La Germania non cede alle lusinghe russe: il Nord Stream 2 non verrà riattivato
Il Gasdotto Nord Stream 2 per il momento non sarà riattivato, ma Berlino deve fare i conti con le forti pressioni interne ed esterne
Il gasdotto Nord Stream 2 passa sotto il Mar Baltico, unendo Germania e Russia. I lavori per la sua costruzione sono stati portati a termine nel 2021. Tuttavia, Nord Stream 2 non è mai entrato in funzione. Il futuro di Nord Stream 2 è ora tornato al centro del dibattito politico tedesco e internazionale. A dividere Berlino sono da un lato le pressioni economiche e geopolitiche, dall’altro la volontà di mantenere una linea dura contro Mosca nel contesto della guerra in Ucraina.
Germania divisa sul futuro di Nord Stream 2
Alla fine del 2022, un attacco esplosivo, probabilmente di matrice ucraina, ha reso il gasdotto inattivo. Solo una delle due condotte del Nord Stream 2 è rimasta funzionante, ma non è mai stata utilizzata. In una delle sue ultime dichiarazioni, Friedrich Merz è stato categorico nell’affermare che Nord Stream 2 non ha i permessi legali per entrare in funzione. La presa di posizione del Cancelliere tedesco sarebbe una risposta alle recenti affermazioni di alcune figure di spicco della politica tedesca. Ad esempio, Michael Kretschmer, Ministro Presidente della Sassonia e vicepresidente federale della CDU, ha manifestato il proprio favore alla riapertura di Nord Stream 2. Per i fautori della riattivazione del gasdotto, questa mossa strategica consentirebbe a Berlino di riallacciare un canale diplomatico con Mosca e di abbassare i costi dell’energia. Tuttavia, Merz ha chiarito che la situazione attuale di Nord Stream 2 è destinata a rimanere invariata. Pertanto, il gasdotto non entrerà in funzione. In questo modo, la Germania si impegnerebbe ad esercitare maggiore pressione sulla Russia nell’ambito del conflitto in Ucraina.
La posizione della Russia
Come era prevedibile, l’eventuale riattivazione di Nord Stream 2 ha suscitato reazioni anche al di fuori dei confini tedeschi, con il Cremlino che starebbe spingendo per la riattivazione del Gasdotto. Stando ad un’inchiesta del Financial Times, Mosca avrebbe incaricato un alleato del Presidente Putin di esplorare la possibilità di riprendere le forniture di gas verso l’Europa attraverso il gasdotto. L’operazione avrebbe dovuto contare anche sul supporto di alcuni investitori americani. Questo conferma come il dossier energetico resti uno dei fulcri dell’attuale scenario geopolitico. A tal proposito, alcuni media internazionali hanno ipotizzato che un riavvicinamento tra Mosca e l’amministrazione Trump possa riaprire il discorso su Nord Stream 2. Si tratta però, al momento, di una pura speculazione mediatica.
La reazione di Ucraina e Unione Europea
Anche l’Ucraina ha prontamente fatto sentire la propria voce sulla questione. Da sempre, Kiev osteggia l’attivazione del gasdotto Nord Stream 2, poiché l’import da parte della Germania di gas russo a basso prezzo finanzierebbe la macchina da guerra di Putin. Per questo motivo, il Presidente ucraino Zelensky, in una conferenza congiunta con Merz, ha chiesto all’Europa di esercitare maggiore pressione sulla Russia. Così, la risposta dell’Unione non è tardata ad arrivare. Infatti, la Commissione europea starebbe preparando un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia che colpirebbe anche Nord Stream 2. Una mossa chiara, che mira ad escludere l’approvvigionamento di gas russo dal futuro energetico europeo.
In conclusione, una eventuale riattivazione del Nord Stream 2 richiederebbe non solo investimenti massicci, ma soprattutto l’adozione di decisioni politiche estremamente complesse in uno scenario internazionale sempre più incerto.
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