Vola via nel vento e altre poesie di Fabio Strinati dedicate al poeta austriaco Klaus Ebner (con traduzione in tedesco)

Cinque poesie di Fabio Strinati dedicate a Klaus Ebner che, di risposta, le traduce in tedesco, balsamo lirico fatto di parole e immagini

Fabio Strinati e Klaus Ebner: un duo di poeti e scrittori che ha dato vita, il primo in forma di autore, il secondo di traduttore, ad una serie di poesie che abbiamo il piacere di proporvi. L’unica ad avere un titolo è la prima, Vola via nel vento. Le altre sono senza titolo. Su Fabio Strinati: si definisce “poeta, contadino e anarchico”. Il suo primo libro di poesie risale al 2014, “Pensieri nello scrigno. Nelle spighe di grano è il ritmo”. Seguono altri 11 volumi, l’ultimo si intitola “Lungo la strada un cammino” ed è stato pubblicato nel 2019 da Transeuropa Edizioni. Klaus Ebner invece è uno scrittore, saggista, poeta e traduttore austriaco. Come scrive Wikiwand: “Ebner scrive sulle società multiculturali, le mentalità differenti, le lingue, le etnie e le credenze”. Il suo ultimo libro si chiama Ohne Gummi ed è stato pubbicato nel 2013 da Arovell Verlag. Nel 2010 ha vinto il Secondo Premio di Prosa Corta dell’Associazione Austriaca di Scrittori ÖSV.

VOLA VIA NEL VENTO

Luci nella notte, strade di Vienna
illuminate nel profondo
vie come voragini intessute
nel vento, soffiano parole
antiche colme di cimeli
sotto un raggio di luna
che si mescola… la sera
un tonfo nel profondo.

IN DEN WIND

Lichter der Nacht, Straßen Wiens,
im Innersten erhellt,
verwobne Falten die Wege,
der Wind umspült mit Worten
alte Gipfel der Erinnerung
unter einem Mondenstrahl –
er mischt sich ein… der Abend ist ein
dumpfer Widerhall im Innersten.

——–

Bisbiglia nel vento una foglia
ciondola nel vuoto, sembra
un uomo di carta sbiadito,
leggero come frasche
in una solitudine che trema
tocca terra un corpo
d’inquietudine, la sera
nel grigiore dell’inverno.

Ein Blatt im Winde flüstert,
baumelnd in der Leere, wie ein
Zettler, ganz verwelkt
und leicht wie Laub,
zitternd in der Einsamkeit, ein
Körper voll der Unruh, der
die Erde nun berührt, am
Abend ganz im winterlichen Grau.

——

Piove: strade allagate, mura fradicie
le nuvole che si rincorrono. Un albero,
piegato dal vento ulula quel verso
di tramonto e si spalanca verso la sera
l’umanità stracolma, d’ansia e di natura.

Regen: Straßen überflutet, Mauern nass,
die Wolken spielen Fangen. Ein Baum,
gekrümmt vom Winde, heult den Vers
zum Sonnenuntergang und öffnet sich dem Abend.
Menschen: voll der Unruh und der Nacktheit.

—–

Vermelis dentro uno spazio breve
si sparge nell’aria un tocco
d’algebra e di violino. I suoni, producono
versi di liquore distillati coi colori
dei campi, febbricitanti nostalgia.

Vermeille in engem Raum,
durch die Lüfte streut ein Anklang:
Algebra und Violine. Töne schaffen so
mit Felderfarben destillierte
Verse, nostalgisch fiebernd, aus Likör.

—–

Vienna ricoperta da uno strato di freddo
penetra nel cuore, una lancia
nella nebbia e nel tempo è quel verso
di poesia nuda, asciutta in gola
scruta in una mano il palmo della notte,
una foglia caduta dall’alto.

Eine Schicht aus Kälte über Wien,
die Stadt im Herzen, dieser Vers aus nackter
Poesie ist eine Pike durch den Nebel
und die Zeit, trocken in der Kehle,
suchend auf der Hand die Nacht;
ein Blatt, von hoch gefallen.

Photo: © Pixabay CC0