Aeroporto di Berlino troppo caro, Ryanair chiuderà alcune tratte (ma forse l’Italia se ne avvanteggerà)

La tassazione green tedesca ha fatto minacciare Ryanair un taglio di voli su Berlino. Strategia commerciale oppure segnali di un azienda in difficoltà?

Ryanair da’ un ultimatum al governo tedesco richiedendo un taglio di tasse netto. In alternativa la compagnia low-cost irlandese procederà a una riduzione della sua presenza all’aeroporto di Berlino di un quinto e un taglio di sei collegamenti europei a partire dall’2025.
Gli alti costi di accesso all’aeroporto e un aumento della discussa tassa sulla circolazione aerea tedesca hanno fatto si che Ryanair strizzasse l’occhio a città meno costose come Roma, Madrid o Varsavia.
Dopo l’ultima riunione per presentare il piano commerciale dei prossimi sette anni di Ryanair in Germania e facendo il punto sulla situazione di Berlino, il CEO Eddie Wilson critica sia governo nazionale che governo locale. Numeri alla mano, però, l’ultimo anno per Ryanair non è stato dei più rosei.

L’imposta sul traffico aereo tedesca

Nel 2011 la Germania introduce per la prima volta la “Luftverkehrssteuer”, norma contenente una tassazione sulla circolazione di veicoli aerei. Suddivisa in tre maggiori categorie, la legge prevede un aumento dei costi del biglietto relativo alla maggiore distanza percorsa.

Questa decisione politica è stata presa sotto il governo Merkel II, principalmente per rimpolpare le casse dello stato e per ridurre la diseguaglianza creatasi con le altre tipologie di circolazione, già gravate da tasse energetiche.
A maggio 2024 il governo Scholz ha deciso di aumentare questa tassa. Le reazioni suscitate sono arrivate dai più alti livelli della compagnia low-cost Ryanair.

Eddie Wilson, CEO di Ryanair, in una sua recente dichiarazione fatta a Berlino per la presentazione del nuovo piano commerciale, declassa l’aeroporto di Berlino come peggiore tra le capitali europee nella ripresa post-Covid.
Con l’aumento della tassazione sulla circolazione dei veicoli aerei aggiunta ai costi di controllo per il traffico aereo e la tassa di sicurezza, Ryanair si vede costretta a ridurre la sua presenza a Berlino e scegliere altre soluzioni più economiche, tra cui Roma.

La tassazione europea

La cornice legislativa europea è molto eterogenea quando si parla di tassazione sui trasporti aerei. In Italia, stando all’agenzia delle entrate, l’ imposta sui voli di passeggeri di aerotaxi varia con l’aumento della tratta percorsa. Si parte da 10 Euro per tragitti che non superano 100km, a 100 Euro per tragitti da 100-1500km arrivando a 200 Euro per distanze superiori a 1500km. A questa va aggiunta la addizionale comunale sui diritti d’imbarco, che varia ed è prevista per le città di Milano, Torino, Bologna, Catania, Palermo, Bari, Cagliari e Venezia. Paesi come Spagna e Polonia, invece, non hanno alcuna tassazione di questo tipo.

Profitti dimezzati per Ryanair

Guardando la situazione economica di Ryanair dell’anno corrente, si può notare un calo di profitti netto della compagnia low-cost. Nonostante l’aumento del numero di passeggeri del 10% rispetto all’anno scorso, nel periodo tra aprile e giugno Ryanair ha dichiarato un crollo di profitti pari a 46%.

La società spiega questo calo legandolo a una mera strategia commerciale di politica dei prezzi attuata. Le tariffe sono scese del 15% nei tre mesi considerati in conseguenza di vendite scontate di biglietti per riempire gli aerei della flotta, con la conseguenza di un aumento di passeggeri, ma allo stesso tempo un costo significativo per la stessa azienda.

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