La Germania ha paura che Trump possa “spegnere” con un click i caccia appena comprati

Ufficiali tedeschi sospettano che i caccia americani possano essere sabotati da remoto, ma altri esperti ridimensionano il timore

La Germania ha recentemente acquistato 35 caccia militari dagli Stati Uniti per un valore di 8.3 miliardi di euro. Si tratta degli F-35 Lightning II, aeromobili di quinta generazione capaci di raggiungere i 1930 km/h e che sono il fiore all’occhiello della Lockheed Martin.

Ma se gli Stati Uniti fossero in grado di spegnere a distanza gli F-35 operativi in Europa? Questa è l’inaudita preoccupazione degli ufficiali tedeschi, in relazione a un tasto di spegnimento del software Autonomic Logistics Information System (ALIS).

Dal Regno Unito, invece, il Colonnello Philip Ingram specifica che il controllo che gli Stati Uniti hanno su ALIS permetterebbe loro di creare nulla di più che uno scompiglio logistico. I caccia militari verrebbero solo intralciati a livello operativo, ma non smetterebbero di funzionare in volo. Ingram, pertanto, denuncia la questione come un modo di fare propaganda anti-Stati Uniti e spingere i compratori verso fornitori non americani.

La questione rimanda al più generale dibattito sull’opportunità oggi della dipendenza europea dalla tecnologia americana. Molti eserciti europei già usano gli F-35, ma alcuni esperti si chiedono se sia ancora adeguato vincolarsi agli Stati Uniti.

I sospetti degli ufficiali tedeschi sui caccia

Sono state le dichiarazioni di alcuni ufficiali tedeschi a lanciare l’allarme. Joachim Schranzhofer, portavoce dell’azienda tedesca di armamenti Hensoldt, ha dichiarato che il cosiddetto kill switch, sistema di disattivazione da remoto, è più di una semplice diceria. Gli Stati Uniti potrebbero, cioè, impedire l’accesso a dei software chiave che bloccherebbero a terra gli F-35.

Mark Cazalet, direttore del giornale European Security and Defence, ha detto a Euronews Next che non aveva certezze che esistesse un kill switch, ma che non escludeva che si potesse produrre.

La domanda più importante per gli strateghi militari è, possono gli Stati Uniti effettivamente impedire che gli F-35 gestiti da altri paesi siano usati, dovessero decidere di farlo? La risposta a ciò sembrerebbe essere perlopiù sì.

Questi sospetti si inseriscono in un contesto di crescente tensione tra Europa e Stati Uniti riguardo al sostegno all’Ucraina, e fanno seguito a notizie secondo cui alcuni F-16 forniti a Kyiv avrebbero smesso di funzionare dopo che Washington avrebbe interrotto un supporto cruciale per il loro sistema radar.

Nonostante le preoccupazioni sollevate, non sembrano esserci ripensamenti sull’acquisto dei caccia. Un portavoce del Ministero della difesa tedesco ha detto a Euronews Next che non si programma di annullare il contratto con gli Stati Uniti.

Solo una mossa propagandistica secondo il Colonnello Ingram

Alcuni esperti ritengono che il timore sia infondato. Il Colonnello Philip Ingram, ex ufficiale dell’Intelligence Militare Britannica, ha dichiarato che non esiste alcun tasto in grado di disattivare gli F-35, e ha definito tali affermazioni come puro allarmismo architettato per spingere i governi a investire in fornitori non americani.

Gli Stati Uniti controllano però l’Autonomic Logistics Information System (ALIS), sistema centrale per la manutenzione e la logistica dei caccia. Tutti gli operatori di F-35, americani ed europei, si connettono a questa infrastruttura per accedere ai dati critici. Se gli Stati Uniti ne bloccassero l’accesso, la gestione degli F-35 diventerebbe molto più complessa, con la necessità di eseguire manualmente quei controlli che normalmente sono automatizzati. Ecco perché alcuni analisti vedono la centralizzazione di ALIS come una potenziale vulnerabilità: gli Stati Uniti potrebbero davvero rendere inutilizzabile un’intera flotta?

Il Colonnello Ingram sottolinea però che ALIS non controlla la capacità di volo degli F-35, e che se fosse bloccato si tratterebbe solo di un gran mal di testa logistico.

Toglierebbe la possibilità di aggiornamenti automatici sulla manutenzione. Sarebbe come se il computer di una macchina non avvertisse che il faro non funziona e non la mandasse automaticamente all’officina per avvisare i tecnici. […] Qualcuno potrebbe darle una sistemata manualmente come si faceva un tempo. È solo allarmismo.

Ingram ha aggiunto che il blocco di ALIS avrebbe gravissime ripercussioni anche sugli Stati Uniti: minerebbe la loro affidabilità recando danni per miliardi di dollari. 

Le implicazioni per la difesa europea

I caccia militari F-35 sono già operativi negli Stati Uniti, in Italia, Danimarca, Norvegia, Paesi Bassi e Regno Unito. Anche altri paesi europei si stanno adoperando per comprarli: la Germania ne ha recentemente acquistati 35 per un valore di 8.3 miliardi di euro.

Anche se l’utilizzo degli F-35 ha rischi perlopiù logistici, il ricercatore presso il think tank Rusi sulla difesa, Justin Bronk, ha avvertito che i partner europei potrebbero trovarsi in serie difficoltà se gli Stati Uniti decidessero di disattivare questi sistemi. L’esperto ha inoltre detto al Financial Times:

La maggior parte degli eserciti europei dipende fortemente dagli Stati Uniti per il supporto alle comunicazioni, alla guerra elettronica e per il rifornimento di munizioni in qualsiasi conflitto critico.

La singola questione dei caccia militari F-35 apre quindi a un tema delicato, quello della dipendenza dell’Europa dalle tecnologie americane. Infatti, in un post su X, lo stesso Bronk ha fatto un’allusione all’esistenza di un problema più ampio all’interno della NATO.

 

Infatti, a prescindere dai pareri contrastanti sugli F-35, la notizia infiamma il dibattito sul rapporto tra Stati Uniti e Unione Europea. Date le recenti tensioni, alcuni dubitano che l’antica alleanza si possa dare più per scontato. Molti si chiedono se non sia arrivato il momento di colmare quel divario tecnologico che vede l’Europa in svantaggio.

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