Da Taranto a Berlino: qui disegno i personaggi dei videogames e ormai mi chiamano da ogni parte del mondo
Marco Rizzotti, da Taranto a Berlino per vivere d’arte: a tu per tu con lo scultore pugliese ora Character Designer di una famosa azienda di mobile games
«Era il 2013. Lavoravo da due mesi come Customer Support Intern per il mercato italiano in una azienda produttrice di mobile games ad Amburgo. Qualcuno del dipartimento artistico, passando accanto alla mia scrivania, notò le mie sculture, le avevo portate in ufficio per mostrarle ai miei colleghi. Il giorno dopo mi fu offerto un colloquio e fui invitato ad effettuare un test di scultura. Lo superai, ed ebbi il mio primo contratto come Character Designer. Da lì è iniziata la mia carriera.» Marco Rizzotti, classe ’83, è originario di Taranto, la città dei due mari. Laureato in Scienze della comunicazione nelle organizzazioni all’Università degli studi di Bari Aldo Moro, ma con la passione per la scultura, ha deciso di dedicare la sua vita all’arte. Ora è a Berlino da cinque anni, e lavora come Senior 3D Character Artist per Wooga, un’azienda che sviluppa mobile games. Con il suo lavoro dà vita a personaggi in 3D per videogiochi, curandone l’intero processo di realizzazione, dalle prime bozze alla modellazione digitale.
La ricerca di un luogo in cui vivere d’arte
«Il mio arrivo in Germania ha un background alquanto articolato. Prima di completare gli studi le mie due fonti di guadagno sono state l’arte e il calcio a 5. Ho intrapreso l’attività di scultore tradizionale professionista a 18 anni, anche se in realtà ho iniziato molto prima a farlo come hobby. Le mie giornate si dividevano tra studio, allenamento e scultura, spesso con pochissime ore di sonno alle spalle. Una volta laureato, e dopo le mie prime esperienze lavorative, ho capito che la mia passione più grande era l’arte. Ma ho anche capito che per vivere d’arte avrei dovuto cercare un posto in cui essere davvero tutelato dal punto di vista legislativo e finanziario, e in cui ovviamente il settore fosse sufficientemente sviluppato. Ho considerato inizialmente la Spagna e l’Inghilterra, sedi di alcune tra le aziende più famose al mondo nel settore del modellismo. Alla fine ho scelto la Germania per questioni perlopiù burocratiche. Qui avrei potuto aprire il mio laboratorio e lavorare freelance con condizioni fiscali più agevolate rispetto ad altri Paesi. Il piano era quello di trovare un lavoro che mi permettesse di sostenermi economicamente per poi avviare il laboratorio. Il mio piano alla fine ha parzialmente funzionato, ma con risvolti completamente inaspettati.»
L’arrivo in Germania e le prime opportunità di carriera
«Sono arrivato in Germania nel giugno del 2013. Il primo lavoro che ho trovato qui è stato quello di Customer Support Intern per il mercato italiano in un’azienda che sviluppa mobile games ad Amburgo. Come accennavo, è stato il lavoro che ha lanciato la mia carriera attuale. Il reparto artistico ha notato le mie sculture e mi è stato offerto il mio primo impiego come Character Designer. Dopo Amburgo mi sono spostato a Mainz, per poi approdare a Berlino nel 2016. Ora sono un Senior 3D Character Artist e lavoro nell’industria del Mobile Gaming, i videogiochi per dispositivi mobili. Sono specializzato in modellazione 3D e nell’azienda in cui lavoro, Wooga, seguo l’intera produzione dei personaggi che vengono utilizzati nei vari giochi. Al momento lavoro per un progetto inedito di cui non posso svelare i dettagli, ma in generale sviluppiamo giochi mobile basati su storie interattive come “June’s Journey”, che ha avuto un enorme successo in tutto il mondo.»
Una percorso ricco di successi e dal respiro internazionale
«Durante il mio percorso professionale ho lavorato a diversi giochi, come Shadow Kings, A Little Lost, Legend of Honor, sviluppati da Goodgame Studios, e Candy Crush Jelly e Candy Crush Friends, sviluppati da King. Hanno contribuito alla costruzione del mio portfolio e alla creazione di un network valido, due elementi fondamentali che permettono al nome di un artista di circolare ed acquistare credibilità. Ho avuto la fortuna ed il piacere di partecipare più volte a vari eventi. Sono Brand Ambassador per Wacom – un’azienda giapponese leader nella produzione di tavolette grafiche – che mi dà la possibilità di entrare in contatto con studenti e professionisti internazionali. Sono stato invitato come speaker in diverse conferenze in giro per il mondo, come il GameRome, e l’IGDC (India Game Developer Conference). Inoltre collaboro con la Norwich University of the Arts, un’università britannica specializzata in arte, design e media, in cui tengo lezioni e programmi di mentorship. Ho avuto anche l’opportunità di tenere lezioni alla K.N. Toosi University of Technology di Teheran, in Iran. Inoltre offro i miei servizi da mentore su diverse piattaforme online e privatamente per studenti e professionisti del settore.»
I personaggi a cui Marco è più legato e l’influenza di Berlino
«Ogni personaggio su cui ho lavorato conserva una parte di me. Da un punto di vista professionale il fatto di aver realizzato due personaggi iconici di Candy Crush Friends, Dachs e Odus, di sicuro ha avuto un impatto incredibile sulla mia carriera. Sono utilizzabili e collezionabili nel gioco e vengono visti da milioni di persone in tutto il mondo ogni giorno. Da un punto di vista affettivo invece sono legatissimo ai miei lavori personali, perché sono come dei ritratti 3D basati sulle mie esperienze di vita. “People of Berlin” è il progetto a cui sono più legato. Rappresenta quattro personalità iconiche di Berlino e quattro anime differenti della città stessa. Fa da background a questi personaggi la U-Bahn, in particolare la U2, uno dei luoghi simbolo della vita di tutti i giorni della capitale. È un omaggio alla diversità e all’inclusione che questa splendida metropoli offre.»
Berlino, ispirazione ad ogni angolo
«Berlino è unica nel suo genere. Passeggiando per la città trovo sempre qualcuno o qualcosa che mi ispiri al punto da dare vita ad un nuovo progetto. In più è piena di gente creativa, di artisti e designers. Spesso mi capita di “sketchare” in un caffè o in un angolo della città e qualcuno mi si avvicina per parlare e ne escono sempre conversazioni interessanti. Come detto in precedenza sono talmente innamorato di Berlino e delle persone che la abitano che ho deciso di dedicare loro alcuni dei miei lavori come “People of Berlin” o la mia “Techno Queen”.»
Imparare il tedesco, ma senza fretta
«Il mio tedesco è ancora carente perché il mio settore è molto internazionale, si parla fondamentalmente solo inglese. Mi è capitato di lavorare in compagnie con dipendenti di più di cinquanta nazionalità diverse. Tutta la documentazione, i software ed in genere la comunicazione è in inglese. Ne consegue che ho migliorato il mio inglese pur vivendo in Germania, ma non ho avuto molte opportunità di migliorare il mio tedesco, che uso davvero poco. Tenendo poi conto che nel tempo libero faccio workshop, corsi e tanta pratica nel 3D per restare al passo con gli standard richiesti dall’industria, il tempo da dedicare allo studio e alla pratica della lingua tedesca è davvero poco. Però non è mai stato un vero problema. Quasi tutte le mie conoscenze vengono dal mio settore e siamo tutti abituati a rapportarci in inglese. Forse ho avuto qualche difficoltà solo per le questioni burocratiche. Ma in ogni caso, anche se avessi avuto una buona conoscenza del tedesco avrei comunque sottoposto la documentazione ad un madrelingua per essere sicuro di aver compreso tutto bene.»
I pro e contro della vita berlinese
«Vivere e lavorare a Berlino è un privilegio, è un posto meraviglioso. È viva a qualsiasi ora, ha una varietà incredibile di personalità ed una marea di opportunità. Inoltre c’è spazio per chiunque e per qualsiasi cultura o stile di vita. Adoro sia il suo lato elegante e raffinato che il suo lato alternativo, l’ideale per uno come me che ha bisogno di variare e di conoscere sempre qualcosa di nuovo. Probabilmente quello che inizio a soffrire è l’enorme aumento dei costi degli affitti e la disastrosa situazione del mercato immobiliare. Le famiglie hanno bisogno di case e di spazio, ma inizia a diventare davvero difficile poterselo permettere e la ricerca è un processo frustrante. In ogni caso, adoro vivere all’estero. Sono felice delle scelte che ho fatto, ho sempre avuto la vocazione per le nuove culture, per il vivere in posti diversi. Adoro l’Italia, la sua storia e la sua cultura, ma in questo momento non sono interessato a tornarci se non per visitare la mia famiglia. Magari un giorno ci tornerò, ma prima di farlo voglio vedere il resto del mondo quanto più è possibile.»
In copertina: Marco Rizzotti, Foto di ©Wooga
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