Come il compositore italiano Spontini fu “odiato” nella Berlino del 1820, ma si prese la rivincita
Gaspare Spontini fu il compositore italiano neoclassico più amato e odiato in tutto l’occidente
Gaspare Spontini, questo il suo nome. Orgini marchigiane e assai modeste. Secondo i progetti della famiglia, sarebbe divenuto una figura religiosa, invece intraprese un’altra via. Iniziò una carriera musicale che lo rese un celebre compositore teatrale dal gusto squisitamente neoclassico. Compose e diresse per Napoleone e lavorò per la corte del re di Prussia a Berlino. Fu amato, ma anche odiato. Non piaceva a Rellstab, il più celebre critico della scena berlinese di quei anni, che arrivò ad appellarlo come «quel cretino». Eppure, oggi, Spontini è il compositore neoclassico più celebre in tutto l’occidente. [adrotate banner=”34″]
Gli inizi e il successo
Nacque nel 1774 ad Ancona. Fu educato dallo zio don Giuseppe ma, troppo irrequieto, lasciò la carriera religiosa e si avvicinò alla musica. Imparò a suonare l’organo e nel 1793 fu ammesso al conservatorio, che però decise di abbandonarlo due anni dopo. Si trasferì a Roma e qui nel 1976 esordì con “Li puntigli delle donne” al teatro della Pallacorda. Poi una rapida scalinata verso il successo. La consacrazione fu a Parigi nel 1804 con “Milton”, eseguita al théâtre-Italien, e riproposta poi a Vienna e a Berlino. All’apice della carriera, l’Opéra convinse Spontini a scrivere una nuova composizione, “La Vestale”, apprezzata ed eseguita davanti a Napoleone nel 1807.
Il rovescio di fortuna e le ostilità berlinesi
Arrivato al culmine del successo, seguì un improvviso rovescio di fortuna. Nel 1814 si trovò costretto a supplicare il Sovrano Luigi XVIII per ricevere un incarico. Gli accordò uno stipendio annuo e la possibilità di comporre, ma i pezzi di Spontini sembravano non incontrare più il gusto del pubblico. Così nel 1820 si trasferì a Berlino e qui ricevette l’incarico di Generalmusikdirektor (direttore musicale generale) e di Generalintendant der Kapelle (intenditore generale della cappella). La situazione sembrava sistemarsi, ma Spontini si trovò a fronteggiare l’ostilità del conte Carl von Brühl, Generalintendant der Schauspiele (intenditore generale dei pezzi teatrali) e allievo di Johann Wolfgang von Goethe. Così come anche il giovane critico Ludwig Rellstab, uno dei personaggi più famosi di quei anni e di pensiero liberale esterofobo.
La maturità e la prigionia
Nonostante le insidie, il compositore riuscì a posizionarsi nel nuovo scenario. Produsse diverse opere, anche in lingua tedesca, ma non tutte vennero concluse, alcune infatti rimasero incompiute. È il caso di “Les Athéniennes”, il cui libretto venne recapitato anche a Goethe, che ne rimase positivamente sorpreso. Perdurarono i contenziosi con la scena musicale di Berlino, finchè il critico Rellstab fu processato per diffamazione e Brühl abbandonò l’incarico nel 1828. Con la morte di Federico Guglielmo III nel 1840 e l’ascesa del nuovo sovrano Federico Gugliemo IV, per il compositore italiano si incrinò la situazione. I rapporti con Spontini rimasero molto tesi fino a quando il compositore venne condannato a nove mesi di prigionia, accusato di non asservire il sovrano.
Il decesso e l’immortalità
Di nuovo libero, tra il 1842 e il 1843, si divise fra Italia e Germania. Nel 1844, in occasione di una ripresa della “Vestale” a Dresda, conobbe personalmente Wilhelm Richard Wagner. Questo, nel 1851, immortalò il loro incontro nelle sue “Erinnerungen an Spontini”. Il compositore italiano morì nel 1851 nella città natale, ma la sua musica vive ancora oggi.
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Immagine di copertina: Opera, © TravelCoffeeBook, CC0 on Pixabay