La squadra di ginnastica femminile tedesca ha scelto di indossare le tute integrali alle Olimpiadi di Tokyo
Le ginnaste tedesche hanno gareggiato con delle tute lunghe per ribadire la libertà di scelta delle donne nello sport
Per soli 1.5 punti in meno, le quattro ginnaste tedesche Elisabeth Seitz, Kim Bui, Sarah Voss e Pauline Schäfer, non sono riuscite a classificarsi tra le otto squadre finaliste di ginnastica artistica alle olimpiadi di Tokyo. Eppure sembrerebbe che le giovani atlete siano comunque uscite vincitrici dalla competizione. La scorsa domenica infatti, durante le qualificazioni per le finali di ginnastica artistica a squadre, le quattro ginnaste hanno scelto di indossare delle tute integrali al posto del classico body che lascia le gambe scoperte. É la prima volta che delle ginnaste compiono una scelta del genere in una competizione internazionale per motivi non religiosi. Il messaggio che hanno voluto mandare è molto chiaro: tutte le atlete devono avere il diritto di sentirsi libere e sicure di potere indossare ciò che desiderano. «Vogliamo assicurarci che tutte si sentano a proprio agio e mostrare a tutte che possono indossare quello che vogliono e avere un aspetto fantastico, che si tratti di un body lungo o corto» – ha dichiarato Voss.
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Una scelta per far sentire le atlete a proprio agio
Già lo scorso aprile, Sarah Voss aveva sfidato le convenzioni durante i campionati europei a Basilea, indossando una tuta nera e rossa che le copriva le gambe. Altre due compagne di squadra avevano fatto lo stesso qualche giorno dopo, durante la finale all-around femminile. In quell’occasione Voss aveva dichiarato di aver cominciato a sentirsi a disagio nei body attillati con l’arrivo della pubertà. Anche Seitz aveva ribadito di non sentirsi a proprio agio con il body, dal momento che durante la gara doveva fare molte spaccate e stare per quasi tutto il tempo a gambe larghe. Secondo quanto riportato dallo Spiegel, la squadra inizialmente non era sicura di indossare delle tute lunghe anche alle Olimpiadi. La decisione è stata presa in ritardo. “Ci siamo sedute e abbiamo detto, ok, vogliamo avere una grande competizione, vogliamo sentirci alla grande e mostrare a tutte che siamo fantastiche”- ha dichiarato Sarah Voss. Poco prima della gara, le 4 ginnaste hanno condiviso la scelta con i loro fan. Pauline Schaefer ha infatti pubblicato su Instagram uno scatto in cui appaiono con i loro nuovi costumi. «Vi piace il nostro nuovo outfit?» – ha chiesto l’atleta ai propri follower.
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Un segnale dopo il caso della nazionale norvegese
Secondo le regole della Federazione Internazionale di Ginnastica (FIG) le concorrenti possono indossare un body che copra anche le gambe, a condizione che il design sia elegante. Sarah Voss e colleghe quindi, non hanno violato nessuna regola, sebbene per consuetudine le atlete abbiano sempre indossato dei body che lasciavano le gambe scoperte. Eppure la settimana scorsa un episodio molto simile è stato causa di sanzioni per la femminile norvegese di beach hanball. Difatti durante i campionati europei di Varna, in Bulgaria, la squadra è stata multata di 1500 euro per aver indossato degli shorts al posto degli slip. Anche per questo il messaggio delle ginnaste tedesche appare ancora più importante. La scelta della squadra tedesca, del resto, ha destato ammirazione anche da parte delle colleghe. “Penso che sia davvero bello avere il coraggio di stare in piedi in un’arena così grande e mostrare alle donne di tutto il mondo che puoi indossare cosa vuoi”- ha detto la ginnasta norvegese Julie Erichsen in segno di approvazione.
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In copertina: Sarah Voss, screenshot da Youtube