Gold Mass, a Berlino il concerto della cantautrice italiana “amata” da Paul Sauvage, producer dei Mogwai
A tu per tu con Golden Mass, cantautrice italiana il 14 gennaio in concerto al Madame Claude di Berlino
Transition, l’album di debutto di Gold Mass
«Sono una cantautrice, mi piace scrivere musica e ho sempre scritto canzoni da quando ero bambina. È il modo in cui riesco a trovare serenità e a entrare in contatto con me stessa, con le mie ferite e le mie gioie. Per questo motivo, ho sempre scritto principalmente per me, senza uscire con una pubblicazione vera e propria. Per le canzoni che ho scritto più recentemente, ho deciso invece di intraprendere una via professionale e pubblicare un album perché credevo avessero un bel potenziale. Sicuramente hanno una carica emotiva importante per me, essendo del tutto autobiografiche e spero che questa energia arrivi in qualche modo all’ascoltatore.I miei riferimenti musicali sono molti a dire la verità, ma mi limiterò a citarne solo alcuni che hanno contribuito maggiormente a formare il mio gusto di ascolto e scritture: Blonde Redhead, Nick Cave, Dylan, Portishead, James Blake, Sevdaliza, Radiohead, Nils Frahm. La musica dei maestri ti tiene compagnia per così tanto tempo, e in qualche modo ti auguri che abbia lasciato un’impronta nella tua creatività. Il mio, ad ogni modo, è un progetto indipendente. Ho curato in prima person la pubblicazione del disco e tutte le attività connesse a questa: promozione, distribuzione, comunicazione al pubblico, stampa delle copie fisiche, gestione del sito web, booking. Il progetto è autogestito e autofinanziato. Ogni scelta artistica che riguarda l’album è espressione del mio gusto. Questo è il vantaggio di essere un artista indipendente nel vero senso della parola, non si deve rendere conto a terzi delle proprie scelte stilistiche e strategiche. Lo svantaggio naturalmente è il rischio che si corre nello sbagliare le mosse e soprattutto nell’isolamento che un artista, specialmente se emergente, può conoscere. Bisogna lavorare moltissimo».
Gold Mass, il nome
«Gold Mass è stata la mia unica scelta nel momento in cui ho pensato che avrei voluto cercare un nome d’arte e me lo sono sentita addosso da subito. Indica un’attenzione verso l’essenza, un ritorno alla sostanza vera e pura delle cose, al nucleo. Ho voluto che avesse un riferimento alla fisica ed alla materia, come anche il titolo dell’album Transitions, in rimando alla mia formazione scientifica universitaria. Gold Mass allude anche a qualcosa di prezioso che viene tenuto nascosto ai più ed è visibile solamente a coloro che riescono ad andare oltre la superficie delle cose».
Gold Mass, le origini
«Le storie dei musicisti si assomigliano molto tra loro, almeno nel racconto delle origini. C’è sempre una figura che ha il ruolo più o meno consapevole dell’iniziatore, al quale poi dobbiamo tutta la nostra vocazione. Nel mio caso la passione è nata già nell’infanzia e ad influenzarmi è stata la presenza di mio padre. Ho poi studiato pianoforte classico per molti anni, durante i quali ho formato il mio bagaglio di ascolti cercando di ampliarlo sempre il più possibile così come continuo a fare tuttora. C’è davvero tanta musica bellissima da ascoltare».
Berlino vista dall’Italia
Berlino è una città che non può passare inosservata, è stata punto nevralgico della storia moderna, un polo sempre attivo di bellezza e cultura. Sono felicissima di poter suonare in questa città che da sempre ha un occhio di riguardo verso i musicisti e specialmente verso la scena elettronica. Vivo in Italia, ma potrebbe esserci occasione nei prossimi tempi di spostarmi all’estero. Non mi dispiacerebbe vivere in una capitale europea. Negli ultimi decenni la tecnologia ed il web hanno reso le distanze estremamente corte, così come i luoghi sono via via sempre più familiari anche se distanti da noi. Da un lato è un bene dall’altro è anche l’effetto della globalizzazione.
Gold Mass – Concerto
martedì 14 gennaio 2020 alle 21
al Madame Claude
Lübbener Straße 19, 10997 Berlino
Ingresso ad offerta libera
Photo © Gold Mass – Courtesy for Berlino Magazine