A Berlino c’è il primo museo in Europa dedicato ai Samurai
L’8 maggio 2022 ha aperto a Berlino il primo museo dedicato ai Samurai in tutta Europa
Situato a Mitte, all’indirizzo Auguststraße 68, il museo dei Samurai di Berlino racconta quest’aspetto della cultura giapponese attraverso oltre mille oggetti. Peter Janssen, il collezionista, è da sempre stato affascinato dalla cultura e dalle arti marziali giapponesi. Trent’anni fa la sua attenzione ricadde su una katana a un mercatino delle pulci. Quest’acquisto si rivelò fallimentare, perché era un falso. Ciò nonostante, da allora, non ha più smesso di collezionare oggetti appartenenti ai Samurai.
Nel 2017 apre la sua collezione al pubblico a Villa Clay, dove ora si trova il centro di ricerca, ma il crescente numero di oggetti richiede presto la ricerca di una nuova location. A oggi, la raccolta comprende in totale 4000 artefatti, dal periodo Kofun a quello Meiji (VI-XIX secolo). Nella collezione non troviamo in esposizione solamente armi o armature, ma anche oggetti di uso quotidiano, come indumenti, tazze per il tè, e stampe. In questo modo il museo dà una visione a 360 gradi della cultura Samurai. Peter Janssen, durante la conferenza stampa, si auspica di condividere “l’entusiasmo per la cultura giapponese e la storia dei Samurai attraverso le generazioni”.
Un museo per grandi e piccoli
Ad accompagnarvi lungo la mostra, ci sarà la simpatica mascotte volpe Kitsune. Direttamente dal folclore giapponese, le Kitsune sono spiriti di volpi che possiedono l’abilità di trasformarsi in donne. Quest’animale ha guadagnato un certo grado di rispetto in Giappone per via della sua furbizia e saggezza, ma non sempre in senso positivo. Lo spirito in questione, infatti, può essere benevolo o ingannatore a seconda delle situazioni.
Infatti, nel museo, sarà lei a raccontarvi le curiosità riguardo gli oggetti in esposizione tramite gli schermi interattivi davanti alle vetrine. Inoltre, qui potrete anche testare le vostre conoscenze riguardo ciò che avete appreso. Grazie all’aiuto di Ars Electronica Solutions, infatti, il museo offre la possibilità di interagire con le opere attraverso dei giochi e proiezioni, creando un’esperienza divertente e immersiva.
Per i più piccoli, e non solo, sono presenti anche dei giochi inerenti alla cultura giapponese, come la “Caccia agli Yokai”.
Il museo dei Samurai di Berlino, video di Maddalena Carraro
La storia dei Samurai in breve
Il nome Samurai deriva dal verbo “saburau”, che significa servire. Infatti, questi guerrieri erano inizialmente al servizio dell’impero giapponese col compito di difendere le terre a loro assegnate. Questo nome fa la sua comparsa per le prime volte nei documenti a partire dall’VIII secolo, nel momento in cui la leva obbligatoria venne abolita. Già a partire dal XII secolo, in seguito all’arricchimento dei Samurai, essi iniziarono a costituire una casta elitaria con titolo tramandabile di generazione in generazione.
Questo gruppo sociale si atteneva a un codice morale molto rigido chiamato “Bushidō”, ossia “Via del guerriero”. Il principio “Rei”, per esempio, regolava le interazioni e si basava sul rispetto della gerarchia e posizione sociale dell’interlocutore. Il “Chugi” invece rappresentava il valore della fedeltà assoluta di un allievo verso il proprio maestro. Nel museo viene raccontata la leggenda dell’imbattibile guerriero Benkei, il quale sfidava in battaglia chiunque provasse ad attraversare il ponte Gojo.
Infine, venne sconfitto da Yoshitsune Minamoto, del quale diventò allievo e per cui sacrificò la propria vita per salvarlo. In seguito alla morte del proprio padrone, un Samurai dovrebbe praticare il “Seppuku”, per espiare la propria colpa e per dimostrare la fedeltà verso il proprio signore, prevista dalla virtù Meiyo. Tuttavia, non tutti i Samurai erano così ligi al loro codice, alcuni di essi sceglievano la via del disonore, diventando Ronin, ossia guerrieri erranti, mercenari o vandali.
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Immagine di copertina: Foto dal museo dei Samurai di Berlino, scattata da Maddalena Carraro