Glienicker Brücke, la storia del Ponte delle Spie di Berlino
Il ponte Glienicke, utilizzato per lo scambio delle spie catturate ai tempi della Guerra Fredda
Il ponte Glienicke, sul fiume Havel, collega il quartiere Wannsee di Berlino con la città di Potsdam, nel Brandeburgo. Prende il nome dal vicino Palazzo Glienicke ma è noto anche come Ponte delle Spie, poichè durante la Guerra Fredda costituiva il confine tra Berlino Ovest e la Germania dell’Est e fu, perciò, utilizzato più volte per lo scambio di spie catturate.
La costruzione del ponte
Un primo ponte di legno sul fiume Havel fu costruito intorno al 1660, per raggiungere i vicini terreni di caccia. All’inizio del 1800, si rese necessario un nuovo ponte, possibilmente non in legno, per far fronte a un massiccio aumento del traffico tra l’allora capitale prussiana Berlino e la residenza degli Hohenzollern a Potsdam. Fu allora progettato un ponte basculante in mattoni e legno, terminato nel 1834.
All’inizio del XX secolo, tuttavia, il ponte richiese una nuova ricostruzione. Infatti, si registrò un ulteriore aumento del volume del traffico oltre che un malfunzionamento delle sezioni mobili del ponte che causava problemi al passaggio dei piroscafi sul fiume. Così, nel 1904, il governo prussiano indisse un concorso di progettazione per sostituirlo con un moderno ponte di ferro. La Johann Caspar Harkort Company di Duisburg presentò il progetto vincente e l’attuale ponte fu inaugurato il 16 novembre 1907.
Un’ultima ricostruzione del ponte risale, infine, al periodo post Seconda Guerra Mondiale a causa di diversi danni più o meno gravi.
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Il ponte durante la Guerra Fredda
Durante i primi anni della Guerra Fredda, il ponte fu utilizzato come collegamento tra le diverse sezioni di Berlino. Questo gli valse il nome di “Ponte dell’Unità”. Inoltre, americani e sovietici lo utilizzarono per lo scambio delle spie che venivano catturate. Il 27 maggio 1952, le autorità della Germania dell’Est chiusero il ponte ai cittadini di Berlino Ovest e della Germania Ovest.
Nell’agosto 1961, dopo la costruzione del muro di Berlino, il ponte fu chiuso anche ai cittadini della Germania dell’Est. Gli unici ad avere accesso al ponte in qualsiasi momento erano i diplomatici stranieri e il personale militare. Di tutti i checkpoint, ovvero i posti di blocco tra Berlino Ovest e Berlino Est, quello che era noto come “Il Ponte dell’Unità” aveva l’unicità di essere l’unico posto di blocco ad essere sotto il pieno controllo sovietico.
Negli anni ’70, il ponte necessitava di nuove importanti ristrutturazioni. I governi delle due Germanie non riuscivano a trovare un accordo e perciò, nel 1980, una sola metà del ponte fu riparata dal governo di Berlino Ovest. Qualche anno più tardi, nel 1985 Berlino Ovest finanziò la ristrutturazione anche dell’altra metà del ponte, appartenente alla Germania dell’Est, in cambio della ridenominazione formale dello stesso. Fu allora che il “Ponte dell’Unità” divenne “Ponte Glienicke”.
La sera del 10 novembre 1989, un giorno dopo l’apertura del muro di Berlino, il ponte Glienicke fu finalmente riaperto ai pedoni e le fortificazioni e le barricate di confine furono smantellate come parte della riunificazione tedesca nel 1990.
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Il ponte delle Spie
Durante la Guerra Fredda, l’odierno ponte di Glienicke veniva spesso chiamato dai giornalisti come “Ponte delle spie” per via dello scambio che avveniva tra americani e sovietici.
Il primo scambio di prigionieri ebbe luogo il 10 febbraio 1962. Gli americani rilasciarono Rudolf Abel, condannato per spionaggio per conto dell’Unione Sovietica nel 1957, in cambio di Gary Powers, il pilota di un aereo spia U-2 abbattuto nel 1960.
Un po’ di anni dopo, quando l’addetto militare statunitense Arthur D. Nicholson fu colpito da una sentinella sovietica nel marzo 1985, il suo corpo fu restituito all’esercito americano proprio attraverso il ponte Glienicke. O ancora, il 12 giugno 1985, dopo ben tre anni di trattative, ci fu uno scambio di 23 agenti americani detenuti nell’Europa orientale con l’agente polacco Marian Zacharski e altri tre agenti sovietici arrestati in Occidente.
Lo scambio finale è anche il più noto e risale, invece, all’11 febbraio 1986. L’attivista per i diritti umani e prigioniero politico Anatoly Shcharansky (ora noto come Natan Sharansky) e tre agenti occidentali furono scambiati con Karl Koecher e altri quattro agenti orientali.
Il ponte delle Spie – Il film
La storia del ponte è tutt’altro che dimenticata e il sito è apparso spesso nella narrativa come ambientazione di diverse sceneggiature. Una su tutte è il thriller politico Bridge of Spies, del 2015, diretto da Steven Spielberg e interpretato da Tom Hanks, nel ruolo dell’avvocato americano James B. Donovan che, nel 1962, riuscì ad organizzare il primo scambio di spie sul ponte berlinese.
Il film racconta questo scambio di spie con un’attenzione minuziosa ai dettagli storici. La forza del film non sta solo nel racconto e negli attori, che rendono il tutto estremamente credibile, ma anche nelle parti del film ambientate a Berlino. In particolare il momento della costruzione del muro nell’agosto del 1961 dal raro impatto emotivo.
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