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La Fiera del libro di Francoforte non ha consegnato il premio alla scrittrice palestinese Shibli

Fiera del Libro di Francoforte, sospeso il premio per la palestinese Adania Shibli: gli scrittori arabi protestano e lasciano l’evento

Sabato 14 ottobre, l’agenzia letteraria Litprom ha annunciato la cancellazione della cerimonia d premiazione di Adania Shibli, scrittrice palestinese e autrice del libro Un dettaglio minore. Il motivo? La guerra in Israele. A seguito delle proteste, Litprom ha annunciato che la premiazione ci sarà ma solo dopo la fine della guerra in Medio Oriente.

Verità e ombre

Il libro, pubblicato nel 2020 con il titolo “A Minor Matter”,  si è aggiudicato il LiBeraturpreis 2023 con la seguente motivazione da parte della giuria: “[…]  Adania Shibli, con precisione e cura, crea un’opera d’arte rigorosamente composta sia formalmente che linguisticamente, che racconta l’impatto dei confini e quali violenti conflitti fare da e verso le persone […]”.
Secondo una maggioranza tedesca però, il romanzo ha rappresentato Israele come una macchia assassina. Sul Taz, quotidiano tedesco di sinistra si legge:
” […] in questo breve romanzo, tutti gli israeliani sono stupratori e assassini anonimi, mentre i palestinesi sono vittime di occupanti avvelenati o dal grilletto facile […]”.


La decisione di annullare la premiazione – insieme alla dichiarazione del direttore Juergen Boos di voler concedere maggiore spazio alla voci israeliane – ha comportato il ritiro da parte delle case editrici arabe dalla kermesse culturale, indignate per la forte presa di posizione politica da parte di un promotore culturale. Il celebre scrittore algerino Said Khatibi in un post Facebook, in cui annuncia la scelta di ritirare la sua partecipazione al festival, ha scritto:“Speravamo che la letteratura giocasse un ruolo importante per costruire un dialogo fra le parti. Ma la fiera ha preso una posizione politica di una sola parte contro l’altra”. 

Tra etica e politica

A seguito dei burrascosi eventi, la Litprom ha deciso di fare un passo indietro e reinserire la premiazione ma solo a conflitto concluso.
La questione però rimane. Quale dovrebbe essere il ruolo della cultura in questi casi? E inoltre, cosa ha voluto dirci la Litprom affidando la premiazione alle sorti belliche?

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