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Lo zoo di Berlino cerca una persona per fare il bagno al mini ippopotamo appena nato

Il mini ippopotamo appena nato cerca una persona per fargli il bagno. È già virale

Il 3 giugno è nato il nuovo cucciolo di ippopotamo all’interno dello Zoo di Berlino. Il suo nome è Toni, si tratta di un cucciolo di ippopotamo pigmeo che ha già conquistato il cuore di milioni di persone. Inizialmente doveva chiamarsi Boulettchen, “piccola polpetta”, ma il suo successo ha influito sulla scelta di un nome più semplice anche per gli stranieri e quindi più facile da ricordare. Toni deriva da Antonio Rüdiger, giocatore del Real Madrid e della nazionale tedesca, originario di Berlino, il quale ha accettato di diventare il patrono onorario dell’animale.

Responsabile del suo rapido successo è stato l’annuncio reso pubblico il 9 agosto dal direttore zoologico dello Zoo e del Tierpark di Berlino, Christian Kern. Kern ha dichiarato di essere alla ricerca di un bagnino per il mini ippopotamo. Gli ippopotami infatti non sanno nuotare. Si spostano nell’acqua spingendosi dal fondo, necessitando quindi di aiuto fino a quando non diventano autosufficienti. Gli ippopotami sono animali semi-acquatici, ovvero possono immergersi in acqua con le narici chiuse fino a sei minuti. La madre, Debbie, rimarrà ovviamente al fianco del suo piccolo, ma è comunque necessario l’intervento di un guardiano per preservare la sicurezza dell’animale.

L’annuncio proposto in maniera scherzosa in realtà è molto serio, lo Zoo di Berlino sta cercando personale per diverse mansioni che si possono trovare nella sezione “Carriere” del loro sito. Lavorare con gli animali, soprattutto specie in via d’estinzione, non è facile. Ci vogliono passione e tanta voglia di mettersi in gioco. Environews Nigeria ha riportato le parole di Kern a questo proposito: “Lavorare con gli animali significa essere in servizio 365 giorni all’anno, indipendentemente dalle condizioni meteorologiche […] Ciò richiede un certo grado di flessibilità e forma fisica”.

La popolarità di Toni ha portato un’ondata di commenti positivi, ma come ogni cosa che diventa virale ha suscitato numerose critiche. Bisogna ricordare che gli zoo sono sempre al centro di polemiche, soprattutto per questioni etiche, e ovviamente questo caso non ha potuto evitarle.

Il piccolo Toni, vita in uno zoo

La nascita di Toni, il cucciolo di ippopotamo pigmeo, è diventata virale in pochissimo tempo, finendo tra le pagine di moltissimi quotidiani da tutto il mondo. A conquistare i cuori di grandi e piccini è stato sicuramente il suo aspetto tenero, e l’aria fiabesca che gli viene attribuita non fa altro che aumentarne la popolarità.

Moltissime pagine di divulgazione hanno condiviso su Instagram la storia di Toni, dalla sua nascita alla scelta del suo nome, fino al primo bagnetto. Da un lato, la notizia è stata accolta con entusiasmo da molti. La nascita di Toni è stata percepita come una storia a lieto fine, in cui l’uomo ricopre il ruolo di salvatore della specie. Lo zoo di Berlino infatti ha il merito di aver supportato il processo di riproduzione dell’ippopotamo pigmeo. Il primo parto di ippopotamo pigmeo in Europa è avvenuto proprio nello zoo di Berlino nel 1921. Debbie, la madre di Toni, ha partorito già altre volte, nel2004, nel 2007 e nel 2008. Il ruolo dell’uomo, in questo caso, è stato veramente utile per evitare l’estinzione della specie a rischio.

 

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Dall’altro, non sono mancate le critiche.  In particolare, gli attivisti per i diritti degli animali hanno sottolineato che nonostante le buone intenzioni, la vita in cattività non può replicare le condizioni naturali in cui gli animali vivono allo stato selvatico. Gli zoo sono da sempre criticati per varie ragioni, tra cui la limitazione dello spazio, la mancanza di stimoli naturali e le conseguenze psicologiche della cattività. Gli attivisti sostengono che gli animali dovrebbero vivere liberi nei loro habitat naturali, in quanto gli zoo non possono garantire il benessere autentico degli animali. Senza contare, l’immoralità del confinare gli animali per il solo piacere ed educazione dell’uomo. La teoria per cui gli zoo sono luoghi di protezione della specie non regge più, se si pensa che sarebbe decisamente più sensato creare dei luoghi di salvaguarda degli animali all’interno del loro habitat naturale.

 

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Gli zoo e Banksy

Il dibattito sulla correttezza degli zoo non si spegne mai. Altro caso di denuncia verso le pratiche negli zoo è quello messo in atto dallo street artist inglese Banksy. L’artista è rinomato per le sue opere provocatorie nei confronti della società moderna. Toccando i temi più vari, Banksy attua una protesta verso le ingiustizie che caratterizzano i giorni nostri, dalla migrazione all’inquinamento, dalle guerre ai diritti degli animali. È proprio quest’ultimo tema, quello che ha spinto l’artista a creare la serie di graffiti di cui si è sentito parlare nelle ultime settimane, proprio mentre i giornali festeggiavano la nascita dell’ippopotamo Toni.

Sul suo profilo Instagram, Banksy ha condiviso con tutto il mondo nove nuovi graffiti sui muri e nelle aree adiacenti allo zoo di Londra.

 

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Le opere apparse in vari punti di Londra tra il 5 e il 13 agosto sembrano denunciare la prigionia e lo sfruttamento degli animali per fini di lucro e intrattenimento. A pochi giorni dalla rimozione dell’ultimo graffito (ufficialmente per motivi di protezione dell’opera) sono emerse numerose teorie sul significato di questa serie di opere banksiane. Considerando i lavori precedenti dello street artist, è plausibile che la rappresentazione di animali in fuga dallo zoo o comportandosi come tali all’interno delle infrastrutture londinesi sia un’allegoria per una critica sociale più profonda. Da un lato c’è chi ha ritrovato nel tema della prigionia un riferimento al conflitto tra Israele e Palestina a Gaza. Dall’altro, si sa che l’artista è da sempre affezionato alle tematiche ambientali e di difesa dei diritti degli animali. Motivo per cui si potrebbe trattare davvero solamente di una denuncia alle condizioni degli animali negli zoo.

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Immagine da: Pixabay