La autopsie sui morti di Coronavirus ad Amburgo e Basilea rivelano che tutti avevano patologie pregresse

Rivelati i risultati di due studi, uno in Germania e uno a Basilea, sui locali decessi da Coronavirus

Sono stati resi pubblici ieri i risultati di 65 autopsie eseguite ad Amburgo e conteggiati come decessi da Coronavirus. Secondo lo studio dell’Hamburger Universitätsklinikum tutti avevano patologie pregresse. In 61 casi la morte è definibile come Coronavirus, in 4 casi invece la causa principale è un’altra, ma la persona aveva contratto il virus. A riportarlo sono tutti i maggiori media tedeschi, a partire dallo Spiegel.   Ipertensione, attacchi di cuore, arteriosclerosi o insufficienza cardiaca prima di morire: sono queste le patologie pregresse più frequenti emerse dal rapporto. In 46 casi sono state rilevate anche precedenti malattie polmonari. In 28 pazienti sono stati trovati altri danni agli organi o organi trapiantati. I decessi ad Amburgo sono al momento 91. Non è stato chiarito se in questi giorni verranno effettuate autopsie anche sugli altri corpi.

Le analisi post-portem in Germania

Ad inizio pandemia Lothar Wiele, direttore del Robert Koch Institut, l’istituto di virologia tedesco di riferimento, aveva sconsigliato di fare analisi post-mortem per l’alto rischio di contagio della situazione. La sua posizione è cambiata nel corso delle settimane quando si è capito che i dati raccolti dalle autopsie potevano essere molto utili alla comprensione della malattia e al suo tasso di letalità.

Lo studio di Basilea

Un risultato analogo a quello di Amburgo è emerso dallo studio dell’ospedale universitario di Basilea, in Svizzera. A confermarlo è Alexandar Tzankov, capo del dipartimento di autopsia. “I venti corpi esaminati presentavano tutti ipertensione. La maggior parte era anche sovrappeso. Un terzo di loro aveva il diabete, due terzi invece avevano danni alle arterie coronarie”. Secondo i dati raccolti dal suo team il Coronavirus avrebbe causato gravi problemi nella micro-circolazione polmonare spiegando così perché, nonostante la terapia intensiva, molti pazienti non migliorino: “Puoi dargli tutto l’ossigeno che desideri, ma non circola all’interno”.

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