Sophie Scholl e la Rosa Bianca: chi fu la giovane che si oppose al nazismo trovando una tragica morte
Il 22 febbraio si celebra il triste anniversario della morte di Sophie Scholl, condannata a morte nel ’43 per aver difeso la libertà ed essersi schierata contro il nazismo
Sophie Magdalena Scholl è stata un’attivista tedesca della Weiße Rose (Rosa Bianca), un gruppo di resistenza gestito da studenti dell’Università di Monaco. Gli attivisti scrivevano e distribuivano volantini per denunciare i crimini nazisti, mentre chiamavano alla resistenza al regime e alla guerra. Il 22 febbraio 1943 Sophie fu decapitata per tradimento a soli 21 anni. In questo articolo vi raccontiamo in breve la vita e l’impegno politico di Sophie.
I primi anni e la partecipazione di Sophie a movimenti giovanili nazisti
Sophie nasce nel 1921 in una famiglia dell’alta borghesia nel sud della Germania e si trasferisce a dieci anni con la famiglia a Ulm. I nazisti salgono al potere nel gennaio 1933. All’età di 12 anni Sophie si unisce alla BDM (“Bund Deutscher Mädel”), ovvero il gruppo della gioventù femminile nazista. Il padre di Sophie, tuttavia, disapprova fortemente il regime. L’arresto del fratello Hans – attivo in un gruppo alternativo (nonostante fossero stati banditi nel 1936) – a causa di una relazione omosessuale , colpisce molto la giovane Sophie, che inizia il processo che da sostenitrice del regime la porterà a essere un’attiva combattente della resistenza. Il 1° settembre 1939, Hitler invade la Polonia e due giorni dopo, Francia e Gran Bretagna dichiarano guerra alla Germania. I fratelli maggiori di Sophie vennero mandati a combattere al fronte. Sophie nel 1941 desidera studiare biologia e filosofia, ma per essere ammessa all’università deve dapprima lavorare per lo Stato nel RAD “Reichsarbeitsdienst” (Servizio Nazionale del Lavoro). I dubbi di Sophie sul regime crescono sempre di più.
Sophie e la Rosa Bianca
Quando finalmente Sophie si trasferisce a Monaco per studiare nel maggio 1942, suo fratello Hans, studente di medicina alla stessa università, ha già iniziato a mettere attivamente in discussione il sistema. A partire dal giugno 1942, Hans inizia con alcuni amici a stampare e distribuire volantini a Monaco e dintorni, chiamando all’azione i loro compagni studenti e la popolazione tedesca. Altri membri della loro cerchia si uniscono all’impresa, scrivendo quattro opuscoli fino all’autunno dello stesso anno. Quando Sophie scopre il coinvolgimento del fratello, chiede di unirsi al gruppo, chiamato “Weisse Rose” (la Rosa Bianca). Altri membri influenti dell’organizzazione sono i loro compagni di studio Alexander Schmorell, Willi Graf, Christoph Probst e un professore di filosofia e musicologia dell’Università di Monaco, Kurt Huber. Insieme pubblicano e distribuiscono sei opuscoli, raggiungendo le famiglie di tutta la Germania. Acquisire una così grande quantità di carta, buste e francobolli in un periodo di rigido razionamento senza destare sospetti è problematico, ma gli studenti ci riescono coinvolgendo una vasta rete di sostenitori in città e paesi a nord come Amburgo e a sud come Vienna. Queste reti vengono attivate anche per distribuire i volantini, nel tentativo di ingannare la Gestapo nel credere che la Rosa Bianca abbia sedi in tutto il paese.
La protesta non violenta della Rosa Bianca
Nel tentativo di guadagnare trazione per la resistenza e di fermare lo sforzo bellico, gli opuscoli forniscono chiari consigli e sostengono il sabotaggio della macchina da guerra di Hitler. Nel gennaio 1943, la Rosa Bianca si sente forte e speranzosa. Il loro attivismo sembra funzionare. Il gruppo è ben organizzato e si stanno formando sempre più gruppi di resistenza clandestini. Osservando la situazione politica in Germania nel gennaio del 1943, Sophie e i membri della Rosa Bianca credono che un cambiamento nel paese sia imminente. La disastrosa sconfitta dell’esercito tedesco a Stalingrado è un punto di svolta sul fronte orientale, e le voci di dissenso si fanno più forti all’Università di Monaco. Questo li incoraggia a lavorare più audacemente, distribuendo i volantini direttamente di persona e scrivendo slogan come “Abbasso Hitler” e “Libertà” sui muri intorno a Monaco.
L’arresto di Hans e Sophie Scholl
Hans e Sophie distribuiscono i volantini nella loro università il 18 febbraio, perché i loro compagni di corso li trovino camminando tra una lezione e l’altra. Ad un certo punto, in quello che possiamo supporre sia un tentativo di far vedere i volantini a più persone, Sophie spinge una pila di volantini da una ringhiera fino alla sala centrale. Quella che ora è una scena iconica in ogni film e documentario sul gruppo, è il momento che cambiò tutto. Il volantino viene visto da un custode, un convinto sostenitore dei nazisti, che fa arrestare immediatamente Hans e Sophie dalla Gestapo. La bozza del settimo pamphlet è ancora nella borsa di Hans, il che porta all’arresto di Christoph Probst lo stesso giorno.
Il finto processo a Sophie Scholl e l’esecuzione
Dopo lunghi interrogatori, i tre subiscono un finto processo. Si prendono tutta la responsabilità delle azioni della Rosa Bianca. Questo tentativo di salvare i loro amici dalla persecuzione fallisce, e Willi Graf, Alexander Schmorell e Kurt Huber vengono arrestati a loro volta e condannati a morte. Dopo un processo di mezza giornata condotto dal famigerato Roland Freisler, presidente del tribunale del popolo, Hans, Sophie e Christoph vengono condannati a morte per tradimento. Nonostante questa orribile prospettiva, Sophie non vacilla. Quando le viene chiesto se non fosse effettivamente giunta alla conclusione che la sua condotta e le sue azioni dovrebbero essere viste come un crimine contro la comunità, Sophie risponde di essere dell’opinione di aver fatto il meglio che poteva per la sua nazione e che pertanto non si sarebbe pentita e avrebbe affrontato tutte le conseguenze. Sophie Scholl, Hans Scholl e Christoph Probst vengono giustiziati sulla ghigliottina il 22 febbraio 1943.
La memoria di Sophie Scholl
Mentre le loro morti vengono appena menzionate nei giornali tedeschi, ricevono molta attenzione all’estero. In aprile, il New York Times scrive dell’opposizione studentesca a Monaco. Nel giugno 1943, Thomas Mann, in una trasmissione della BBC rivolta ai tedeschi, parla delle azioni della Rosa Bianca. Il testo del sesto volantino viene contrabbandato nel Regno Unito dove viene ristampato e lanciato sulla Germania da aerei alleati nel luglio dello stesso anno. Sophia incarna l’importanza di agire secondo le proprie convinzioni e di seguire la propria coscienza, anche di fronte a grandi sacrifici. La sua storia ci ricorda di non tacere e di lottare per ciò che Sophie stessa ha scritto sul retro del suo atto di accusa prima di essere giustiziata: “Freiheit”, ovvero la libertà.
La storia di Sophie Scholl nella cultura popolare
“La Rosa Bianca – Sophie Scholl” (titolo originale: Sophie Scholl – Die letzten Tage) è un film del 2005 diretto da Marc Rothemund. Il film narra la cattura, la breve prigionia, il processo e la condanna alla pena capitale di Sophie Scholl e suo fratello Hans, oltre che da un loro amico. I tre erano accusati di cospirazione contro il regime nazista perché facenti parte del gruppo clandestino di opposizione Rosa Bianca.
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Foto di copertina: Screenshot da YouTube