Germania, Ministro della Difesa: “Entro il 2029 l’esercito deve essere pronto in caso di guerra”

Il Ministro della Difesa tedesco vuole un esercito forte e pronto ad affrontare eventuali guerre. Per la Germania la questione è storicamente delicata

Mercoledì, durante un sondaggio governativo al Bundestag, il ministro tedesco della difesa Boris Pistorius ha affermato di voler rafforzare la prontezza operativa della Bundeswehr, l’esercito della Repubblica Federale di Germania.

L’obiettivo di Pistorius è che la Bunderswehr sia pronta a combattere contro un’eventuale espansione della belligeranza di Putin al di fuori dell’Ucraina. Secondo il ministro, è plausibile che in futuro Putin possa scagliarsi anche contro la Georgia, la Moldavia e in ultima analisi contro la NATO. A tal proposito afferma: “Dobbiamo essere pronti per la guerra entro il 2029”.

Entro la fine del decennio, dunque, la Germania dev’essere pronta a proteggere sé stessa e le altre nazioni a rischio attacco.

Come rafforzare dunque la Bunderswehr? La proposta avanzata da Pistorius è di una “nuova forma di servizio militare”, che non possa essere “completamente esente da obblighi”. “In caso di emergenza, abbiamo bisogno di giovani donne e uomini coraggiosi che possano difendere questo Paese”. In sostanza, si sta discutendo il ritorno del servizio militare obbligatorio, che in Germania è stato abolito nel 2011, preferendo l’istituzione di un esercito professionale. A breve si attendono le proposte di Pistorius riguardanti l’eventuale reintroduzione del servizio militare obbligatorio.

Le proposte del ministro portano con sé controversie direttamente collegate alla complessità del rapporto tra la Germania, l’esercito e la leva militare negli ultimi 80 anni.

È importante ricostruirne le tappe storiche fondamentali per capire perché rafforzare la Bundeswehr e riproporre il servizio militare obbligatorio sono questioni molto delicate per la Germania.

Da Weimar al secondo dopoguerra

Nel corso del Novecento, la Germania ha vissuto un rapporto complesso e spesso travagliato con il suo esercito e la leva militare. Dopo la sconfitta nella Prima Guerra Mondiale, il Trattato di Versailles impose severe restrizioni alla Reichswehr. Questo limitò drasticamente le dimensioni e le capacità dell’esercito tedesco. Inoltre fu vietata la leva obbligatoria. Tuttavia, l’ascesa di Adolf Hitler al potere nel 1933 segnò un cambiamento radicale. Hitler reintrodusse il servizio militare obbligatorio nel 1935 causando un’espansione rapida delle forze armate. Durante la Seconda Guerra Mondiale, la Wehrmacht divenne uno degli eserciti più potenti e temuti, ma si macchiò anche di crimini di guerra e atrocità, contribuendo a lasciare un segno indelebile e negativo sulla percezione del militarismo in Germania.

Dalla guerra fredda alla caduta del muro

Dopo la sconfitta del 1945 e la divisione della Germania, il paese visse una nuova fase di difficoltà con il servizio militare. Nella Germania Ovest, il servizio militare obbligatorio fu reintrodotto nel 1956 con la creazione della Bundeswehr, in risposta alle tensioni della Guerra Fredda, mentre nella Germania Est fu istituita la Nationale Volksarmee. Tuttavia, la memoria dei crimini nazisti e il desiderio di evitare un ritorno al militarismo generarono un dibattito continuo. Con la fine della Guerra Fredda e la riunificazione nel 1990, queste questioni divennero ancora più rilevanti, culminando nella sospensione della leva obbligatoria nel 2011. Questo passo segnò una svolta nella politica di difesa tedesca, orientata verso un esercito professionale, riflettendo la volontà di mantenere un controllo democratico e civile sulle forze armate, lontano dagli eccessi del passato.

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