I diplomatici tedeschi hanno riallacciato i contatti con Trump perché credono nella sua rielezione
Gli alti funzionari tedeschi temono per il ritorno di Trump, ma questa volta vogliono essere pronti a tutto. Dal primo mandato burrascoso di Trump alla possibile rielezione dopo la parentesi Biden, qual è stato e quale sarà il rapporto tra Germania e il vertice americano.
“I tedeschi sono cattivi, molto cattivi”. Queste sono le parole dell’ex presidente degli Stati Uniti durante il suo primo mandato, lo stesso presidente che, con alte probabilità, risalirà al potere all’età di 76 anni. Trump ha, infatti, annunciato la sua intenzione di candidarsi per un secondo mandato alla Casa Bianca diversi mesi fa. Nei sondaggi, Trump è molto più avanti rispetto ai potenziali rivali del suo stesso partito, incluso il governatore della Florida Ron de Santis, che è ampiamente considerato avere le migliori possibilità di battere Trump alle primarie.
Ristabilire i rapporti con Trump è dunque di primaria importanza per una Germania che non vuole rischiare di scontrarsi con la Casa Bianca in vista delle nuove elezioni del 2024.
L’esperienza del primo Trump
Poco importa delle origini tedesche, la Germania non è vista di buon occhio dal presidente americano che più volte si è scontrato con l’ex cancelliera Merkel definendola perfino “stupida” secondo voci non verificate. Ma le discussioni tra i due si estendevano su argomenti molto ampi e controversi come il forte appoggio della Germania alla NATO o la costruzione del gasdotto NordStream 2 (che ha concluso la posa della seconda linea a settembre 2021) .
La vittoria di Biden nel 2020 è stata una grande boccata d’aria per le alte cariche tedesche che hanno espresso gioia congratulandosi con Biden.
L’abbraccio di Biden
Con Biden i rapporti sono stati riallacciati e le politiche ecologiche hanno iniziato a riprendere spazio tra le intenzioni del presidente americano. Un grande errore, però, che è stato commesso dalla Germania in passato, è aver stretto molti legami con la Clinton dando per scontato che sarebbe diventata presidentessa ritrovandosi in grosse difficoltà all’elezione di Biden. A proposito le redini devono essere prese da Andreas Michaelis, il nuovo ambasciatore tedesco a Washington, che deve identificare persone potenzialmente rilevanti per il mandato successivo.
Non dimentichiamo che anche Biden ha avuto i suoi problemi con l’Europa. Ad esempio, ad agosto 2022 Biden ha firmato la Inflation Reduction Act (IRA), un provvedimento del genere ha causato grandi danni in quanto apparentemente legge molto green ma, se letta più approfonditamente, si scopre essere decisamente protezionista.
Il ritorno di “TRUMP 2.0”
Un secondo Trump rishcierebbe di rafforazare ancora di più queste posizioni protezioniste e non solo.
La paura di un secondo mandato di Trump ha portato gli alti funzionari tedeschi a prendere precauzioni. Più di tutti Annalena Baerbock, ministro degli esteri tedesco e membro del partito dei Verdi. Baerbock intrattiene ottimi rapporti con l’attuale segretario di stato americano Anthony Blinken, che probabilmente dovrà lasciare la casa bianca alla fine del mandato Biden. Tutti i valori, infatti, per cui si battono crollerebbero all’alba dell’ipotetico mandato “Trump 2.0”.
Per salvaguardare la situazione, la ministra Baerdock, ha rilevato alcuni punti in comune tra tedeschi e repubblicani: le auto elettriche e la cosiddetta “strategia cinese“.
Per quanto riguarda le auto elettriche l’intenzione rimane quella di essere quanto più eco sostenibili. Non è più, infatti, un problema di destra o sinistra, come ha affermato il magnate Musk. La “strategia cinese”, invece, è stata concepita in modo da mostrare agli americani che la Germania può anche essere un alleato nel regno Indo-Pacifico. Tuttavia non è chiaro se il cancelliere tedesco Scholz alla fine sosterrà questa strada. Che Trump e Scholz siano totalmente differenti è palese, dalla politica al comportamento o dal semplice atteggiamento in pubblico.
Consolidare i rapporti
In ogni caso, secondo il Der Spiegel, le questioni che aiuterebbero a consolidare le relazioni U.S.A. – Germania sarebbero: sia adottare una politica più dura nei confronti della Cina, sia aumentare notevolmente la spesa per la difesa e procurarsi un caccia con capacità nucleare che possa sosituire il vecchio “tornado”. Queste, di sicuro, non sono posizioni che attirerebbero voti che, invece, andrebbero troppo incontro agli U.S.A. portando voti ad altri partiti.
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