L’Austria dichiara che rimarrà neutrale

La guerra di aggressione russa all’Ucraina aveva aperto un dibattito sulla neutralità dell’Austria, ma il cancelliere Karl Nehammer ha confermato che la nazione rimarrà neutrale

La guerra di aggressione contro l’Ucraina ha portato a un dibattito in Austria sulla neutralità della nazione rispetto ai recenti fatti accaduti. L’ex presidente del Consiglio nazionale dell’ÖVP (Partito Popolare Austriaco) Andreas Khol si era espresso favorevole all’adesione alla NATO o alla partecipazione a un esercito europeo dell’UE, invitando l’Austria ad abbandonare la sua storica neutralità. “Uno stato neutrale o non allineato viene lasciato solo quando viene attaccato”, ha affermato Khol. Anche Günter Höfler, ex comandante dell’esercito, aveva dichiarato che “la neutralità non ha mai salvato un paese da un aggressore” e che l’unica politica di sicurezza per l’Austria è l’adesione alla NATO. Così come il portavoce militare dell’ÖVP Ofenauer ha sottolineato in una dichiarazione che la neutralità può contribuire alla sicurezza dell’Austria solo se l’inviolabilità e l’integrità del territorio nazionale sono accettate e rispettate da tutti gli stati. Ma la risposta del cancelliere Nehammer (ÖVP) sembra essere molto chiara: “Non servono appelli o grida: l’Austria era neutrale, è neutrale e rimarrà neutrale. La neutralità ci serve bene, non è in discussione”, ha detto Nehammer su Twitter.

Nehammer dichiara completa solidarietà da parte dell’Austria ed è appoggiato dalla leader del SPÖ

“La guerra infuria. Serve un aiuto rapido, una solidarietà rapida per le persone sul campo. Serve sostegno per i leader politici che temono per la propria vita. Ciò che non serve: discussioni che non hanno fondamento nella realtà”, ha affermato il cancelliere. Anche Pamela Rendi-Wagner, presidente del Partito Socialdemocratico d’Austria (SPÖ), ritiene che non sia il momento giusto per affrontare un dibattito sulla neutralità o per pensare a un esercito europeo, come ha sottolineato in conferenza stampa. Uno stato neutrale, secondo Rendi-Wagner, non è percepito come una minaccia dalle grandi potenze e sopratutto: “la nostra neutralità assicura che l’Austria non possa essere costretta a prendere la posizione di una grande alleanza militare e inviare soldati austriaci in guerra in altri paesi”. Come Nehammer, la leader del SPÖ si dichiara molto favorevole a una neutralità attiva e impegnata nel senso della diplomazia di costruzione della pace. Ciò significa assumere una posizione chiara quando vengono violati i diritti umani o il diritto internazionale.

Perché l’Austria non fa parte della NATO

Come spiega un articolo del The Local, la non appartenenza dell’Austria alla NATO deriva dalla sua lunga tradizione di neutralità. Nel 1955,  quando le ultime truppe straniere lasciarono l’Austria, il parlamento adottò una legge costituzionale sulla neutralità, impegnando il paese allo status di neutralità permanente. La legge fortificò alcune disposizioni del Trattato di Stato dell’Austria firmato dal governo e dai rappresentanti delle forze alleate. Secondo il trattato, l’Austria non può unirsi a un’alleanza militare, permettere lo stabilimento di basi militari straniere all’interno dei suoi confini o partecipare a una guerra. Perciò, come paese neutrale, l’Austria non può aderire alla NATO, che si definisce come un’alleanza politica e militare.

Tuttavia, il paese è membro dell’organizzazione Partnership for Peace (PfP) della NATO, che promuove la cooperazione bilaterale. L’Austria partecipa anche al Consiglio di partenariato euro-atlantico della NATO (EAPC), un forum di dialogo e consultazione su questioni politiche e di sicurezza nella zona euro-atlantica. L’esercito austriaco aderisce anche alle operazioni di pace delle Nazioni Unite e attualmente è schierato in diversi paesi, tra cui il Kosovo, il Libano e la Bosnia-Erzegovina.

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Immagine di copertina: foto di waldomiguez, da Pixabay.