Danneggiata a Milano la panchina dedicata alle donne deportate nel campo di concentramento di Ravensbruck
È stata danneggiata la panchina rossa dedicata alle donne deportate nel campo di concentramento di Ravensbruck
Nel quartiere Isola di Milano, nel giardinetto di via Confalonieri di fronte alla Casa della memoria, martedì 2 luglio è stata danneggiata la panchina rossa dedicata alle donne deportate durante la seconda Guerra Mondiale nel campo di concentramento di Ravensbruck. A comunicarlo è Roberto Cenati, presidente di Anpi, Associazione Nazionale dei Partigiani d’Italia.
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È stata cancellata sia la scritta dedicata alle donne sia il numero di antiviolenza nazionale
Il 2 luglio è stata danneggiata la panchina dedicata alle 125 mila donne deportate nel campo di concentramento di Ravensbruck, di cui 95 mila hanno perso la vita. Sono stati cancellati sia la scritta dedicata alle donne sia il numero 1522, numero nazionale antiviolenza. Roberto Cenati, a seguito dell’accaduto, ha chiesto l’intervento delle istituzioni affinché vengano rispettati i luoghi e simboli della memoria. Diana De Marchi, presidente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Milano, ha così commentato l’accaduto: «Vergogna, rabbia, incredulità e ancora vergogna. Solo così possiamo esprimere il nostro sentimento di fronte all’atto vandalico che ha sfregiato la panchina realizzata dall’Associazione Elica Rossa e installata davanti alla Casa della Memoria di Milano come monito contro la violenza sulle donne».
Dopo essere stata ridipinta, la panchina rossa è stata danneggiata nuovamente
In seguito, il 6 luglio la panchina rossa è stata ripulita grazie all’associazione Elica Rossa con Anpi, Aned e il Comitato internazionale Ravensbruck. Per l’occasione si è svolta una cerimonia alla presenza di Anpi, Roberto Cenati, i consiglieri comunali di Pd e Sinistra per Milano e i residenti del quartiere. Tuttavia, a solo pochi giorni dalla sistemazione, mercoledì 10 luglio la panchina è stata nuovamente danneggiata. Il ripetersi dell’accaduto fa pensare che il gesto abbia un preciso significato e non sia una semplice “goliardata”. Roberto Cenati ha affermato che: «Si tratta di un oltraggio alla memoria. Per questo lo consideriamo grave e riteniamo che si tratti di un atto provocatorio. È stato colpito un simbolo». Il presidente dell’Anpi conclude così: «Si vuole colpire la Memoria, che costituisce l’antidoto più efficace contro la deriva razzista, xenofoba e il clima di intolleranza che sta attraversando il nostro Paese. Chiediamo alle pubbliche autorità di individuare i responsabili di questo ignobile gesto».
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Immagine di copertina: panchina rossa, screenshot da Instagram (@andrearampi74)