A Berlino arrivano i corsi di teatro e canto per i bambini che parlano italiano
A partire da luglio, Berlino Cacio e Pepe Magazine propone due nuove iniziative dedicate al canto ed al teatro, per bambini dai 5 ai 10 anni: Stacciaburatta, laboratorio di esplorazioni sonore, e Mascherarte, laboratorio di commedia dell’arte. Di seguito i programmi, le descrizioni e tutti i contatti necessari per iscriversi e richiedere maggiori informazioni.
STACCIABURATTA – Laboratorio di Esplorazioni Sonore
Stacciaburatta, laboratorio di esplorazioni sonore, tenuto da Elisabetta Lanfredini, propone un percorso di educazione generale al suono e di avvicinamento alla musica e al canto; un momento fortemente collettivo basato sull’esplorazione, l’ascolto e l’interazione.
Il laboratorio è basato su attività essenzialmente pratiche. Si lavorerà sullo sviluppo dell’ascolto, l’esplorazione del suono e di strumenti “reali” con i loro diversi funzionamenti (come la chitarra, le percussioni ecc) e la costruzione di piccoli strumenti “inventati” e prodotti con materiali di riciclo. Contemporaneamente si esplorerà la dimensione vocale attraverso la pratica corale, l’uso della parola e del non-sense e l’improvvisazione.
L’obiettivo del corso è quello di fornire, attraverso il gioco, gli elementi basilari del linguaggio musicale all’interno del percorso educativo e di sviluppare una graduale di presa di coscienza di sé, del gruppo e dei propri mezzi di espressione.
La musica svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’individuo sia per il suo contatto con il piano emozionale che in quanto elemento stimolante per le attitudini espressive e creative; è attraverso il gioco musicale che si stimola l’attenzione, la concentrazione, la capacità intuitiva e la psicomotricità, così come la fantasia e l’immaginazione.
PROGRAMMA
1. L’ascolto. Il suono e il rumore. Il suono melodico, il suono percussivo. Ascoltare la musica e ascoltare ciò che ci circonda. Ascoltare se stessi, ascoltare gli altri. Sentire e ascoltare. L’ascolto e la riproduzione.
2. Gli strumenti / Suonare e costruire. Ascolti e dimostrazioni. Modalità di emissione: la corda, l’aria, la percussione. Costruiamo e inventiamo strumenti nuovi: esplorazione sonora dei materiali. Esperienze di “body percussion”.
3. Improvvisiamo! Forme e colori del suono Pieno e vuoto – il silenzio e il suono. Quando suonare. Forte e piano: dinamica del suono. La musica e la creazione estemporanea attraverso suggestioni e stimolazioni creative. Percepire il suono del gruppo e il proprio ruolo in esso. Giochi di rispecchiamento e collaborazione.
5. La voce e il canto Il suono della voce, esplorazione dell’emissione. I timbri/colori. Le forme: suoni lunghi, brevi alti e bassi. Il suono e lo spazio: sonorizzazione dell’ambiente. Cantare insieme, conoscere e ri-conoscere la nostre voci.
6. Filastrocche, modi di dire e canti. Alla ricerca di piccole melodie “domestiche”. Raccolta di filastrocche, canti, proverbi, ninnananne e melodie infantili (raccolti attraverso un’intervista in famiglia e proposti dall’insegnante). Lavoro sul ritmo delle parole, non-sense e significati, immagini ed evocazioni.
L’INSEGNANTE
Elisabetta Lanfredini è cantante e improvvisatrice. Laureata in Etnomusicologia presso il DAMS di Bologna e al Conservatorio di Musica di Bologna in Canto Jazz e Musiche Improvvisate. Approfondisce la tecnica del canto con due profondi anni di studio di metodologia classica con la cantante Beatrice Sarti (contralto/barocco). Frequenta i corsi di SIENA JAZZ – Accademia Nazionale di Jazz sotto la guida di Fabrizia Barresi. Particolarmente interessata alla musica etnica e popolare studia canto Drupad (India del Nord) con Francesca Cassio e Mantra/Nada Yoga con il Maestro Krishna Das; vive due anni a Istanbul, dove si avvicina alle sonorità musicali del Mediterraneo e dove frequenta lezioni di canto curdo e musica tradizionale turca. Parallelamente all’attività di musicista, si occupa di ricerca etnomusicologica nell’ambito della poesia cantata in Ottava Rima in Toscana e Alto Lazio. www.elisabettalanfredini.com – www.sivocifera.it
QUANDO – Sette incontri, ogni giovedì, a partire dal 16 luglio e sino al 27 agosto, dalle 16.30 alle 18.00. Venerdì 10 luglio, alle ore 16.30, avrà luogo un incontro gratuito per conoscere la docente, approfondire temi e didattica del corso ed eventualmente completare la propria iscrizione. Per partecipare all’incontro è necessario prenotarsi inviando un’email a redazione@berlinocacioepepemagazine.com
DOVE – Presso la redazione di Berlino Cacio e Pepe Magazine, in Gryphiusstr. 23, a Friedrichshain, Berlino
COSTO – 150 Euro. Il corso è a numero chiuso (max 12 iscritti)
INFO – per informazioni, scrivere a redazione@berlinocacioepepemagazine.com
Il bambino, fin dalla prima infanzia, trasforma attraverso il gioco il mondo che lo circonda, inventando personaggi, situazioni, luoghi ed azioni. L’attività teatrale aiuta a sviluppare le competenze relazionali, motorie, percettive, espressive, comunicative e creative del bambino, a scoprire la diversità come potenzialità e ricchezza, ad imparare a cooperare con gli altri.
La Commedia dell’Arte, grazie al gioco delle maschere, alla semplicità dei lazzi e delle situazioni, al profondo radicamento storico e culturale, che si combina con la sempreverde attualità dei contenuti, si rivela il mezzo ideale per avvicinare il bambino in modo giocoso e spontaneo alla cultura italiana e alla recitazione Inoltre, il bambino potrà interiorizzare messaggi positivi, sviluppare nuovi strumenti relazionali, espressivi, affettivi e sociali, che lo aiuteranno a confrontarsi al meglio con i coetanei, i genitori e gli insegnanti e a muoversi nel mondo che lo circonda con maggiore sicurezza e disinvoltura.
Il nostro metodo è totalmente innovativo, fatto di giochi, disegni ed esercizi pratici, dove sono fondamentali il gioco di squadra, la fantasia, il rispetto e l’ascolto reciproco
Prima di tutto… divertirsi!!! Scoprire la cultura italiana coi suoi tanti volti, linguaggi e colori, attraverso una delle forme più tradizionali e divertenti del nostro teatro, mediante un percorso didattico originale che, oltre ad arricchire il patrimonio conoscitivo di ogni bambino, ne stimolerà al tempo stesso la fantasia e la capacità di lavorare in armonia con gli altri. Riscoprire come i “tipi” delle maschere italiane abbiano, oltre ad un’importanza storica e culturale, anche una valenza morale e sociale, che può essere applicata ai nostri comportamenti quotidiani e alle piccole grandi problematiche che il bambino affronta nel confrontarsi con i compagni, i genitori, gli insegnanti. Apprendere come un’arte antica possa rivelarsi più che mai attuale ed utile alla socializzazione, alla creatività, allo sviluppo di nuove abilità fisiche, relazionali ed artistiche.
I bambini saranno sempre al centro del processo creativo. Essi avranno così l’opportunità di vivere il teatro in maniera multiforme, e di acquisire un’ampia gamma di competenze, dall’uso del corpo, della voce e della gestualità, passando per le tecniche d’improvvisazione e di narrazione, fino alla creazione delle maschere e delle scenografie. Tutto questo sarà realizzato nello spirito delle vere compagnie della Commedia dell’Arte, nelle quali gli attori erano anche artigiani che curavano ogni aspetto della rappresentazione e dove il lavoro di squadra era essenziale.
L’insegnamento sarà improntato ad un approccio essenzialmente ludico, mai noioso, fatto di tantissimi giochi ed esercizi pratici.
La recita finale sarà creata intorno ad un canovaccio originale ideato dagli alunni stessi, con la guida delle insegnanti. Collaborando tra di loro, i bambini impareranno anche ad appassionarsi al teatro come strumento di solidarietà e dello stare insieme.
PROGRAMMA
– Prima di tutto, “rompiamo il ghiaccio” con il girotondo della filastrocca, e ci presentiamo con l’aiuto del Palloncino del “Come ti chiami”. Quindi impariamo a muoverci nello spazio rispettando le distanze in modo da non farci male durante i giochi e gli esercizi. Fatto questo, attraverso il gioco delle camminate e successivamente usando disegni e mascherine, impariamo ad interpretare i vari stati d’animo, e poi ad esprimerli, prima senza maschera e poi indossando le mascherine degli animali. Poi, usando gli aggettivi estratti dalla Busta del Sorriso, giochiamo ad indovinare e dire i diversi stati d’animo interpretati a turno da ogni bambino. Durante questo gioco, cominceremo ad avvicinarci alla magia del teatro, diventando attori, personaggi e pubblico.
– Ogni bambino, riprendendo ciò che ha imparato durante l’incontro precedente, indossando la mascherina di un animale, recita la frase della filastrocca, non solo interpretando l’animale che rappresenta, ma anche con un’intenzione di volta in volta differente, secondo lo stato d’animo che verrà di volta in volta indicato. Ora, tutti i bambini recitano la rispettiva frase, uno di seguito all’altro fino ad interpretare tutta la filastrocca. Togliamo le mascherine. Con l’ausilio di disegni ed esempi pratici, scopriamo che ad ogni animale si può abbinare un personaggio della Commedia dell’Arte, che gli assomiglia per movenze e caratteristiche. Ci ripresentiamo con i nomi delle maschere, e attraverso un nuovo gioco e sempre servendoci del paragone con i nostri amici animali, entriamo sempre di più nel personaggio, abbinando ad esso un’azione. Ora che ci siamo calati nei personaggi, reinventiamo la filastrocca, interpretandola come farebbero le maschere più celebri!
– Dopo avere brevemente ripassato la nostra piccola interpretazione con la mascherina, giochiamo a Vestiamo Arlecchino! Attraverso questa divertente attività ludica, con l’ausilio di rombi colorati adesivi contenuti nei Cesti dell’Allegria e di un grande cartellone disegnato, i bambini impareranno il gioco di squadra. Quindi, sulla base della famosa filastrocca di Rodari intitolata “Il vestito di Arlecchino”, allestiamo una vera e propria scenetta della Commedia dell’Arte, resa ancor più divertente dai piccoli lazzi (le improvvisazioni comiche tipiche della Commedia) che i bambini, aiutati e guidati come sempre dalle maestre, dovranno interpretare soprattutto con la mimica e semplicissime brevi battute. In questo modo i bambini si avvicineranno sempre di più al magico mondo del teatro. Alla fine, attraverso il disegno, potranno soffermarsi sui punti più salienti della scenetta e memorizzare ancora meglio ciò che hanno sperimentato ed imparato durante la sua realizzazione.
– Per scaldarci, facciamo di nuovo il girotondo ma questa volta recitando la filastrocca de “Il vestito di Arlecchino”. Ed ecco che entrano in scena di nuovo le maschere! Attraverso un gioco molto divertente in cui verranno utilizzati dei grandi cartelloni raffiguranti l’Italia e delle sagome raffiguranti i personaggi, i bambini impareranno a collocare ogni maschera nella sua città di appartenenza. Non solo. Facciamo la conoscenza anche di piatti e leccornie tipici di ogni regione ed impariamo ad abbinarli ad ogni personaggio, e impariamo a dire che cosa ci piace e che cosa non ci piace mediante un gioco in maschera fatto di piccole e semplici interpretazioni. Ora possiamo disegnare e riprodurre i nostri personaggi con gli elementi tipici regionali che li caratterizzano, metterli a confronto con i nostri gusti e colorarli con la nostra fantasia.
– Riutilizzando le mascherine degli animali che abbiamo conosciuto all’inizio, giochiamo al “Tutti i frutti”. Ad ogni bambino viene abbinato un frutto, che “indosserà” sotto forma di mascherina. Quindi, creiamo una piccola coreografia in cui frutti diversi, di volta in volta, si susseguiranno e si mischieranno. Questo aiuterà i bambini anche ad acquisire ritmo e coordinazione, oltre che ad esercitare l’attenzione e l’ascolto. L’esercizio della memoria, ed al tempo stesso delle proprie capacità espressive, saranno al centro poi del Ruba bandiera delle maschere, una speciale versione del tradizionale gioco del ruba bandiera che tutti conosciamo, in cui all’attenzione e prontezza i bambini dovranno unire l’interpretazione del personaggio, sviluppando in maniera divertente capacità e strumenti che saranno loro utili nella messa in scena della piccola recita finale.
– Con dei grandi disegni creiamo una storia in sequenze e componiamo insieme il canovaccio, ossia gli elementi base della piccola storia che andremo a rappresentare. Attraverso un gioco di narrazione, i disegni prendono vita e le sequenze disegnate si trasformano in piccole scenette, che dapprima verranno solo mimate, poi a poco a poco ai gesti si uniranno delle semplici frasi che accompagneranno le azioni. In questo modo, i bambini stessi diventano, non solo protagonisti, ma anche in qualche modo coautori dello spettacolo, acquisendo una maggiore e più completa comprensione della storia e del messaggio, e creando delle vere e proprie improvvisazioni, proprio come facevano i comici dell’arte
– Ed ora… musica! Tenendoci per mano, balliamo per la prima volta al ritmo della musica che ci accompagnerà durante parte della recita finale. Poi in cerchio, battendo le mani, sempre con la musica, scandiamo tutti insieme le parole del testo che andremo a recitare. Ora, utilizzando le forbici dalla punta arrotondata ed i colori, aiutati dalle maestre, ritagliamo e coloriamo alcuni elementi dei costumi e delle maschere che utilizzeremo per la messa in scena. In questo modo i bambini sono creatori dello spettacolo a trecentosessanta gradi! Ed ora ogni bambino, aiutato da tutti gli altri, inizia ad esercitarsi a dire le prime battute del proprio personaggio.
– Giochiamo alla Campana dei personaggi. Si tratta di una versione speciale del classico gioco della campana. I bambini, con un piede solo o con entrambi a seconda del percorso disegnato, dovranno fare un saltello su tutte le caselle disposte sul pavimento. Per ogni casella, seguendo l’indicazione data dal disegno contenuto in essa, dovranno dire una battuta del proprio personaggio con un’intenzione e quindi un’interpretazione di volta in volta diversa. Poi in cerchio, attraverso il gioco del “Passa la palla!” impariamo a dire tutte di fila le cose che abbiamo imparato.
– La valigia della maschera. Ogni bambino crea, per il proprio personaggio, una valigetta fatta dei disegni che lo rappresentano, disegni del costume che indossa, degli oggetti che usa, delle cose che fa, dei suoi stati d’animo, delle sue qualità e capacità e delle scenette di cui è protagonista. Poi ogni bambino mostra agli altri quello che contiene la sua valigetta, ed usando semplici frasi, aiutato dalle maestre, descrive ciò che ha disegnato e quindi le caratteristiche del proprio personaggio. La valigetta aiuterà il bambino ad avere una visione di insieme di ciò che ha fatto durante tutto il percorso creativo, ludico e didattico che abbiamo affrontato.
– Tutti i bambini, aiutati dalle maestre, creano insieme i disegni che faranno parte della scenografia della recita finale. Ed ora ecco che scopriamo i primi elementi di regia. Attraverso il gioco del palcoscenico immaginario, impariamo le nostre posizioni all’interno della scena, la divisione dei ruoli e la combinazione e la giusta successione delle scenette. Alla fine, attraverso una specialissima versione del gioco dei quattro cantoni, i bambini imparano a coordinarsi tra di loro con velocità e prontezza, interagendo tra di loro nelle vesti dei rispettivi personaggi. Questo porterà i bambini, quasi senza accorgersene, a diventare veramente dei piccoli attori!
LE INSEGNANTI
Deborah De Flammineis è nata a Milano nel 1974. Inizia a recitare poco più che ventenne, dapprima nella compagnia milanese “Noleggio Cammelli”, con i registi Gaetano Sansone e Beppe Scutellà, poi al teatro Olmetto di Milano con il regista Eugenio de Giorgi. Interpreta ruoli principali in opere di Brecht, Lorca e Ionesco. Alla fine degli anni Novanta entra nella compagnia di Dario Fo, neo premio Nobel e comincia a calcare alcuni tra i più importanti palcoscenici di tutta Italia in tournée con “L’anomalo bicefalo”, spettacolo che riscuote grande successo presso la critica ed il pubblico. Inoltre, assiste sia il premio Nobel che Franca Rame nella scrittura e nella regia di alcune loro opere. Nel 2007, vince un’audizione a Londra, per partecipare al musical “Peter Pan”. Nella capitale britannica, dove rimane per quattro anni, è anche aiuto regista al Lion and Unicorn Theatre. Insieme a Laura Salis, con cui fonda Theatris, tiene seminari e workshop sulla Commedia dell’Arte e sul teatro di Dario Fo e Franca Rame, presso scuole ed università, come la Glenthorne High School, il Southend Campus e la Young Persons Theatre Company. Durante la sua esperienza inglese, interpreta anche dei piccoli ruoli cinematografici, nel film della Warner Bros “Scontro tra titani”, con Ralph Finnies e Liam Neeson, e in “A special relationship”, con Dennis Quaid. A Berlino ha interpretato “Arlecchino e la Polenta di Capitan Spaventa”, testo comico sullo stile dell’antica Commedia dell’Arte, scritto ed interpretato con Laura Salis, ed il monologo drammatico “La Prigione”, andato in scena al “Panda Theater”di Berlino, del quale metterà presto in scena una nuova versione riveduta ed ampliata, con musica dal vivo e danza.
Laura Salis è nata a Sassari nel 1976. Dopo essersi laureata in Scienze della Comunicazione all’Università La Sapienza di Roma, trascorre alcuni anni lavorando come giornalista per diverse testate locali del Lazio. Nel 2009 fonda con l’attrice Deborah De Flammineis la “Theatris Production”, ora “Associazione Culturale Theatris”. Con Deborah ideano “Learn Italian with Arlecchino”, un metodo rivoluzionario per insegnare l’italiano attraverso la Commedia dell’Arte, che riscuote grande successo. Insieme scrivono ed interpretano inoltre le commedie “The Boot’s Country” e “Pantalone in Love”.
QUANDO – Otto incontri, ogni martedì, a partire dal 14 luglio e sino al 25 agosto, dalle 16.30 alle 18.00. Venerdì 10 luglio, alle ore 16.30, avrà luogo un incontro gratuito per conoscere la docente, approfondire temi e didattica del corso ed eventualmente completare la propria iscrizione. Per partecipare all’incontro è necessario prenotarsi inviando un’email a redazione@berlinocacioepepemagazine.com