Lufthansa risarcirà con oltre 3.5 milioni di euro un gruppo di ebrei ortodossi a cui ha impedito il volo

La compagnia tedesca avrebbe proibito a 128 passeggeri ebrei ortodossi di salire sul volo a causa della mancanza di mascherina e ora deve pagare 3.5 milioni di euro

Secondo il DOT, il Dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti, la compagnia tedesca Lufthansa avrebbe negato l’imbarco a 128 passeggeri ebrei ortodossi. I passeggeri, che erano diretti a Budapest per la commemorazione annuale in onore di un rabbino, sarebbero stati lasciati a terra a causa del loro presunto rifiuto di indossare la mascherina a bordo, come richiesto dalle normative anti-Covid in vigore all’epoca dei fatti. Partiti dall’aeroporto JFK di New York con scalo a Francoforte, i viaggiatori non si conoscevano tra loro ne facevano parte di un gruppo organizzato, ma lo staff di Lufthansa li ha trattati come tali e ha negato l’imbarco a tutti.  
Lufthansa ha negato ogni accusa di discriminazione, affermando che almeno 60 passeggeri non avrebbero rispettato le istruzioni del personale di bordo. Tuttavia, la compagnia ha ammesso che l’incidente è “il risultato di una serie di sfortunati malintesi e comunicazioni errate”. Ora deve pagare la multa di 3.5 milioni di euro, la multa più onerosa mai pagata per violazione di diritti civili.

La polemica internazionale

L’episodio ha suscitato particolare sconcerto, soprattutto da parte delle autorità statunitensi. La storica Deborah Lipstadt, esperta di antisemitismo e negazionismo dell’Olocausto, ha commentato “Sarebbe stato oltraggioso se l’avesse fatto qualsiasi compagnia aerea, ma la tremenda ironia che sia stata proprio una compagnia tedesca lo rende ancora più grave”.

Lufthansa, nel tentativo di rispondere alle critiche e rimediare al danno, ha collaborato con il DOT per istituire un programma di formazione – primo nel suo genere nel settore aereo – per lo staff Lufthansa per affrontare l’antisemitismo e la discriminazione. Inoltre, la compagnia ha adottato la definizione di antisemitismo proposta dall’International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA), ribadendo il suo impegno nel promuovere il dialogo con le comunità ebraiche a livello globale. Infine ha sottolineato la sua missione di connettere le persone, le culture e le economie.

Una prova per la Germania

Questo episodio ha sottolineato la delicatezza della posizione della Germania, quando si tratta di antisemitismo e delle relazioni con il popolo ebraico e lo Stato d’Israele, anche a causa della pesante responsabilità storica tedesca. La sensibilità verso queste tematiche influisce profondamente sul dibattito pubblico e sulle politiche tedesche. Infatti nel 2016 il governo tedesco ha adottato ufficialmente la definizione dell’IHRA di antisemitismo. Questa definizione però è problematica, perché lega le critiche allo stato d’Israele con l’antisemitismo, rendendo la questione ancora più complicata in Germania. Questo caso, con il coinvolgimento di una compagnia tedesca e un gruppo di ebrei ortodossi, rappresenta un banco di prova significativo per la Germania e la sua capacità di affrontare questioni storiche e contemporanee in modo equilibrato.

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