Germania: ex guardia centenaria del campo nazista condannata a cinque anni di reclusione
Joseph S., ex guardia di un campo di concentramento nazista, rischia oggi cinque anni di carcere all’età di 101 anni. Il processo ha avuto luogo questa settimana in un tribunale tedesco
A più di settant’anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, i pubblici ministeri tedeschi stanno ancora lavorando per consegnare alla giustizia gli ultimi nazisti sopravvissuti, responsabili dell’eccidio di milioni di ebrei nei campi di concentramento. Nel 2011 ci fu la condanna dell’ex guardia John Demjanjuk, accusato di far parte della macchina assassina di Hitler. Questo caso ha stabilito un precedente legale e ha spianato la strada a molti altri casi di giustizia simili. Da allora infatti sono usciti dai tribunali tedeschi molti verdetti di colpevolezza per coinvolgimento nel programma nazista, piuttosto che per omicidi direttamente compiuti dall’individuo. Questa settimana ha avuto luogo un altro processo, che ha visto condannare dal tribunale tedesco Joseph S. (101 anni), un’ex guardia di un campo di concentramento nazista, a 5 anni di reclusione.
Il caso di Joseph S.
Oggi, martedì 28 giugno 2022, un tribunale tedesco ha condannato a cinque anni di carcere un’ex guardia di un campo di concentramento nazista. Si tratta della persona più anziana finora processata per complicità in crimini di guerra avvenuti durante la Seconda Guerra Mondiale. Joseph S. ha 101 anni e vive attualmente nello stato di Brandeburgo. L’anziano è stato ritenuto complice di molteplici omicidi mentre lavorava come guardia carceraria nel campo di Sachsenhausen a Oranienburg, a nord di Berlino, tra il 1942 e il 1945.
Come noto, più di 200.000 persone, tra cui ebrei, rom, oppositori del regime e persone omosessuali furono rinchiuse nel campo di Sachsenhausen e costrette ai lavori forzati. Decine di migliaia di detenuti morirono per stenti, omicidi, esperimenti medici e malattie, prima che il campo fosse liberato dai militari russi. I pubblici ministeri hanno affermato, durante il processo, che Joseph S. abbia aiutato e favorito l’esecuzione dei prigionieri mediante fucilazione e uso di gas velenoso. All’epoca l’uomo aveva 21 anni.
Oggi, il perseguimento di uomini e donne anziano è considerato problematico dopo i 75 anni di età, anche se gli accusati hanno fornito assistenza attiva in migliaia di omicidi. Tuttavia, la giustizia “non ha data di scadenza” sottolinea l’avvocato Thomas Walther, in risposta alle critiche rivolte contro i processi agli anziani nazisti sopravvissuti, la maggior parte dei quali ultranovantenni. È stato infatti l’avvocato Walther, all’inizio degli anni 2000, a dare avvio al perseguimento del personale nazista da parte degli investigatori. Le accuse rivolte ai collaboratori erano appunto quelle di aver prestato servizio alla macchina di sterminio di Hitler.
Le dichiarazioni dell’imputato
Joseph S. ha rilasciato diverse dichiarazioni durante il processo, tutte per la maggior parte irrelate o incoerenti fra di loro. Il pensionato centenario ha infatti lamentato che la sua testa si stava confondendo. Fra le dichiarazioni, Joseph S. ha affermato anche di aver lavorato come bracciante agricolo in Germania durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale. Tale affermazione è stata tuttavia contraddetta da molti documenti storici riportanti il suo nome, data e luogo di nascita.
Dopo la guerra, Joseph S. ha lavorato in un campo di prigionia in Russia prima del suo ritorno in Germania. Lì ha svolto lavori come contadino e fabbro. Il processo contro l’ex guardia nazista è iniziato nel 2021 ma più volte ritardato a causa delle precarie condizioni di salute dell’imputato, rimasto in libertà fino ad adesso. Rimane altamente improbabile che Joseph S. si ritrovi dietro le sbarre, data la sua età e le sue condizioni di salute tutt’ora instabili.
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Immagine di copertina: © Foto Roger Veringmeier da Wikimedia Commons