Sorbi, la minoranza etnica slava che vive ancora in Germania
Sorbi, minoranza etnica di origine slava, nelle terre dell’Alta Lusazia: una storia millenaria che arriva fino ad oggi
Se accostiamo le parole Germania e minoranza etnica cosa vi viene in mente? Penserete forse ai quartieri multikulti di Berlino, ai ristoranti etnici di Kreuzberg e Neukölln, o all’alta concentrazione di persone di diversa nazionalità nel Nord Reno Westfalia. In realtà l’intero paese è puntellato di isole linguistiche e culturali, che coesistono pacificamente con la cultura e la lingua tedesca. Sono quattro le minoranze etniche ufficialmente riconosciute: danesi, frisoni, sinti e, per l’appunto, sorbi. I sorbi, altrimenti detti Sorabi o Serbi di Lusazia sono una popolazione slava occidentale. Abitano le terre dell’Alta Lusazia, corrispondente ai Länder di Sassonia e Brandeburgo. Una storia millenaria la loro, sul territorio tedesco da più di 1.500 anni.
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Tra lingua e tradizione
Al giorno d’oggi sono 60.000 i sorbi in Germania. Il sorabo è per molti di loro la prima lingua, o, come direbbe Dante, la «lingua che chiami mamma o babbo», quella che impariamo da bambini, nell’ambiente familiare. Afferma Marko Klimann, sindaco sorbo della città di Crostwitz, abitata per il 90% da sorbi: «Questo è comune qui; ecco perché è importante. Non è solo qualcosa che è stato artificialmente creato e ora stiamo provando a mantenere vivo. Questa è la vita di tutti i giorni. Questo è il linguaggio di tutti i giorni». Parole, ma anche tradizioni. Tra le più conosciute la decorazione delle uova pasquali, pitturate da bambini e genitori durante i mesi di aprile e maggio. Oppure il carnevale, festa di folklore particolarmente sentita, dove in vestiti tradizionali i sorbi compiono cerimonie di allontanamento degli spiriti maligni e salutano i mesi più freddi.
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Una storia minore fatta di persecuzioni e riscatti
Ma non è sempre stato semplice custodire il proprio patrimonio culturale. Sono stati spesso bersagli di soprusi e violenze. Persero la loro indipendenza politica nel decimo secolo quando il re di Sassonia Enrico I estese i propri possedimenti sulle loro terre. Da lì in avanti furono numerosi i tentativi di neutralizzarne lingua e cultura. Fino a tempi recenti, quando i nazionalsocialisti bandirono il sorabo e i sorbi furono momentaneamente cancellati dalla storia, almeno quella ufficiale. Ma nel 1992 la Germania fu uno dei primi paesi firmatari della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, che mira a preservare le culture e le lingue di minoranze etniche. Ed è anche grazie a questi progetti di tutela che è possibile sentire, se di passaggio in una cittadina della Sassonia o del Brandeburgo, un sorbo «Witaj» (/vitai/) invece che un tedesco «Hallo».
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Immagine di copertina: Crostwitz da Wikipedia, J budissin, CC BY 3.0