Sei luoghi di Berlino attraverso cui raccontare i CCCP

La storia dei CCCP si intreccia inevitabilmente con quella della Berlino degli anni Ottanta, ma in che modo?

CCCP è un acronimo derivato da una locuzione russa che in italiano si traduce come Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS). In Italia, si sa, CCCP fa riferimento a un’istituzione della scena musicale punk degli anni Ottanta.

La loro formazione avviene però all’inizio del decennio, a Berlino Ovest, punto di partenza fondamentale per l’identità del gruppo. A ripercorrere nel dettaglio i ricordi di questo periodo è Massimo Zamboni, cofondatore dei CCCP e autore di Nessuna voce dentro. Un’estate a Berlino Ovest.

Divisa e immersa nel clima della Guerra Fredda, la capitale era scenario di tensioni politiche, oltre che cuore pulsante di una cultura in continua mutazione. I CCCP hanno subìto, somatizzato ed elaborato i tratti connotativi degli anni immediatamente precedenti alla caduta del Muro, dando origine a uno stile musicale provocatorio, caratterizzato da testi carichi di riferimenti politici, ideologici e ironici.

Prima dei CCCP, in Italia la scena musicale alternativa era in fermento ma meno politicizzata. Il punk aveva già fatto il suo ingresso negli anni Settanta, con band come i Gaznevada, gli Skiantos e i Kaos Rock, che rappresentavano la prima ondata del punk italiano. Ciononostante, la maggior parte della musica italiana era ancora dominata dal pop, dalla canzone d’autore e dal rock progressivo. Per tale ragione i CCCP introdussero una nuova sensibilità, diversa dall’underground sonoro britannico e da quello americano. Questo li rese pionieri di un inedito modo di intendere la musica alternativa in Italia, che influenzò numerose band e artisti negli anni successivi.

Di seguito, vi presentiamo sei luoghi che legano i CCCP alla città di Berlino.

1. La stazione di Yorkstraße: l’inizio del viaggio

Nel 1981, Massimo Zamboni, uno dei futuri fondatori dei CCCP, arrivò a Berlino in autostop, approdando alla stazione di Yorkstraße. Questo luogo segnò simbolicamente l’inizio di un viaggio sia geografico che spirituale, che lo avrebbe condotto alla creazione di una delle band più influenti della scena punk italiana. Alla stazione di Yorkstraße, Zamboni fu colpito dalla scritta “Zum Umgeisten” (“Al cambiamento”), un messaggio che rifletteva perfettamente lo spirito di trasformazione personale e sociale che lo animava. Questa frase, seppur letta casualmente, divenne una sorta di presagio, un invito a mutare radicalmente, che avrebbe presto trovato eco nella musica rivoluzionaria dei CCCP.

2. Gli autogrill Mitropa: un nome, un simbolo

Prima di chiamarsi CCCP, la band aveva preso in considerazione un altro nome: Mitropa. Questo nome derivava dalla catena di autogrill situati lungo l’autostrada che collegava Berlino Est e Berlino Ovest. Questi luoghi erano tra i pochi punti di contatto tra le due metà della città divisa, rappresentando spazi di incontro, di scambio e di confronto tra mondi apparentemente opposti. Scegliere Mitropa come nome avrebbe significato abbracciare simbolicamente quella zona grigia di connessione e transito, così simile all’identità della band stessa, sempre in bilico tra diversi universi culturali e ideologici. Anche se alla fine optarono per CCCP, Mitropa rimase un simbolo del loro legame con una Berlino lacerata ma pulsante di vita.

3. Il Linientreu: fedeli alla linea

Il club Linientreu, situato dietro lo zoo di Berlino, rappresenta un altro punto di riferimento importante per i CCCP. Il nome del locale, che significa “Fedele alla linea”, esprimeva con ironia una delle contraddizioni più profonde del tempo: la fedeltà a una linea politica o ideologica, spesso imposta, che molti giovani di allora cercavano di sovvertire. Questo spirito di provocazione, insito nell’essenza stessa del locale, influenzò profondamente l’identità dei CCCP, che adottarono la frase come parte del loro nome completo. Il club divenne un luogo di aggregazione e di scambio culturale, dove la musica, l’arte e l’ideologia si mescolavano in una miscela esplosiva, rispecchiando l’anima ribelle e anticonformista della band.

4. Le case occupate di Kreuzberg: la culla di “Curami”

Kreuzberg, con i suoi alloggi economici e gli edifici abbandonati, divenne un rifugio per artisti, intellettuali e giovani ribelli durante gli anni ’80. Le case occupate di questo quartiere erano laboratori creativi, spazi di sperimentazione e libertà che ispirarono molte delle opere dei CCCP. Fu proprio in una di queste case che nacque “Curami”, uno dei brani più iconici della band. Kreuzberg, con il suo spirito alternativo e la sua cultura underground, rappresentava il terreno fertile dove le idee rivoluzionarie dei CCCP potevano germogliare e fiorire, trasformandosi in musica e parole che avrebbero segnato una generazione.

5. Pankow: il cuore dell’Est

Pankow, un ex quartiere operaio di Berlino Est, è diventato uno dei simboli più potenti nella discografia dei CCCP. Nella canzone “Live in Pankow”, il quartiere viene celebrato insieme a altre capitali dell’Est come Praga, Budapest e Sofia, città che spesso non venivano riconosciute come pienamente europee nel contesto geopolitico dell’epoca. Pankow, con le sue fabbriche e i suoi palazzi grigi, rappresentava l’essenza stessa del socialismo reale, un luogo lontano dagli stereotipi dell’Europa occidentale, ma ricco di un’umanità vibrante e di una storia profonda. Cantare Pankow significava per i CCCP abbracciare quella parte dell’Europa che veniva ignorata o rifiutata, ma che loro consideravano fondamentale per comprendere il presente e immaginare il futuro.

6. Astra Kulturhaus: un ritorno trionfale

Nel 2024, a distanza di 33 anni dallo scioglimento dei CCCP, la band ha deciso di riunirsi e di iniziare il loro nuovo tour proprio a Berlino, scegliendo l’Astra Kulturhaus come location per le prime tre date, tutte esaurite. Questo ritorno a Berlino non è stato solo un omaggio alle radici della band, ma anche una celebrazione di un legame mai spezzato con la città che aveva contribuito a forgiare la loro identità. L’Astra Kulturhaus, con la sua storia di ospitalità a eventi culturali e musicali di avanguardia, ha rappresentato il palcoscenico ideale per questo ritorno, suggellando una relazione tra i CCCP e Berlino che è destinata a durare nel tempo.

In conclusione, Berlino non è stata solo uno sfondo per i CCCP, ma una fonte di ispirazione continua, un luogo di incontro tra idee, culture e persone che ha lasciato un segno indelebile nella loro musica e nella loro storia. Questi sei luoghi non sono solo punti geografici, ma simboli di un viaggio artistico e umano che ha contribuito a definire un’epoca.

Leggi anche: “Berlino 1981? Era unica”. Massimo Zamboni dei CCCP racconta la vita di un italiano prima del muro

Studia tedesco a Berlino o via Zoom con lezioni di gruppo o collettive, corsi da 48 ore a 212 €. Scrivi a info@berlinoschule.com o clicca sul banner per maggior informazioni

Non perderti foto, video o biglietti in palio per concerti, mostre o party: segui Berlino Magazine anche su FacebookInstagram e Twitter

Immagine di copertina: Screenshot da YouTube