La storia di Alfred Wegener e della teoria sulla deriva dei continenti
Alfred Wegener, il ricercatore tedesco che per primo propose la teoria della deriva dei continenti
Il ricercatore Alfred Wegener fu il primo ad intuire che i continenti non sono entità statiche. Nonostante Wegener avesse fornito molte prove fossili e rocciose a favore della sua teoria tra il 1912 e il 1929, questa fu allora respinta dalla comunità scientifica. Fu solo negli anni ’60 che la teoria della deriva dei continenti fu riconosciuta e divenne parte della scienza tradizionale.
Gli studi di Wegener e le prime spedizioni scientifiche
Alfred Wegener nasce nel 1880 a Berlino. Inizia l’università nella capitale tedesca nel 1899 e si specializza in astronomia, meteorologia e fisica. Nel 1902 inizia un dottorato di ricerca in astronomia. Trascorre un anno al famoso Osservatorio Urania di Berlino, il cui scopo era – ed è ancora – quello di rendere l’astronomia accessibile al pubblico. Wegener completa il suo dottorato nel 1905, all’età di 24 anni. Anche se qualificato per diventare astronomo, crede di poter dare un contributo maggiore nella meteorologia. Lo stesso anno, Wegener inizia così a lavorare come scienziato in una stazione meteorologica vicino alla piccola città tedesca di Beeskow. Lì collabora con suo fratello maggiore Kurt a un lavoro pionieristico per l’epoca: i due utilizzano palloni meteorologici per studiare i movimenti dell’aria.
Wegener viene nominato meteorologo ufficiale della spedizione scientifica Danmark in Groenlandia, che ha luogo dal 1906 al 1908. L’obiettivo principale della spedizione è quello di mappare l’inesplorata costa nord-est della Groenlandia. Durante la spedizione, lo scienziato costruisce la prima stazione meteorologica della Groenlandia e annota un gran numero di letture atmosferiche usando aquiloni e palloni. Tornato in Germania nel 1908, Wegener diviene professore associato di meteorologia all’Università di Marburgo. Nel 1910, pubblica il suo primo libro: Termodinamica dell’atmosfera.
La teoria della deriva dei continenti di Wegener
Nel 1910, guardando una mappa del mondo, Wegener nota come le linee costiere del Sud America orientale e dell’Africa occidentale sembrino combaciare perfettamente, come pezzi di un puzzle. Dopo ulteriori ricerche, nel 1911 lo scienziato apprende che i fossili di diverse specie sono presenti sia in Brasile che nell’Africa occidentale. Questa prova gli suggerisce che il Sud America e l’Africa erano a contatto quando gli animali e le piante fossilizzati erano vivi. Il suo studio dei dati geologici dimostra che nei due continenti esistono formazioni rocciose simili. Nel 1912, all’età di 32 anni, Wegener tiene conferenze nelle università tedesche e pubblica due articoli in cui sostiene che i continenti della Terra si spostano nel tempo.
Il suo lavoro sulla deriva dei continenti subisce poi due interruzioni: una seconda spedizione in Groenlandia e lo scoppio della prima guerra mondiale. Lo scienziato viene infatti arruolato nell’esercito tedesco. Tuttavia, nel 1915, Wegener scrive e pubblica un libro rivoluzionario, L’origine dei continenti e degli oceani, in cui discute sul movimento dei continenti della Terra. Wegener sostiene che milioni di anni prima la Terra consisteva in un unico grande continente circondato dall’oceano. Molto lentamente le masse di terra di questo enorme continente si erano separate per formare i continenti che vediamo oggi. Sfortunatamente, nessuno prende molto in considerazione la sua teoria. Oggi riconosciamo che l’antico continente di Wegener è esistito veramente e lo chiamiamo proprio con il nome che gli diede il ricercatore – Pangea.
Tra il 1920 e il 1929, Wegener pubblica tre edizioni aggiornate di The Origin of Continents and Oceans, aggiungendo ogni volta più elementi a sostegno della sua idea. Fornisce poi ulteriori prove raccolte durante le spedizioni, le quali dimostrano che Groenlandia e Nord America erano un tempo collegati. Anche il geologo americano Frank Bursley Taylor, nel 1910, pubblica prove a supporto della teoria della deriva dei continenti. Nell’America degli anni ’20, ci si riferisce all’idea che i continenti si muovano con il nome di “teoria di Taylor-Wegener”.
I geologi rifiutano le idee di Wegener
Nello scrivere un enorme volume di dimostrazioni per la Pangea e la deriva dei continenti, Wegener commette alcuni errori. Egli sostiene che esista una forza geologica che spinge i continenti lontano dai poli della Terra verso l’equatore. I geologi giustamente non appoggiano questa teoria. Sfortunatamente, però, rifiutano anche le prove veramente convincenti di Wegener sulla deriva dei continenti. In particolare, respingono la teoria che oggi riconosciamo come precorritrice della spiegazione corretta della deriva dei continenti – la tettonica a placche, ovvero il fatto che i continenti solidi galleggiano su un mantello fluido. Wegener pubblica quella che sarebbe stata l’edizione finale del suo libro The Origin of Continents and Oceans nel 1929.
La morte di Wegener durante una spedizione in Groenlandia
Nel novembre 1930, Alfred Wegener muore durante la sua quarta spedizione in Groenlandia, all’età di 50 anni. La morte avviene nel corso di un viaggio in slitta per raggiungere un altro campo, probabilmente a causa di un attacco di cuore. Villumsen, un collega, seppellisce il corpo di Wegener nella neve, segnando la sua tomba con gli sci. Villumsen poi riprende il suo viaggio, ma non lo completerà. Il suo corpo non verrà mai trovato.
Nel maggio 1931, Kurt Wegener ritrova la tomba di suo fratello. Lui e altri membri della spedizione costruiscono un mausoleo a forma di piramide nel ghiaccio e nella neve, dove depongono il corpo di Alfred Wegener. Il mausoleo ora è purtroppo sepolto dal ghiaccio della Groenlandia. Solo negli anni ’60, quando la teoria della tettonica a placche viene riconosciuta, i geologi accettano finalmente la teoria della deriva dei continenti di Wegener e il suo concetto di Pangea. Le idee dello scienziato sono ora concetti standard in geologia, insegnati a chiunque studi la materia.
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Foto di copertina: ©Wikipedia – CC0