Alla Neue Nationalgalerie una mostra riscopre le opere del berlinese Sascha Wiederhold

La Neue Nationalgalerie dedica una mostra a un artista berlinese rimasto nell’ ombra per molto tempo: Sascha Wiederhold

La Neue Nationalgalerie per la prima volta in quasi mezzo secolo, dedica una mostra a Sascha Wiederhold:Sascha Repeated“. L’esposizione raccoglie le poche opere superstiti di questo artista caduto ingiustamente nell’oblio.  “Il suo mondo pittorico consiste in forme e motivi vorticosi e selvaggi e in colori intensi, con i dipinti di grande formato che trasmettono un’esperienza visiva quasi psichedelica” è quanto si legge nella descrizione dell’evento.

La vita dell’artista

Nato a Münster, Sascha Wiederhold si è formato a Berlino. Qui prende parte alla cerchia della galleria berlinese di Herwarth Walden “Der Sturm” e molto rapidamente si è sviluppato in uno dei principali protagonisti del modernismo classico in Germania. L’attività artistica di Sascha Wiederhold proseguì dal 1924 fino al 1930. A causa dell’ascesa al potere del nazionalsocialismo in Germania, Wiederhold smise di dipingere dal momento che le sue opere vennero proposte per la mostra “Degenerate Art”. Da qui rinunciò di colpo all’arte per lavorare come libraio. Tra il 1945 e il 1946 Wiederhold come tutti i ragazzi, dovette fare il servizio e divenne prigioniero di guerra britannico. Nonostante non disegnasse più, durante il periodo di prigionia Wiederhold fece una serie di disegni che sono stati conservati. Tornato alla vita normale continuò il lavoro da libraio.

L’attività artistica di Sascha Wiederhold è stata molto breve. Per questo uno dei motivi per cui le opere dell’artista sono state considerate erroneamente come marginali per molti anni. Il collezionista d’arte svizzero Carl Laszlo ha riscoperto Sascha Wirderhold nei primi anni Sessanta, contattandolo poco prima della sua morte, avvenuta nel 1962. Successivamente, negli anni ’70, gli vennero dedicate due piccole mostre.

Lo storico dell’arte Dieter Scholz è stato ora in grado di ricostruire la vita e l’opera di Sascha Wiederhold sulla base del materiale di partenza, che proviene principalmente da una piccola collezione della tenuta dell’artista nella Berlinische Galerie. Tutte le 79 opere “riscoperte” sono attualmente presenti nella mostra.

Lo stile e il linguaggio di Sascha Widerhold

Nel 1929 e nel 1930, Wiederhold lavorò come scenografo all’East Prussian City Theatre Tilsit. Ha creato scenografie per “King Nicolo” di Wedekind e “Aida” di Verdi, tra gli altri; apparteneva alla cerchia intorno a Raoul Hausmann e Hannah Höch a Berlino. Stilisticamente, le sue opere sono vicine al cubismo, allo stesso tempo ci sono influenze del futurismo italiano date da grandi pennellate di colori. Il mondo pittorico di Wiederhold presenta una combinazione di forme e motivi selvaggiamente confusi e colori intensi, tanto da trasmettere una percezione visiva delle sue opere quasi psichedelica. Riconciliando nella sua arte diverse influenze europee e lo stile comune degli artisti del gruppo “Der Sturm”. La combinazione delle forme disegnate da Wiederhold riflettono nel loro potere dinamico l’esperienza storica della vibrante città di Berlino negli sfrenati anni ’20.

“Bogenschützen” (1928) per la collezione della Galleria Nazionale nel 2021 è stato un primo passo verso la riscoperta dell’artista. Wiederhold ha anche progettato scenografie, poster e copertine di libri, che ora fanno per la prima volta quest’anno, fanno parte di una sua mostra personale museale.

 

La mostra

La mostra temporanea dedicata Sascha Wiederhold, è suddivisa in tre piccole sale. Entrando nella sala centrale si viene travolti dai colori accesi e dalla musicalità delle tre opere che la arredano. Al centro troviamo “Figuren im Raum” del 1928 e altre due opere laterali di grandi dimensioni. Circondati dai quadri di Wiederhold, l’impressione è quella di essere inglobati in una strana realtà. Una realtà fittizia fatta di forme innaturali e prospettive azzerate che l’artista dipinge in una dimensione bidimensionale. Un po’ come rivedere le opere irreali di artisti come Borsch in chiave più contemporanea.
Le due sale adiacenti sono dedicate a opere di dimensioni più piccole.
La sala a sinistra, oltre alle opere dell’artista presenta una interessante raccolta di documenti cartacei che mi ripercorrono alcune tappe della sua vita, come diversi articoli di giornale. Tra questi appaiono articoli dedicati al gruppo “Die strum”, mentre in altri il nome di Sascha Wiederhold è associato al collezionista Laszlo e le mostre realizzate insieme negli anni ’70.
La sala di destra è dedicata ad opere come Princesse Verte del 1924, Tanzer del 1926 e altre opere di un formato più piccolo.

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