi ristrutturati all’inizio del secolo scorso dalla BVG, i padiglioni della Uferhallen sono stati fin’ora impiegati per manifestazioni artistiche, concerti e non solo. Per cui non è una sorpresa che la maggior parte degli artisti che negli ultimi 10 anni hanno aperto studi e atelier in uno degli spazi della Uferhallen siano alla vendita. Secondo Bernhard Kotowski, portavoce della BBK di Berlino (ovvero l’ordine degli artisti) questa iniziativa potrebbe rappresentare una vera a propria «catastrofe», non solo per la zona espositiva stessa, bensì anche per il futuro sviluppo del quartiere di Wedding.
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Paura per il futuro
Anche il Senato sembra essere interessato alla questione, tant’è vero che nei primi mesi del 2017 si è mosso proponendosi come acquirente degli Uferhallen pur di salvare il sito da investitori privati senza riuscirci. Difficile che i nuovi proprietari, assieme al gruppo di investitori che li seguono, vogliano lasciarli a disposizione degli artisti che al momento li amministrano. Più probabile che anche questi – come tanti palazzi a Friedrichshain lungo alla East Side Gallery – si trasformino in uffici per nuove start-up ed aziende. La gentrification berlinese, ovvero quel processo governato da immobiliaristi (ma a volte anche dalla stessa amministrazione comunale) che affittano locali in luoghi poco ambiti a artisti affinché ne rivalutino la zona prima di riprenderne il possesso e vendere il tutto a buon prezzo. colpisce ancora. Le zone di Berlino artistiche e spontanee nate sulla scia degli anni ’90 si contano ormai con il lumicino. La vecchia Berlino sopravviverà alla nuova?
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Photo: © wolfgang_ganter Uferhallen/ Instagram