STRANGE!: surrealismi ai tempi della Germania divisa
In mostra alla galleria Scharf-Gerstenberg di Berlino: sogno, follia e critica del reale nella Germania degli anni ’50-’90
Dal 30 maggio al 16 novembre 2025, la collezione Scharf-Gerstenberg di Berlino ospita la mostra STRANGE! Surrealismen 1950–1990, realizzata a partire dalle collezioni della Nationalgalerie. Inaugurata giovedì 29 maggio con un evento gratuito (dalle 16:00 alle 20:00), l’esposizione raccoglie circa sessanta opere di quaranta artisti provenienti sia dalla Germania Est che Ovest, restituendo l’atmosfera al tempo stesso cupa ed eversiva di un’epoca segnata dalla divisione ideologica. La mostra è visitabile dal mercoledì alla domenica dalle 11:00 alle 18:00, con un biglietto intero di 12 € e ridotto di 6 €.
Il sur-reale tedesco
Il Surrealismo classico non attecchì mai in Germania come movimento organizzato. Tuttavia, le sue suggestioni formali, tematiche e ideologiche risuonano profondamente nelle opere esposte, che – pur differenti nello stile – condividono una medesima esigenza di evasione, disallineamento e critica alla razionalità dominante. In una realtà definita da confini invalicabili e blocchi ideologici, il Surrealismo offriva un rifugio nell’immaginazione, ma anche uno spazio alternativo dove esplorare altri possibili. Il titolo della mostra, STRANGE!, allude proprio a questa fascinazione per l’alterità perturbante, quella che disorienta e incanta, che costringe a ripensare le categorie del reale. La stranezza di molte di queste opere è intrecciata con la follia – una categoria che riecheggia le suggestioni freudiane già accolte da Breton – e che apre le porte all’inconscio. Laddove il linguaggio razionale si inceppa, nasce l’arte.
Surrealismi diversi
Il Surrealismo classico è generalmente inteso come la prima fase storica e teoricamente strutturata del movimento, sviluppatasi tra gli anni Venti e Quaranta del Novecento, con Parigi come fulcro culturale e André Breton come figura di riferimento. Tutto questo non venne mai esportato in Germania come movimento organizzato; tuttavia, gli echi formali, motivici e ideologici di quella corrente sono ben visibili in queste opere che, pur distanti nello stile, condividono una comune esigenza di evasione, disallineamento e critica alla razionalità dominante. Di fatto, fra gli anni ’50 e ’90 in Germania, in quel momento storico in cui la realtà era rigidamente definita da blocchi e confini, il Surrealismo offriva agli artisti una via di fuga immaginativa, un’apertura verso l’irrazionale, ma anche una ricerca di altri “possibili”.
Sogno e follia
Zacharias ha raccontato alla nostra redazione il filo conduttore sotteso all’idea di questa mostra. Il titolo, STRANGE!, esprime proprio la fascinazione per l’alterità che turba e incanta, che disorienta e costringe a ripensare le categorie del reale. Non a caso la stranezza di queste opere è legata anche alla follia, una categoria che riecheggia le suggestioni freudiane colte già da Breton e che apre le porte all’inconscio. Del resto, l’arte nasce là dove il linguaggio razionale si inceppa, dove il visibile smette di obbedire all’ordine del discorso. Fra gli artisti che ci hanno particolarmente colpito spicca Mac Zimmermann e il suo ciclo Die Tageszeiten (1954) una narrazione onirica delle diverse fasi del giorno, in cui l’atmosfera surreale trasforma paesaggi e figure in allegorie temporali. Interessanti anche le opere di Volker Stelzmann che esplora l’alienazione dell’individuo in contesti sociali deformati con un’espressività tesa tra denuncia e allucinazione (immagine sotto).
Lo spazio critico dell’arte
STRANGE! raccoglie pittori e scultori, che pur operando su lati opposti del Muro, si ritrovano accomunati dalla volontà di decostruire l’ovvio e far emergere l’inquieto, l’onirico, lo strano. Il surreale, in questo contesto, si avvicina a quanto Michel Foucault definiva eterotopia: uno spazio “altro”, capace di contestare, rispecchiare o capovolgere gli spazi sociali, rinegoziandone i confini. Uno spazio che non promette salvezza, ma apre alla critica. Per questo, l’arte, almeno in casi come questo, è un gesto rivoluzionario: non perché si opponga frontalmente al potere, ma perché ne disarticola le forme spaziali, temporali e linguistiche. L’arte eterotopica apre varchi. E forse, in questi varchi, comincia il pensiero.
Un’arte fra due Germanie
La mostra si inserisce nel più ampio lavoro della Fondazione Preußischer Kulturbesitz e dei Musei Statali di Berlino, impegnati da anni nel promuovere i dialoghi culturali tra Germania Est e Ovest, là dove un tempo esistevano solo fratture. STRANGE! è un tassello significativo di questa narrazione condivisa: un viaggio nel potenziale visionario dell’arte come spazio di resistenza, immaginazione e disobbedienza.
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