Gruppo di medici contro il sistema sanitario tedesco: “Punta ai soldi, non alla salute dei pazienti”

Dal 2020 un gruppo di medici lavora per migliorare il sistema sanitario tedesco dall’interno. E qualche cosa sta già cambiando

“Il sistema sanitario è malato”. Così apre la pagina web di Bunte-Kittel, la campagna portata avanti da un gruppo di medici e operatori sanitari che chiede una riforma a tutto tondo del sistema sanitario tedesco. La richiesta è quella di mettere nuovamente al primo posto la salute di pazienti e personale, e non più gli interessi economici. Dopo le dichiarazioni di oggi, 6 dicembre, da parte del Ministro della sanità, sembra che qualche cosa si stia muovendo a livello governativo.

Bunte-Kittel: la richiesta di riformare il sistema sanitario

Bunte Kittel si definisce come “una campagna sostenuta dai giovani delle professioni sanitarie“. Lanciata nel 2020, la campagna si basa su una visione del sistema sanitario che si concentri sulle persone e sui loro bisogni. Con questo focus la campagna critica sempre più apertamente il sistema sanitario tedesco esistente, che “punta ai soldi, non alla salute dei pazienti”.

Critichiamo un sistema in cui il profitto è fondamentale. Un sistema che favorisce le corporazioni che hanno scoperto nell’assistenza sanitaria un modello di business redditizio. Un sistema che utilizza il trattamento di sfruttamento dei dipendenti come strategia di riduzione dei costi. Un sistema che mette in secondo piano l’azione sostenibile a fronte di un’immensa pressione sui costi.

Con un programma che si sviluppa su 10 punti, gli attivisti di Bunte-Kittel propongono un sistema sanitario al centro del quale ritorna ad esserci la salute del paziente e degli operatori di cura.

Krankenhausreform: il governo ha annunciato l’attesa riforma

In linea con le richieste avanzate, il Ministro della sanità, Karl Lauterbach (SPD) ha annunciato una riforma per il miglioramento del sistema sanitario, promettendo un intervento sul sistema economico alla base. Lauterbach si dice deciso a portare avanti la “più grande riforma ospedaliera in 20 anni”, sostituendo il finanziamento per somma forfettaria, in tedesco Fallpauschale, con un sistema migliore.

Il ministro ha istituito una commissione di 16 esperti tra dottori ed esperti legali, per trovare una soluzione radicale. Sono stati individuati i tre nuovi criteri sulla base dei quali gli ospedali potrebbero ricevere i finanziamenti: prestazioni erogate, livelli di assistenza e gruppi di servizi. Saranno inoltre previsti importi fissi per la fornitura di personale, di un pronto soccorso o per la tecnologia medica necessaria. Gli ospedali dovrebbero infine ricevere dei fondi come parte della fornitura di servizi di interesse generale.

Che cos’è il finanziamento per somma forfettaria

Introdotto nel 2003, il finanziamento per somma forfettaria delle strutture ospedaliere prevede il finanziamento degli ospedali in base ai singoli casi e non in base alla degenza dei pazienti. L’introduzione è stata voluta per ridurre la durata delle degenze ospedaliere e la conseguente pressione sul personale ospedaliero. E ha funzionato in questo senso: la durata media di una degenza ospedaliera in Germania è scesa da 10 a 7 giorni dall’introduzione della Fallpauschale. L’occupazione dei letti ospedalieri è rimasta bassa anche nel 2021, nonostante la pandemia.

D’altro canto però, sono presto emersi i contro a questo modello di finanziamento, come la pressione per arrivare a curare il maggior numero possibile di pazienti e il sovra-trattamento di questi. Il rischio è quello di finire a trattare i pazienti puntando alla quantità non garantendo prestazioni adeguate. Sommato alla continua carenza di personale medico-sanitario, questo tipo di finanziamento viene sempre più indicato come causa del prevalere dell’interesse economico a discapito del benessere dei pazienti.

Molte le storie di pazienti che denunciano la prevalenza dell’interesse economico nel sistema sanitario tedesco, specialmente nella gestione dei nati prematuri e dei pazienti in terapia intensiva, settori che rappresentano le fonti di lucro più redditizie per gli ospedali, come raccontano le storie raccolte nel documentario di ARD.

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