La Rigaer Straße di Berlino, culla di movimenti politici e resistenza alla gentrificazione

Dove si trova Rigaer Straße, una delle vie più iconiche di Berlino

Rigaer Straße, nel quartiere berlinese di Friedrichshain, è una strada ricca di storia e movimenti culturali. Famosa per le sue occupazioni, che dagli anni ’90 l’hanno caratterizzata, rimane una delle vie più interessanti della città.

Il quartiere di Friedrichshain è diviso in quattro dalle grandi strade che lo attraversano. Warschauer Straße e Petersburger Straße da nord a sud, Karl-Marx-Alle e Frankfurter-Allee sul lato da ovest a est. Queste strade formano una sorta di croce al cui centro c’è Frankfurter Tor, mentre Rigaer si trova in alto a destra. Rigaer Straße è una parallela di Frankfurter Allee: procede da Bersarin Platz sino alla stazione della S-Bahn di Frankfurter Allee. La strada risale al 1820 e nel 1893 le fu conferito il nome attuale (per qualche tempo era stata indicata solo con un numero, Strada n. 58, e poi nominata Eckhartsbergsstraße). I nomi delle strade di questa zona del quartiere hanno una particolarità, rimandano infatti a nomi di città Baltiche e dell’Est Europa: Petersburger Strasse, Danziger Strasse, etc. La stessa Rigaer Straße prende il nome dalla città di Riga, capitale della Lettonia.

Storie di occupazioni e movimenti sociali

Rigaer Straße è uno degli ultimi avamposti berlinesi caratterizzato dalla presenza di spazi autogestiti. Subito dopo la caduta del Muro, la strada divenne celebre per la presenza di molte case occupate e progetti abitativi. Effettivamente in quel periodo Rigaer Straße era (ed è ancora) piena di edifici storici risalenti alla fine dell’Ottocento rimasti inabitati. Piuttosto che ristrutturarli, era più conveniente erigerne di nuovi. Per questo l’amministrazione di Berlino decise di costruire i nuovi quartieri di Marzahn e Lichtenberg.

Fin dagli anni ’70 in Rigaer Straße, che apparteneva a Berlino Est, si riunivano gruppi di giovani che volevano sfuggire al controllo del regime della DDR. L’animo attivista e anarchico delle persone che frequentavano la strada rimase vivo e a partire dal 1990 iniziarono le prime occupazioni. Molte case furono, nonostante le condizioni non ottimali, occupate e lo sono rimaste per molto tempo. Nel giugno del 1990 venne occupato l’edificio in Rigaerstr. 94, tutt’ora in parte attivo come progetto sociale. Il Kadterschmiede, un bar autonomo è parte dell’edificio e luogo di incontro per molte persone. Sempre nel 1990 venne occupato il 78/Abstand, in Rigaerstr. 78.

Ad oggi, purtroppo, di queste occupazioni è rimasto ben poco. La strada è diventata nel corso degli anni un simbolo di resistenza alla gentrificazione. Tuttavia, a volte le proteste non sono state sufficienti. Nel febbraio del 2011 è stato sgomberato il Liebig14, una casa occupata anch’essa sin dal 1990, proprio nell’angolo tra Rigaer Straße e Liebigstraße. La stessa sorte è toccata nell’ottobre del 2020 alla casa di Liebigstraße 34, la quale ospitava un progetto abitativo anarca-queer-femminista dal 1999. Simbolo della scena radicale di sinistra a Berlino, il suo sgombero è stato accompagnato da proteste e rivolte: “Dei 57 abitanti che ci vivevano non rimane nessuno, chi portato via dalle forze dell’ordine e chi trasferitosi prima, in vista dello sgombero annunciato. Restano soltanto quattro pareti zeppe di graffiti e un interno distrutto e barricato, manna per tutti quei media che non vedono l’ora di crocifiggere gli ex occupanti.”

Leonhard Lenz, Creative Commons CC0 1.0 Universal Public Domain Dedication

Leonhard Lenz, Creative Commons CC0 1.0 Universal Public Domain Dedication

Il punto di vista di chi vive la via

Dirk Moldt, storico e sociologo berlinese, vive in Rigaer Straße ed ha aiutato ad allestire una mostra permanente sulla Resistenza giovanile nell’ex chiesa di Galilea, lo Jugendwiderstandsmuseum. L’esposizione permanente offre uno spaccato delle strutture di resistenza modellate dalla cultura giovanile nell’ex distretto di Friedrichshain a Berlino Est negli anni 1948-1989. In un’interessante intervista rilasciata al Tagesspiegel, Moldt ha parlato del suo rapporto con la via e di come gli spazi autogestiti siano fondamentali per permettere alla città di avere un’alternativa alla gentrificazione e al relativo aumento dei costi della vita.

“Il suo fascino speciale sta nell’apparentemente incompiuto, creativo, che consente ancora molte possibilità. È ciò che attrae il potenziale creativo, qualcosa che definisce il distretto. Abbiamo una dozzina di progetti abitativi di questo tipo, impegnati dal punto di vista socio-culturale, e ai residenti locali non importa. Anzi. Nella mia esperienza, progetti come questo sono il sale della terra da cui può emergere qualcosa di nuovo”.

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Immagine di copertina: foto di spinheike, da Pixabay.