Il caso di Anthony Bivona, italiano morto in circostanze misteriose in Germania.
Articolo co-scritto con il contributo di Valentina Bertone Linzalata
Antony Bivona, giovane morto a luglio in Germania: si è trattato di omicidio o di suicidio? Noi tutti vogliamo che venga fatta giustizia.
Provate a immaginare di avere un figlio, un fratello, una persona che amate immensamente lontano da voi. Vivere la preoccupazione di non essere li se ha bisogno di voi ma comunque essere sempre presenti nonostante la distanza. Immaginate ancora di sentire vostro fratello al telefono, nel pieno della notte, che vi racconta che ha avuto un incidente. Lui sta bene ma la sua fidanzata è arrabbiata e di botto interrompe la chiamata. Poi il nulla. Aspettate e non ricevendo più nessuna risposta, pensate che lui sia andato a dormire. In piena notte squilla di nuovo il telefono ed è la fidanzata di tuo fratello : “Anthony è morto”. Sono queste tre parole, prima del panico nell’elaborare la notizia e la speranza che sia tutto un brutto sogno. Non è stato solo un brutto sogno, perché quella sera Anthony Bivona, giovane italiano di 24 anni residente a Darmstadt in Germania, si è spento per sempre. Quanto riportato sopra è quello che la famiglia di Anthony ha vissuto la notte del 18 luglio scorso. Successivamente sono parole in una lingua avversa e un volo per dare l’ultimo saluto.
Il verbale riportato dalla polizia
Il verbale della polizia racconta che Ilayda, la ragazza di Anthony Bivona, durante la via di ritorno verso casa ha avuto un incidente. La macchina ha avuto la peggio, accartocciandosi su un cartello stradale. Lei guidava la sua macchina perché ad Anthony era stata tolta la patente e la Polizia riporterà nero su bianco che probabilmente la causa è da collegare all’uso di alcool o stupefacenti e che il giovane risulta essere pure disoccupato. Secondo l’unica testimone ascoltata quella sera, ovvero la sua fidanzata, Anthony dopo aver cercato di abbracciarla è uscito con una corda in mano. Dopo essere ritornata a letto, si è svegliata sentendo le urla della vicina. Lei sosterrà che fosse già successo in passato che Anthony tentasse il suicidio e la Polizia tedesca decise così di constatare la morte da impiccagione. Il caso verrà archiviato senza effettuare l’autopsia sul cadavere e senza ascoltare altri testimoni presenti quella sera.
Qualcosa non torna
Le dichiarazioni pubblicate nel verbale lasciano più di qualche dubbio, ai famigliari ma anche ai testimoni giunti sulla scena del delitto la sera del 18 luglio. La realtà dice ben altro: ad Anthony Bivona era stata tolta la patente per eccesso di velocità, tanto meno non era disoccupato dato che da un paio di mesi aveva firmato un contratto a tempo indeterminato. Anthony aveva finalmente trovato una stabilità e un’indipendenza economica, tale da permettergli di realizzare il suo sogno di vivere una vita migliore. Nessuno crede che possa essersi veramente suicidato, e non ci credono nemmeno le sue sorelle e sua madre giunte l’indomani a Darmstadt. Nonostante la disperazione, riescono a scattare una foto del fratello. Anthony presentava un segno netto sul collo, che secondo l’avvocato non è però riconducibile al suicidio. Grazie al contributo di Ismaele La Vardera, inviato delle Iene, sono stati intervistati e ascoltati i due testimoni presenti quella sera, che hanno raccontano un’altra versione della vicenda. Solo l’autopsia potrà rivelare se la morte è giunta per suicidio o per omicidio. Quale sarà la verità?
La riapertura del caso
A distanza di mesi dall’archiviazione del caso, è arrivata la notizia che tutti si aspettavano: il caso di Anthony Bivona verrà riaperto. Lo ha comunicato negli scorsi giorni l’avvocato della famiglia del giovane italiano morto in Germania. Troppi gli elementi in contrasto che emergono dal racconto dei testimoni presenti quella notte, così come non sono chiare le circostanze che hanno portato alla sua morte. La speranza dei familiari è di poter riesumare il corpo di Anthony e di condurre finalmente un’autopsia per fare luce sulla sua misteriosa e prematura scomparsa. Nel frattempo, oltre al prezioso lavoro di Ismaele La Vardera, qualcosa si muove anche a livello politico. L’onorevole Michele Sodano ha espresso la solidarietà alla famiglia preparando un’interrogazione ai Ministri di competenza. Anche il deputato Eugenio Saitta ha presentato una interrogazione al Ministro degli Esteri Di Maio, al quale è stato chiesto di farsi portavoce delle esigenze di verità e giustizia della famiglia, sollecitando le autorità tedesche di riaprire le indagini.
In copertina: Anthony Bivona da Facebook