Come funziona il sistema del mini-job in Germania

Il mini-job è un tipo di impiego con limiti legali su guadagno e durata, ma può essere utile per lavorare in modo semplice e flessibile

Il mini-job è molto popolare in Germania, ma non esiste in Italia: si tratta di contratti di lavoro con un certo vincolo di guadagno o a tempo determinato. Spesso sono ricercati da persone che vogliono un impiego secondario, oppure da aziende che desiderano assumere senza affrontare la copiosa burocrazia. 

Tanti aspetti differenziano il mini-job dalle forme di impiego consuete. Il lavoro ordinario offre sicuramente più tutele, che lo rendono più stabile e sicuro, ma il mini-job resta l’opzione più flessibile e semplice a livello burocratico. Ciò rende il mini-job preferibile soprattutto per alcune categorie, come gli studenti alla ricerca di un’indipendenza economica.

L’opzione del mini-job va inoltre a sostituire le molte offerte nel mercato del lavoro a nero. Anziché rimanere invisibile e senza tutele, il mini-jobber gode di una regolare registrazione e di molti dei diritti sanciti nella legge tedesca per i lavoratori.  

 

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Cos’è il mini-job?

Un mini-job è una forma di impiego caratterizzata da limiti imposti per legge di remunerazione o di periodo lavorativo. Infatti, sono due i tipi di mini-job che si possono trovare in Germania:

  1. il mini-job con un guadagno massimo di 556 euro al mese (dal 1° gennaio 2025) o €6672 all’anno, inclusi i pagamenti una tantum.
  2. il mini-job a tempo determinato, per cui si può lavorare fino a un massimo di 3 mesi o per 70 giorni lavorativi in un anno. In questo caso non è rilevante quanto si guadagna, basta che sia per periodi limitati di tempo, anche se lavorando di tanto in tanto.

Cosa lo rende diverso dall’impiego ordinario?

Il mini-job non è un lavoro part-time, è una forma di impiego che ha un vero e proprio regime diverso

  • salario: come già evidenziato, il mini-job permette un massimo di guadagno di 556 euro al mese, mentre non si riscontrano gli stessi limiti per i contratti full-time o part-time ordinari.
  • orario di lavoro: poiché esiste il salario minimo in Germania (attualmente a 12,82 euro), con questa paga oraria un mini-jobber può lavorare massimo 43 ore al mese per non superare il suo limite di guadagno. Si tratta di circa 10 ore alla settimana, che però si possono distribuire flessibilmente. In caso di occupazione completa, invece, il dipendente lavora circa 40 ore settimanali.
  • assicurazione sanitaria: non è prevista in modo automatico per i mini-jobber, che devono quindi pagarla a parte o essere già coperti da un’assicurazione familiare o dell’impiego principale (come l’università). Nell’occupazione completa, l’assicurazione sanitaria è prevista e pagata dalle parti.
  • assicurazione contro la disoccupazione: se il mini-job è l’unica fonte di reddito, il lavoratore non avrà diritto all’indennità di disoccupazione in caso di perdita del lavoro. Nel lavoro ordinario, invece, si matura il diritto all’indennità di disoccupazione dopo 12 mesi.
  • contributi previdenziali: nel mini-job, oltre a una percentuale fissa versata dal datore di lavoro, il lavoratore può scegliere se pagare un extra 3,6%. Se si esenta dal farlo, avrà crediti pensionistici ridotti. Quando in occupazione completa, invece, sia il datore di lavoro che il lavoratore pagano contributi previdenziali completi.
  • imposte sul reddito: gli stipendi dei mini-jobber sono generalmente esenti dalle imposte sul reddito; quelli invece dei lavoratori ordinari sono soggetti a imposte sul reddito e ad altri oneri fiscali.

Quali diritti si hanno come mini-jobber?

Quanto appena spiegato non toglie che il mini-jobber possa godere di una serie di diritti, che sia in automatico o su iniziativa personale. Egli ha diritto a:

  • salario orario minimo
  • ferie pagate, minimo 4 settimane all’anno
  • indennità di malattia, se completate almeno 4 settimane di lavoro e fino a massimo 6 settimane di malattia
  • assicurazione contro gli infortuni sul lavoro o in itinere
  • rappresentanza sindacale, potendo aderire a un sindacato e essere rappresentato in consigli aziendali se presenti
  • possibilità di accumulare crediti pensionistici, se sceglie di pagare la percentuale extra
  • pagamenti una tantum, a condizione che si tratti di un mini-job senza limiti di guadagno o che non si superi la media annuale di 6672 euro all’anno.

Questi sono solo alcuni dei diritti che rendono il mini-job un’opzione più sicura rispetto del lavoro a nero. Il dipendente compare regolarmente sui registri della Minijob-Zentrale e ha il potere di rivendicare quanto viene garantito dalla legge dello Stato.

Quali sono i vantaggi del mini-job?

In generale il mini-job è vantaggioso per chi cerca un impiego secondario rispetto a quello principale o per aziende che vedono un andamento stagionale della propria attività. Di seguito alcuni degli aspetti positivi che hanno reso il mini-job così popolare in Germania:

  • flessibilità: i mini-jobs hanno orari di lavoro che possono essere aggiustati secondo le proprie esigenze. Gli studenti, ad esempio, riescono a bilanciare bene il mini-job con gli impegni accademici, potendo decidere di lavorare a giorni alterni, negli weekend, le sere, o nelle pause didattiche.
  • ridotto onere amministrativo: non ci sono dichiarazioni fiscali complesse da gestire e i contributi previdenziali sono fissi e semplificati, oltre che inferiori di numero.
  • fonte di guadagno e di esperienza: chi non è iniziato al mondo del lavoro ha modo di acquisire competenze da usare nella propria carriera e da inserire nel curriculum. Inoltre, lo stipendio può aiutare a coprire spese come l’affitto o a mettere del denaro da parte. 
  • riduzione del lavoro in nero e della disoccupazione: i mini-job hanno già notevolmente contribuito ad arginare questi due problemi.

Nella piena consapevolezza che non sia una soluzione perfetta o a cui abituarsi per tutta la vita, questa possibilità può fare al caso di molte persone. Tra gli studenti, ad esempio è comune sfruttare il mini-job per conciliare lavoro e studi. Non tutti, infatti, possono optare per contratti ordinari, e lasciare che questa fetta di popolazione sia assorbita dal pericoloso mondo del lavoro a nero fomenta solo una grande piaga sociale.

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