“Io, ricercatore brianzolo sull’intelligenza artificiale, a Berlino ho creato LifeTap, un’app per mettere tutti d’accordo”
Fabio Molinari, giovane ricercatore italiano a Berlino, racconta come ha creato LifeTap, l’app che grazie all’intelligenza artificiale mette tutti d’accordo.
«Sono nato in Brianza nel 1991, e per le mie origini provo una sorta di odi et amo. Scegliere di vivere nel posto dove il caso ha voluto che nascessi mi è sempre sembrato molto riduttivo, mi è sempre stato stretto. Così, appena ne ho avuto la possibilità, ho cominciato a viaggiare. E ora sono cinque anni che vivo e lavoro a Berlino, la città che ha visto nascere uno dei miei progetti più importanti: LifeTap.» Fabio Molinari è un giovane ricercatore italiano, esperto di intelligenza artificiale e attualmente dottorando presso la Technische Universität di Berlino. Ha appena lanciato LifeTap, un’app in grado di dare consigli personalizzati ai gruppi di amici, alle famiglie o alle coppie che faticano a decidere dove mangiare il sabato sera o quale film guardare insieme. Grazie all’algoritmo creato da Fabio, gli utenti potranno dire addio alle serate passate a sfogliare il catalogo di Netflix o a leggere le recensioni su Tripadvisor in cerca di qualcosa che vada bene per tutti. L’app prende in considerazione le personalità, i gusti e le esigenze del gruppo, per poi fornire alternative che mettano tutti d’accordo.
La passione per l’intelligenza artificiale
«Ho passato in Brianza i primi diciotto anni della mia vita, dove ho fatto il liceo scientifico. Nel tempo libero, però, già mi appassionavo alla programmazione. Ironia della sorte, la mia tesina di maturità trattava il mondo dell’intelligenza artificiale, con accenni ai lavori di Penrose, Turing e Gödel. Non avrei mai pensato che, più di dodici anni dopo, tutte quelle informazioni messe insieme in fretta un mese prima dell’esame di maturità sarebbero diventate il fil rouge della mia carriera. Dopo il liceo ho studiato Ingegneria dell’Automazione al Politecnico di Milano. La città mi piaceva molto – ancora oggi ci torno spesso e sempre con piacere – ma avevo bisogno di nuovi stimoli. Due giorni dopo aver preso la laurea magistrale nel settembre del 2015, sono partito per Linz, in Austria, dove ho lavorato in un centro di ricerca in cui mi occupavo di guida autonoma. Una volta a Linz, mi resi conto di essere finito in una sorta di Brianza austriaca, addirittura si parlava il dialetto locale anche negli uffici pubblici. Non era esattamente quello che cercavo. Mi mancava una grande città internazionale come Milano. Decisi di cambiare dopo poco meno di un anno.»
Il dottorato a Berlino
«Ebbi l’occasione, nell’estate del 2016, di candidarmi per un dottorato alla Technische Universität di Berlino. Ero stato a Berlino nel 2010 durante un interrail, e avevo solo bei ricordi. Quindi decisi di partire per questa nuova esperienza. L’oggetto della mia ricerca è la teoria del consenso, che avevo già avuto modo di studiare quando lavoravo agli algoritmi di guida autonoma. Si tratta di una affascinante teoria matematica che descrive e spiega come i gruppi raggiungono un accordo, siano essi veicoli autonomi che devono scegliere chi attraversa prima, stormi di uccelli che migrano senza scontrarsi, o anche informazioni – o fake news – che si propagano di utente in utente sui social network. Sono davvero felice della scelta che ho fatto. Fare il dottorato qui a Berlino mi ha dato la possibilità di fare ricerca di alto livello e in una disciplina così specifica, settoriale e molto teorica. Amo Berlino, ormai è il posto che chiamo ‘casa’. Mi piace la sua apertura e il suo piglio internazionale. Niente in questa città mi fa venire voglia di tornare in Italia o di spostarmi in un altro Paese.»
Come è nata LifeTap
«Era un sabato piovoso di metà febbraio nel 2019 e stavo prendendo un tè con un caro amico, Amogh. Dopo aver girato il mondo, passando per la Silicon Valley e Londra, in cui aveva già creato una tech startup, anche Amogh si è fermato qui a Berlino. Originario di Mumbai, lo ha attirato la frizzante ‘startup scene’ berlinese, che incanta molti come lui con il piglio dell’imprenditoria. Stavamo pensando a cosa fare la sera stessa con i nostri amici. Così abbiamo cominciato a cercare idee sui nostri smartphone. Aiutati da Google Maps e Tripadvisor, abbiamo scelto un ristorante e cercato dei bar lì vicino. Scremate le prime idee, proponiamo i locali al nostro gruppo di amici, tutti con esigenze diverse (una vegana, l’altro che vorrebbe stare a Mitte, un’altra che vorrebbe un bar dove non si fuma, etc). Le nostre proposte non sono state accolte con entusiasmo, e così abbiamo dovuto ricominciare daccapo. Dissi ad Amogh che sarebbe stato bello usare la mia ricerca per automatizzare le decisioni di gruppo. Ci guardammo, ed Amogh mi disse: “Se non c’è niente di simile in giro, creiamolo!”. Quello fu il momento dell’Eureka: era nata LifeTap.»
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Perché LifeTap può migliorare la pianificazione delle vostre serate
«Non ci sono app simili sul mercato. Se scrivete ‘app for group recommendations’ sui vari motori di ricerca, potete trovare solo Likewise o Friendspire: app molto belle, ma in cui non c’è nessuna intelligenza artificiale che automatizza le decisioni di gruppo. Sono piattaforme che consentono ad amici di condividere idee su film o posti dove andare. LifeTap, invece, analizza la psicologia di ogni utente, i suoi gusti ed interazioni. Dà la possibilità agli utenti di ricevere raccomandazioni pensate per lo specifico gruppo, prendendo in considerazione le varie personalità di ogni componente. A livello tecnologico, il valore aggiunto di LifeTap è il fatto che combina tre discipline tradizionalmente separate – Psicometria, Machine Learning e Teoria del Consenso – superando così il vincolo tecnologico tradizionale dei ‘recommender systems’. Situazioni come colleghi che cercano un bar dopo il lavoro, famiglie che vogliono uscire a pranzo o coppie che vogliono ordinare cibo per cena e scegliere un film da guardare su Netflix presentano tutte lo stesso pattern: cercare delle alternative che vadano bene a tutti, proporle, mettersi d’accordo. Insomma, in tutti i casi c’è un investimento di tempo per un processo che – nella vision di LifeTap – può essere automatizzato.»
La squadra e il riscontro di LifeTap
«LifeTap nasce da un meticoloso lavoro che ha visto impegnati professionisti da varie parti del mondo. Io mi sono occupato dell’algoritmo che costituisce la spina dorsale dell’app, mentre Amogh, che ne è co-fondatore, si è occupato del product (app e design). Galen e Shaun, due psicologi statunitensi con moltissimi anni di esperienza, si occupano invece della parte legata alla psicologia. In più abbiamo dei collaboratori esperti in architetture software e design. Dopo molti mesi di esperimenti e raccolta dati, abbiamo aperto la GmbH nel gennaio del 2021. La nostra startup ha cominciato ad attrarre sguardi interessati, finché a marzo 2021 il Dr. Galen Buckwalter, uno dei più importanti scienziati ed imprenditori nel campo dell’Intelligenza Artificiale e Psicometria si è messo in contatto con noi direttamente dalla California. Ha creduto nel nostro progetto ed è diventato nostro advisor, dandoci la possibilità di raffinare i modelli psicologici che utilizzavamo. Il release ufficiale di LifeTap è stato a metà ottobre. Al momento l’app fornisce raccomandazioni per bar, ristoranti, cafè e club in diverse città, tra cui Berlino, New York, Milano, Londra e Mumbai. In alcuni Paesi anche per film su Netflix o Amazon Prime. Abbiamo già qualche migliaio di utenti e numeri sempre in crescita. Più utenti si registrano e più informazioni forniscono alla AI, più essa impara e migliora la qualità delle raccomandazioni.»
In copertina: Fabio Molinari, Foto di ©Henriette Seibert
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