Germania, i musulmani dell’SPD lasciano in blocco il partito e vanno più a sx

Cambio di rotta per i voti dei musulmani in Germania: abbandonare la SPD per il Bündnis Sahra Wagenknecht (BSW) e DAVA

In Germania le elezioni Europee 2024 hanno mostrato un cambio di direzione nei voti della comunità islamica. La SPD ha da sempre raccolto l’elettorato di fede mussulmana. Ultimamente i partiti tradizionali, come la SPD, hanno accusato lo sfavore del solito elettorato. Questo perché, adesso, gli elettori avvertono le politiche distanti dai problemi reali delle persone, poco pragmatiche e dirette.

A dare un alternativa a questi insoddisfatti”elettori in cerca di un partito” è stata la BSW di Sahra Wagenknecht e DAVA, partito neonato che raccoglie i voti della comunità turca e mussulmana.

La BSW, fondata a gennaio 2024, interseca valori socialisti con politiche economiche conservatrici, tenendo una linea molto rigida per quanto riguarda immigrazione e integrazione. Su questi ultimi punti non sono mancate le numerose critiche dovute anche alla forza attrattiva che il partito sta avendo. Con le sue politiche apparentemente contraddittorie, la BSW, attira elettori dall’estrema destra (AfD) e dalla sinistra radicale (Die Linke) oltre ai moderati di SPD (centro sinistra) e CDU (centro destra).  È importante sottolineare come Sahra Wagenknecht abbia preso le distanze dall’AfD, nonostante lo scetticismo migratorio che li accomuna. Anche DAVA ha ricevuto critiche riguardo il suo rapporto con le istituzioni turche, allarmando i più per una possibile intrusione “erdoganiana” nella politica tedesca. Oltre a insospettire i tedeschi duri e puri, DAVA è anche accusata di dividere la comunità turca, la quale ne risente in termini di integrazione.

È interessante come, scegliendo un’alternativa, sia gli elettori di estrema destra sia quelli della comunità musulmana, in Germania, abbiano optato per il voto all’ estrema sinistra conservatrice che, a tratti, sembra quasi un’utopia politica nel 2024, com’è nel caso di BSW.

In una scena politica confusa e instabile come appare attualmente quella tedesca, un radicalismo semplice che tocca le corde dell’intolleranza populista, sembra dare molte più certezze a chi socialmente, queste certezza, o non ce le ha oppure non le rivede in nessun partito, essendo appunto troppo radicali. Se Sahra Wagenknecht è riuscita ad accordare due elettorati che deontologicamente si odiano, bisognerà farsi delle domande al riguardo. Domande che mettono in discussione l’idea e la consapevolezza di democrazia Europea che, a quanto pare, vittima delle incongruenze su temi fondamentali come immigrazione, integrazione e clima, portano le vittime di queste storture a vedersi escluse dal discorso pubblico. Un discorso pubblico che, ancora oggi, mette in secondo piano la democrazia quando a parlare è la voce del populismo che parte dalla pancia e rilegge la storia rispetto al malcontento.

Parlano i dati: BSW e Dava al 17%

Nonostante le numerose critiche avanzate verso i due nuovi partiti, BSW e DAVA stanno raccogliendo quei voti che i partiti tradizionali hanno trascurato in questi anni. I due partiti non sono in coalizione, ma condividono obbiettivi politici comuni. Entrambe, più o meno direttamente, si rivolgono a categorie sociali svantaggiate, ma operano con basi elettorali diverse. La loro vicinanza è quasi una conseguenza naturale rispetto alle loro politiche, che risultano complementari per un elettorato contrapposto il cui divario sembra colmato da un socialismo conservatore.

BSW e DAVA parlano di giustizia sociale in modo diverso a elettori altrettanto diversi. Chiariamo di nuovo che i due partiti non sono in coalizione. Quindi l’attribuzione del 17% a entrambi i partiti ha diversi motivi.  Gli intenti politici “complementari” fanno pensare che entrambi i partiti parlino allo stesso elettorato e i dati sul voto di DAVA che, a quanto pare, non superano il 3%, quindi accorpati al 7% netto preso alle Europee da BSW.

Musulmani in Germania non vuol dire solo Turchia

La DAVA parla di integrazione e diversità, ma di quale diversità si parla? Per capire il perché questi nuovi partiti come DAVA e BSW stanno impattando socialmente è necessario tirare le fila della questione turca in Germania.

In Germania la comunità turca è il 60-70% dei musulmani presenti, ma non sono gli unici. Arrivati in Germania con tra gli anni ’60 e ’70 quando la Germania Ovest firmò gli accordi con la Turchia per acquisire manodopera (Gastarbeiter).

Molti altri, invece, arrivano dai Balcani come Bosnia ed Erzegovina, Albania, Kosovo e Macedonia del Nord. Loro iniziarono ad arrivare negli anni ’90, durante e dopo le guerre balcaniche con la caduta dell’Unione Sovietica, quindi con lo scioglimento dell’ex Jugoslavia.

Gli Arabi sono una parte considerevole dei musulmani in Germania. Provenienti da Siria, Iraq, Libano, Egitto e Palestina, negli ultimi 10 anni a cause dei conflitti e delle crisi umanitarie in Medio Oriente, sono aumentati considerevolmente.

Molti iraniani dopo la Rivoluzione Islamica del 1979 sono fuggiti in Germania come l’immigrazione di persone afghane aumentata a causa delle guerre presenti sul territorio.

Infine, coloro che vengono dai paesi sia nordafricani che subsahariani e dall’Asia come Pakistan, India, Bangladesh e Indonesia.

La comunità islamica in Germania è quindi molto eterogenea e fare un discorso generale diventa complicato. Questo perché, sia etnicamente che religiosamente, le comunità parlano lingue diverse, hanno diversi background culturali, sociali e politici e anche diversità religiose importanti. In Germania, infatti, i mussulmani sono in prevalenza sunniti e sciiti ma ci sono anche comunità alwite e altre correnti dell’Islam. I musulmani si stima siano 5 milioni in Germania, quindi circa il 6-7% della popolazione tedesca. Un numero cospicuo ed eterogeneo per essere affrontato come un unico blocco.

Gli errori dei partiti tradizionali: l’SPD e l’integrazione “in blocco”

Nonostante l’approccio pragmatico della politica tedesca, è difficile sfuggire alle priorità ideologiche dei partiti. Queste molte volte trascurano le cause reali dei problemi come, appunto, l’integrazione, a discapito di un discorso elettorale.

Nonostante SPD, Verdi e CDU abbiano appoggiato la migrazione in modo diverso, non sono pochi gli errori fatti negli anni.

La CDU ha sempre parlato di assimilazione culturale ma di requisiti necessari, come la lingua e la condivisione di valori fondamentali, per entrare a far parte della “calorosa” famiglia tedesca. Un approccio un po’ rigido che, però, venendo dal centro destra non suscita lo stesso scontento che arriva dalla delusione verso partiti come la SPD. La sinistra ipoteticamente pragmatica, nonostante professasse inclusione e integrazione, ha attuato politiche percepite spesso come incoerenti o poco coordinate. Il partito, inoltre, per concentrarsi su importanti politiche economiche come l’inserimento lavorativo, ha trascurato gli aspetti culturali e sociali, fondamentali per avere una misura con un flusso di persone eterogeneo con differenze importanti. Come è successo con la crisi migratoria del 2015. Sia la SPD che la CDU hanno sostenuto l’apertura delle frontiere. Questo, però, senza predisporre un sistema di integrazione efficace.

Il risultato è un vuoto sociale in cui si costruisce il malcontento che, in Germania, si è strutturato come islamofobia. Lo stesso su cui fa leva l’estrema destra. Usando il populismo e la disinformazione, l’estrema destra lega direttamente le migrazioni al terrorismo facendo un discorso sulla “sicurezza” veicolato da politiche razziste e intolleranti. Inoltre, la mancata integrazione porta alla formazione di sacche di esclusione, come i quartieri e i lavori che hanno una predominanza etnica che non sia quella tedesca.

In nome del…pragmatismo tedesco

Questo discrepanza crea violenza perché non riesce a integrare adeguatamente un universo complesso e molteplice come l’Islam. Lascia dei vuoti sociali che, poi, vengono tappati malamente dall’AfD, ad esempio. Se la persona non si sente parte del sistema nel cui è migrato si sentirà estraneo. Essere guardato come estraneo veste il migrante da straniero e alla lunga si identificherà socialmente come tale, diventando un antagonista per il solo fatto di essere diverso.

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Immagine di copertina: Pixabay