Guida ai 10 principali quotidiani e riviste tedesche

Un’analisi oggettiva dell’apporto mediatico dei principali quotidiani e settimanali della Germania

Per noi giornalisti è facile distinguere tra un giornale e l’altro. Per chi scrive il giornale? Come si finanzia? A chi appartiene? Queste informazioni sono sempre da tenere in considerazione quando si legge un articolo di cronaca, un’intervista o un reportage. Oggi siamo bombardati di informazioni. È fondamentale sapere distinguere tra un giornale che non sottostà ad interessi privati e che dispone di professionisti che verificano la veridicità delle loro informazioni, ed un giornale sensazionalistico. Non a caso la Bild è il quotidiano online più letto in Germania. La Bild non è l’unica testata giornalistica a sfruttare l’emotività dei propri lettori; lo fanno tutti. Pure noi! E proprio per questo, abbiamo deciso di fornivi una serie di criteri oggettivi con i quali analizzare l’apporto mediatico delle principali testate giornalistiche del paese. Così, la prossima volta che leggerete la Bild, lo farete con cognizione di causa.

Handelsblatt

Il quotidiano nasce nel 1946 a Düsseldorf e appartiene alla casa editrice Handelsblatt. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, l’esercito britannico diede il permesso al noto giornalista Herbert Gross di creare un quotidiano d’economia; a condizione che quest’ultimo promuovesse la democrazia e riappacificasse i rapporti tra padronato e proletariato. Durante la Guerra Fredda, si posizionò in favore dell’Alleanza Atlantica, della NATO e contro qualsiasi forma d’intrusione o aggressione da parte del blocco sino-sovietico. Oggi è considerato il quotidiano di riferimento dell’élite finanziaria e politica del paese. Negli ultimi 20 anni, e in particolare modo dall’apparizione del Financial Times Deutschland sulla scena mediatica tedesca, le vendite dell’Handelsblatt sono calate. Se prima del 2012 vendeva 160 mila copie al giorno, oggi ne vende 120 mila. L’ Handelsblatt rimane comunque uno dei quotidiani più venduti in Germania. Oltre a disporre di un centinaio di giornalisti specializzati nei settori dell’economia, della finanza, della politica, della cultura e dell’intrattenimento, la redazione dell’ Handelsblatt collabora con innumerevoli corrispondenti internazionali.

Tageszeitung (taz)

Il quotidiano nasce nel 1978 a Berlino e appartiene alla casa editrice Tageszeitung. Durante il congresso di TUNIX (dal tedesco “non fare niente”), i reduci del movimento sessantottino tentarono di unificare i movimenti di sinistra progressivamente distaccatisi dall’orientamento politico della DDR. Benché non riuscirono ad unificare i movimenti, riuscirono a fondare la Tageszeitung, che dal quel momento in poi, divenne il quotidiano di riferimento della sinistra radicale. Durante gli anni ’70 e ’80, la taz integrò i membri della Rote Armee Fraktion (RAF) all’interno della propria redazione. Non è dunque sorprendente constatare che gli articoli della taz si distanzino, a volte troppo, da quell’irraggiungibile obiettività giornalistica alla quale dovrebbero tendere.

 

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Frankfurter Allgemeine Zeitung (F.A.Z)

La F.A.Z. nasce nel 1949 a Frankfurt e appartiene alla casa editrice Fazit. La Società d’Economia Politica (WIPOG) creò la F.A.Z. al fine di promuovere una visione liberale dell’economia. Dalla sua fondazione in poi, la F.A.Z concesse più spazio mediatico ai politici dell’Unione Democratica Cristiana (CDU) che a qualsiasi altro partito. Nonostante sostenga e promuova le iniziative della destra conservatrice, la redazione svolge un lavoro di ricerca degno di rispetto, ed integra una moltitudine di punti di vista all’interno dei suoi scritti. Leggere un articolo della F.A.Z. significa essere confrontati con i fatti, nudi e crudi. Se prima del 1998, vendeva tra le 380 e le 400 mila copie, oggi ne vende soltanto la metà

Süddeutsche Zeitung

La Süddeutsche Zeitung nasce nel 1945 a Monaco e appartiene alla casa Südwestdeutsche Medien. Nell’immediato dopoguerra, la Germania fu occupata dagli Alleati e suddivisa in settori. Il caso vuole che Monaco si trovasse nel settore americano. Le licenze necessarie alla creazione del quotidiano vennero, dunque, concesse dall’esercito americano. Furono i giornalisti August Schwingenstein, Edmund Goldschagg e Franz Joseph Schöningh a ricevere la licenza per creare la Süddeutsche. Da quel momento in poi, l’orientamento politico del quotidiano tende verso il centro-sinistra. La stessa Süddeutsche si definisce “in favore degli ideali liberal-democratici”. La colonna portante della Süddeutsche è rappresentata dalla sua rubrica culturale, il Feuilleton, dove vengono criticate le opere letterarie, teatrali e cinematografiche del paese. I critici del Feuilleton sono temuti e rispettati. Anche la cronaca estera occupa uno spazio importante. Oltre a scrivere della guerra in Siria, in Libia, in Afghanistan e in Kashmir, i redattori della Süddeutsche hanno riportato dei flussi migratori scaturiti da questi conflitti. In merito alla gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo, il noto giornalista Heribert Prantl, giudicò “inumano” l’operato di Matteo Salvini.

Stern

Lo Stern nasce a Hannover nel 1948 e appartiene alla casa editrice Gruner + Jahr. A differenza di altri settimanali d’informazione, lo Stern concede molto spazio alle fotografie. Queste, a volte, si estendono su due pagine. La redazione dello Stern si è specializzata nella redazione e nella pubblicazione di reportage con un particolare focus su politica e  società.

Lo scandalo del diario di Hitler sferrò un duro colpo al settimanale. Nel 1983, il redattore dello Stern, Gert Heidemann, acquistò un diario scritto, presumibilmente, da Adolf Hitler nel 1935. Timoroso del fatto che quell’inestimabile tesoro potesse cadere in mano alla concorrenza, Heidemann decise di pubblicarne il contenuto, prima di verificarne l’autenticità. Il diario sembrava autentico al punto che, Heidemann, decise di pubblicarlo prima che il Bundeskriminalamt (BKA) terminasse la sua indagine. Poche settimane dopo, il Bundeskriminalamt (BKA) dichiarò il diario un falso, e lo Stern rischiò il fallimento.

 

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Die Zeit

La Zeit nasce ad Amburgo nel 1947 e appartiene alla casa editrice Zeit. Il settimanale è voluminoso, colmo d’articoli d’approfondimento che, di solito, superano la pagina. È un giornale serio ed autorevole, che contribuisce in maniera significativa al dibattito pubblico in Germania. Nonostante i suoi articoli propongano una moltitudine di chiavi di lettura, il settimanale non è apartitico. Infatti, è di sinistra. La stessa Zeit si definisce in favore degli ideali liberal-democratici. Il suo caporedattore, Giovanni Di Lorenzo, nato e cresciuto a Roma, scrisse la sua tesi di laurea sull’ascesa della TV berlusconiana. Di Lorenzo mantiene un forte legame con l’Italia. Come per la Süddeutsche, non sono mancate le critiche a Salvini.

Die Welt

La Welt appartiene alla casa Axel Springer, assieme alla Bild. Durante la guerra fredda, il signor Springer (1912 – 1985) eresse impero mediatico di proporzioni colossali. Si vocifera che, prima della caduta del Muro, avesse l’abitudine di sedersi di fronte alle vetrate del suo ufficio e che, con disprezzo, guardasse verso Berlino Est. Oggi, la Axel Springer impiega oltre 16 mila persone. La Welt è un quotidiano di destra. Secondo il noto giornalista della F.A.Z. Stefan Niggemeier, l’area commenti della Welt Online è «un terreno adatto alla disseminazione di idee razziste e antisemite». Assieme alla Welt am Sonntag (l’edizione domenicale) la Welt promuove una visione liberale, addirittura neo-liberale dell’economia.

Il pallone aerostatico della Welt, Copyright David Mark 

Focus

Il Focus nasce a Berlino nel 1993. Appartiene alla casa editrice HB Media. Assieme a Spiegel e Stern rappresenta uno dei settimanali tedeschi più venduti. Nel 2017 ad esempio, il magazine vendette, 438 mila copie a settimana. Il Focus, non svolge una funzione investigativa. I suoi articoli si rifanno, al massimo, ad investigazioni di altre testate giornalistiche. Non è uno dei magazine più autorevoli ma, nonostante ciò, i suoi scritti sono piacevoli da leggere ed informativi. I temi prediletti sono la famiglia, il lavoro, la salute e, a volte, la politica.

Spiegel

Lo Spiegel nasce ad Amburgo nel 1947. Appartiene alla casa editrice Spiegel. Oltre ad essere uno dei più importanti, se non il più importante, settimanale tedesco si è distinto, a più riprese, per il suo impegno a favore della libertà di stampa. Durante la Guerra Fredda, il noto giornalista Conrad Ahlers portò all’attenzione dell’opinione pubblica l’intenzione della NATO d’attaccare preventivamente l’Unione Sovietica. Il pezzo si fondava sulla testimonianza di un alto funzionario di Stato tedesco, il quale, preoccupatosi dell’inasprimento delle relazioni tra sovietici e americani, decise di fare una soffiata. Dopo la pubblicazione, il Governo tedesco accusò Ahlers d’alto tradimento e censurò l’articolo. Seguì una delle più importanti battaglie per la libertà di stampa in Germania.

Il caso di Claas Relotius, ex-editore dello Spiegel, è di particolare importanza per il giornalismo tedesco. Intento a scalare la piramide gerarchica della sua redazione, Relotius, astuto falsificatore di reportage, eluse i suoi lettori e la redazione dello Spiegel per anni. Un suo collaboratore, Jaun Monero, riuscì, nonostante le critiche avanzate dai suoi colleghi, a smascherarlo. Dopo lo scandalo, la redazione fu costretta a licenziarlo e ad eliminare i suoi articoli dal proprio archivio.

 

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Bild

La Bild appartiene ad Axel Springer, assieme alla Welt. Nonostante la Bild sia il quotidiano più letto in Germania, è stata criticata, a più riprese, per le sue tattiche scandalistiche e diffamatorie. Fino a pochi anni fa, pubblicava immagini di copertina pornografiche. È chiaro che, sbirciando all’interno di un’edicola, siano in molti a rimanere attratti da immagini simili. È vero che i redattori della Bild sono dei professionisti. Le inchieste pubblicate dalla Bild am Sonntag (l’edizione domenicale) ad esempio, sono di qualità. Ma, in molte occasioni, il quotidiano ha fatto uso di termini discriminatori e razzisti. Insomma, leggere la Bild, lascia l’amaro in bocca. L’attuale caporedattore, Julian Reichelt, è stato criticato per essersi attorniato di giornalisti giovani, incapaci di mettere in discussione la sua autorità. È quindi probabile che il giornale non verrà riformato nei prossimi anni.

 

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Immagine di copertina: copyright di Michael Gaida da Pixabay