U-Bahn Karl-Marx-Sraße https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Berlin_U_KMStr.jpg

Un giornale ebraico di Berlino vuole che si cambi il nome alla stazione Karl-Marx-Straße

Il giornale Jüdische Rundschau ha avanzato la richiesta attraverso una lettera aperta indirizzata al Consiglio di Amministrazione della BVG

Con una lettera aperta pubblicata pochi giorni fa, il giornale ebraico Jüdische Rundschau ha formalmente chiesto alla BVG di cambiare il nome della fermata della U-Bahn di Karl-Marx-Straße a Neukölln. La lettera è indirizzata al Presidente del Consiglio di Amministrazione della BVG, Rolf Erfurt. In essa vi sono una serie di motivazioni per cui la stazione non dovrebbe essere più dedicata al filosofo ed economista tedesco. Il giornale definisce Karl Marx come «uno tra i peggiori razzisti, antisemiti e misantropi di tutta la Germania. Per gli ebrei in particolare, è difficile sopportare di vedere il suo nome ancora nel paesaggio urbano di Berlino». La proposta di cambiare il nome a una stazione della metro del Jüdische Rundschau è solo l’ultima richiesta di questo tipo in ordine di tempo pervenuta alla BVG. Poco tempo fa l’azienda dei trasporti berlinese aveva deciso di cambiare il nome della stazione di Mohrenstraße a Mitte, considerato offensivo nei confronti delle persone di colore.

Quali sono state le motivazioni addotte dallo Jüdische Rundschau per cambiare il nome alla stazione di Karl-Marx-Straße

Nella lettera gli autori portano una serie di esempi sul perché Karl-Marx-Straße debba cambiare nome. «Le numerose dichiarazioni disumane fatte dal padre del comunismo sono ben documentate» si può leggere all’interno della lettera. Nello specifico lo Jüdische Rundschau cita ciò che Marx, nel 1862, aveva scritto a proposito del fondatore della SPD Ferdinand Lassalle, definito dal filosofo tedesco come «negro ebreo». Nel 1843 Marx scrisse il saggio Sulla questione ebraica in cui definisce il giudaismo come «un elemento antisociale generale e presente». Nella lettera viene citato anche il pensiero di Marx sull’Islam che «crea uno stato di inimicizia permanente tra musulmani e infedeli». In conclusione della lettera, Marx viene accusato di essere «l’incendiario spirituale di tutta la tirannia comunista passata e presente. In nome del marxismo, milioni di persone sono state uccise da Lenin, Stalin, Pol Pot, Mao, Mengistu, Kim Jong-un e altri».

La BVG ha già cambiato il nome di una stazione della metropolitana, e sta discutendo per cambiarne un altro

Poche settimane le autorità di Berlino avevano annunciato la loro decisione di ribattezzare Mohrenstraße, nel quartiere di Berlino-Mitte, in onore del primo filosofo nero del Paese, Anton Wilhelm Amo. La richiesta del cambiamento del nome di Mohrenstraße era stata inoltrata dai sostenitori del partito socialdemocratico (SPD) e dai membri del partito dei Verdi. L’indignazione emersa nelle proteste del Black Lives Matter ha spinto i cittadini berlinesi a riattivarsi su un tema già discusso in passato. All’inizio, la stazione doveva essere intitolata al compositore russo Michail Iwanowitsch Glinka. Il problema è che Glinka era un antisemita, quindi la situazione non sarebbe cambiata di molto. La BVG ha quindi optato per dedicare la stazione ad Amo. Ma un’altra stazione è sotto il mirino degli attivisti a causa del suo nome. Si tratta della fermata Onkle-Toms-Hütte nel quartiere di Steglitz-Zehlendorf. Secondo molti, infatti, La capanna dello zio Tom sarebbe un romanzo offensivo e razzista e il nome della fermata andrebbe cambiato. La BVG ha dichiarato di aver intavolato una discussione a proposito di questo ulteriore cambio di nome.

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Immagine di copertina: U-Bahn Karl-Marx-Sraße da Wikimedia ©-jkb- CC.BY-SA 3.0