Germania, Ministro della famiglia rinuncia al titolo di dottoressa dopo accuse di plagio

La tesi di dottorato di Franziska Giffey, Ministro federale della famiglia, potrebbe essere revocata per sospetto plagio. Inutile il tentativo di rinuncia volontaria al titolo.

Berlino deve fare i conti con lo scandalo Giffey. Il Ministro della famiglia, è sotto accusa per aver scopiazzato la sua dissertazione di dottorato conseguito nel 2010 presso la rinomata Freie Universität di Berlino. A sollevare le accuse è stata la piattaforma VroniPlag Wiki, che ha affermato che 49 delle 265 pagine della tesi sono state copiate per il 75%. Secondo il forum, interi passaggi sono stati letteralmente ‘rubati’ da altri lavori senza cintarne le fonti. Una sorta di copia e incolla che invaliderebbe l’intera dissertazione di Franziska Giffey. Per placare il polverone di polemiche, la Freie ha annunciato che riesaminerà il lavoro e il titolo assegnato al Ministro. L’annuncio della Giffey di rinunciare volontariamente al titolo appare, adesso, come un maldestro tentativo di liberarsi dalla sfortunata procedura di riesame da parte dell’ateneo. La decisione definitiva dell’Università verrà presa nei prossimi mesi. Nel frattempo l’incertezza aleggerà sul Ministro Giffey che dovrebbe infatti dimettersi se la Freie Universität revocasse definitivamente il suo dottorato. Tuttavia il suo non è un caso isolato, diversi politici avevano attraversato la stessa ondata di polemiche riguardo analoghe accuse. Tra i casi più noti vi è quello dell’ex Ministro dell’Economia e della Difesa Karl – Theodor zu Guttenberg e dell’ex Ministro federale dell’Istruzione Annette Schavan, entrambi costretti a dimettersi.

La Freie Universität di Berlino riapre il caso Giffey

Il dibattito pubblico sulla tesi di dottorato di Giffey va avanti ormai da molti mesi. La Freie aveva già emesso un “rimprovero” contro la Giffey nel 2019, poiché era stato già identificato il plagio della dissertazione. Con la denuncia, il Presidium disapprova il fatto che Giffey «non abbia costantemente rispettato gli standard del lavoro scientifico» nella sua dissertazione, ma «il quadro complessivo delle carenze riscontrate» non giustifica il ritiro del dottorato. Per esaminare la dissertazione l’università si era servita di un comitato di esperti che ne verificassero la validità. Tale organo decise di emettere un solo rimprovero, ma la portata pubblica delle accuse di plagio non ha permesso di concludere la questione. Ad infiammare le accuse è stata probabilmente la piattaforma “VroniPlag Wiki” , che ha reso noti i passaggi incriminati della dissertazione. Dal loro punto di vista, infatti, le violazioni della Giffey sono così gravi che il ritiro del dottorato sembrerebbe una scelta ovvia. Il Ministro ha deciso di rinunciare al suo dottorato e lo ha annunciato in una lettera indirizzata al rettore della Freie Universität del 13 novembre 2020. «Per scongiurare ulteriori danni alla mia famiglia, alla mia attività politica e al mio partito, dichiaro che il mio titolo d’ora in poi non sarà più utilizzato», è quanto riferisce la Giffey.  Nonostante la disputa sul suo dottorato, la Ministra, ha annunciato che vuole comunque candidarsi come sindaco di Berlino alle prossime elezioni

La storia si ripete

Il tentativo di difesa della Giffey è stato quello di rinunciare al “Titolo” ma non alla poltrona di Ministro. Pertanto, al momento, non intende dimettersi e continua a correre per la guida della SPD di Berlino. Diversamente da quanto accadde alla sua collega Annette Schavan che, all’epoca, ricopriva il ruolo di Ministro federale dell’Istruzione, fu costretta a dimettersi dal suo incarico per lo scandalo di plagio circa il suo dottorato. La dissertazione della Schavan, un’ indagine di 350 pagine su come si forma la coscienza, ha decretato la fine dei suoi studi in teologia, filosofia e istruzione e ha segnato l’inizio della sua carriera politica. La tesi scritta alla fine degli anni ’70, presso l’Università Heinrich Heine di Dusseldorf, è stata accusata di plagio e nel febbraio 2013 le è stato revocato il titolo di dottorato. Il comitato universitario ha convenuto che la Schavan «sistematicamente e intenzionalmente» ha tentato di spacciare il lavoro intellettuale degli altri come suo. In sua difesa la Schavan ha ammesso di aver commesso degli errori ma ha negato l’intento di inganno o di plagio. La Cancelliera Angela Merkel non era inizialmente entrata in merito alla questione, aveva però espresso fiducia nella sua collega della CDU, ma i membri dell’opposizione ne avevano richiesto le dimissioni. Quattro giorni dopo la revoca del titolo, il 9 febbraio 2013, la Schavan aveva incontrato la Cancelliera e al termine del colloquio si era dimessa dal suo incarico.

Un altro caso noto di “furto di proprietà intellettuale”,  ha coinvolto l’ex ministro della Difesa Karl-Theodor zu Guttenberg, dimessosi nel marzo 2011 dopo che erano emerse le prove secondo cui parti della sua dissertazione erano state prese da fonti che non aveva adeguatamente citato.

 

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Immagine di copertina: Franziska Giffey Copyright SPD Berlin/ Joachim Gern CC BY 4.0