«Da Roma a Berlino, qui ho trovato la dimensione giusta per fare l’orafo»
Emiliano Pascucci, dopo aver studiato oreficeria decide di fare l’artigiano a Berlino
«Essere artigiano a Berlino è divertente. Da orafo mi rendo conto di poter giocare molto di più con le forme dei gioielli che realizzo, qui le richieste sono decisamente più particolari rispetto a quanto potrebbero esserlo se lavorassi in una gioielleria classica». Emiliano Pascucci, classe 1977, vive a Berlino da tre anni e non ha intenzione di trasferirsi molto presto. D’altronde, Emiliano ha vissuto a stretto contatto con la mentalità tedesca tutta la vita: «Ho studiato alla scuola tedesca dall’asilo alla maturità. Dopo l’esame di Stato ho deciso di trasferirmi a Monaco, dove poi sono rimasto per sette anni. L’idea di andare a vivere a Berlino era già tra i miei progetti, anche perché a Monaco non c’è nessuna scuola di oreficeria. Prima di trasferirmi, però, sono partito per l’India per un viaggio che ancora oggi influenza molto il mio lavoro. Qui per caso ho conosciuto un artigiano che lavorava soprattutto argento. Ancora non sapevo niente di come si realizzasse un gioiello e lui è stato il mio primo insegnante. Ogni sera per una settimana sono andato a casa sua, mi sono seduto a tavola con la sua famiglia e insieme abbiamo realizzato un gioiello che avevo disegnato».
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Da Roma a Berlino e l’inizio di Behemoth Jewellery
L’India, però, costringe Emiliano a cambiare i suoi piani: «L’idea era quella di trasferirmi a Berlino subito dopo il viaggio, ma proprio mentre ero in India un incidente in motocicletta mi ha costretto a rivedere i miei programmi e sono dovuto tornare in Italia. Qui ho studiato le basi dell’oreficeria per due anni e mezzo. Dopo aver concluso la scuola e aver ottenuto il diploma, ho lavorato per due anni in bottega da un orafo, dove ho veramente imparato quest’arte». Ma l’idea di trasferirsi nella capitale tedesca non lo abbandona: «Una volta finito tutto ciò che avevo in sospeso a Roma, mi sono trasferito a Berlino. I primi due anni sono stati più che altro un periodo di assestamento: ho dovuto cercare casa, metterla in ordine e infine cercare un laboratorio. Da quel momento ha avuto ufficialmente inizio il mio periodo come artigiano a Berlino. Ormai lavoro da quasi un anno, qui ho trovato la giusta dimensione». È così che nasce la Behemoth Jewellery: «Behemoth è una creatura leggendaria che viene menzionata nel Libro di Giobbe; ma io ho scelto questo nome come citazione da Il maestro e Margherita, il mio libro preferito».
Essere orafi a Berlino, dove essere artisti non è mai il piano B
Emiliano vende molto su internet: «Ho creato un account su Etsy, dove vendo prodotti già pronti. Si tratta di una vetrina che attira soprattutto clienti americani e inglesi. La clientela qui al negozio è molto varia, direi però per la maggior parte italiana e tedesca. Di solito chi viene direttamente qui è perché vuole commissionarmi gioielli molto particolari. Il prossimo inverno ho in previsione anche di partecipare a dei mercatini, sempre qui a Berlino. Fare queste cose mi diverte, molto di più che stare in negozio». Emiliano lavora in un piccolo laboratorio a Muskauerstr 47, dove vende anche i suoi gioielli. Quando però si tratta di fare confronti tra Italia e Germania, Emiliano non ha dubbi: «Mi sono sempre trovato bene in Germania. Ho deciso di tornare qui non solo per il lavoro, ma anche per il modo in cui si vive. Mi sento molto più tedesco che italiano, anche se rimango decisamente più romano che berlinese. Nonostante questo, però, per adesso non tornerei in Italia. Sono molte le cose che non funzionano e che mi peserebbero. Qui, per esempio, in un momento di crisi la maggior parte delle persone si aiuta a vicenda. Ricordo i racconti di mio padre, una volta era così anche in Italia. Con gli anni, invece, questo aspetto è cambiato molto e ormai vige la legge dell’ognuno per sé e Dio per tutti. Ma c’è anche altro. Da artigiano, mi capita di avere dei periodi in cui arrivare a fine mese solo con la mia arte è difficile. In Germania però è possibile trovare un lavoro per un paio di settimane e mettere da parte qualche soldo. In questo modo, essere artisti non diventa mai il piano B».
Non solo l’oreficeria tra i piani futuri di Emiliano
Appese al muro del laboratorio di Emiliano ci sono numerose copertine della rivista Rolling Stones, un’altra sua grande passione: «Ho letto questa rivista fino a qualche tempo fa, quando poi gli articoli riguardo alla musica sono diminuiti ho smesso. Nel 2011 ho cominciato un progetto radiofonico con una mia amica, il programma si chiamava All day and all of the night e trattava di musica degli anni ’60 e ’70. La radio si chiamava Deliradio. Abbiamo deciso di recuperare questo progetto e portarlo avanti. Oggi trasmettiamo la nostra trasmissione in inglese ogni domenica, dalle 20:00 alle 21:00 su Radio Banda Larga, una FM di Torino. L’argomento è sempre quello della musica anni ’60-’70. Io registro qui a Berlino dove la radio ha la sede Web». Ma la radio non è il solo progetto di Emiliano: « La dimensione artigianale è molto piccola ed è bello confrontarsi con persone che fanno il tuo stesso mestiere, anche se in ambiti diversi. Spesso si viene anche a creare una circolazione di idee che ci spinge a reinventarci: io, per esempio, ultimamente sto sperimentando con il cuoio e il legno. Si viene anche a creare una bella sinergia che ci porta poi ad avere progetti comuni: da qualche mese insieme ad altri tre artigiani abbiamo deciso di organizzare dei laboratori per i bambini dei Kita. Si tratta di un laboratorio di recycling, in cui si insegna ai piccoli a riutilizzare gli oggetti per crearne di nuovi, non solo la classica spilla con il tappo delle bibite. Ognuno di noi terrà il proprio laboratorio (falegnameria, oreficeria etc.) e tutti insieme poi organizzeremo dei momenti in cui porteremo i bambini a ripulire la zona di Weissensee. Non appena avremo l’attrezzatura adatta partiremo con questo nuovo progetto».
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Immagine di copertina: Emiliano Pascucci nel suo laboratorio, © Andrea d’Addio