Fumetto Muro, ©https://www.youtube.com/watch?v=7COZ2rYUt00&feature=youtu.be

Come due fratelli attaccarono il Muro con 12 bottiglie di birra (la storia ora è un fumetto)

La rivolta infuocata di due fratelli contro il Muro di Berlino: una storia diventata romanzo e letta dagli studenti nelle scuole tedesche

Andreas e Raik Adam sono due fratelli nati e cresciuti nella Berlino Est, che si trovarono a vivere nella zona capitalista della Berlino Ovest durante gli ultimi anni precedenti alla caduta del Muro e che cercarono con delle eroiche imprese di anticiparne l’epilogo. La loro storia è oggi un fumetto dal titolo Todesstreifen: Aktionen gegen die Mauer in West-Berlin 1989 (La striscia della morte: azioni contro il Muro a Berlino Ovest 1989) e viene letta nelle scuole di tutta la Germania. La Storia, invero, si costituisce di grandi e piccoli avvenimenti e con essi di piccoli e grandi eroi. Ed è quando la piccola storia incontra la grande Storia, che si comprende la differenza tra vendetta sociale e volontà di giustizia. «La Storia siamo noi», scriveva De Gregori, «siamo noi questo prato di aghi sotto il cielo, nessuno si senta escluso. Siamo noi queste onde del mare, questo rumore che rompe il silenzio, questo silenzio così duro da masticare». Ogni grande storia è fatta di piccole storie e la loro forza risiede proprio l’empatia che riescono a trasmettere e creare in ognuno di noi. Questa “piccola” storia è ora un romanzo grafico, illustrato dall’amico e disegnatore Dirk Mecklenbeck e letto dalle nuove generazioni. Il vignettista ha infatti dichiarato che «trent’anni dopo la caduta del Muro, abbiamo pensato a come avremmo potuto rappresentare questa “nostra storia” e fu così nacque l’idea del romanzo grafico. Il fumetto è costituito da 96 pagine colorate in formato A4 ed è disponibile in tutte le librerie. Oltre alla massima autenticità del progetto, l’intenzione era quella di differenziarci dal tradizionale stile narrativo di una graphic novel. Per questo motivo, la lunghezza del testo supera lo standard delle due frasi, perché era per noi importante e fondamentale che fosse anche istruttivo in senso storico. Le autorità responsabili dell’educazione nello Stato Federale ne hanno acquistato migliaia di copie e le hanno successivamente distribuite nelle scuole, permettendoci così di raggiungere il target che avevamo in mente». La vicenda ripercorre inoltre l’educazione politica nella scena heavy metal sotterranea della Germania Orientale, gli arresti e le deportazioni, con anche le prime proteste per la democrazia nel Paese. Il 1989, infatti, è stato un anno simbolico ed emblematico, segnato da importanti cambiamenti nel blocco comunista. Basti pensare alle elezioni parzialmente libere in Polonia, alle riforme democratiche in Ungheria e soprattutto alle politiche di liberalizzazione del leader sovietico Mikhail Gorbachev, conosciute come Glasnost und Perestroika. 

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La storia

Era quasi la mezzanotte del 16 giugno 1989, in una zona desolata del Muro, quando i fratelli Andreas e Raik Adam, intrapresero la loro lotta contro il Muro che divideva Berlino, e tutta l’Europa, in due. Avevano lasciato la DDR nel 1986 e da allora non gli era più stato permesso visitare né amici né parenti. Fino a quel momento avevano condotto una vita indipendente con rispetto alla realtà in cui si trovavano immersi, fortemente congestionata e condizionata dal militarismo. Ma quando le tensioni ad est iniziarono ad aumentare, decisero di dare il loro contributo alla causa, affinché la distruzione della cortina di ferro avvenisse in tempi brevi. «Eravamo d’accordo sul fatto che volessimo causare quanto più danno possibile alla struttura. Giunti sul posto, preparammo le bottiglie e intraprendemmo la nostra eroica impresa. Dopo che queste “bombe a petrolio”  esplosero con successo, non tardarono ad arrivare le truppe di confine. Una delle guardie prese la mira e puntò la sua pistola dritto verso di noi. Fortunatamente uno dei colleghi gli spinse il braccio verso il basso, scongiurando il peggio», afferma Andreas. «Nonostante ciò, non ci siamo lasciati intimorire e, due mesi dopo il primo attacco, ne organizzammo un altro. In quella occasione decidemmo dare alle truppe di frontiera l’avvertimento che stavamo per compiere un gesto estremamente pericoloso e che se non avessero abbandonato immediatamente la torre di controllo, la loro incolumità ne avrebbe risentito. A nostra grande sorpresa, fuggirono all’istante. Il nostro gesto di ribellione non era infatti rivolto alle truppe del confine orientale, l’obiettivo era colpire l’attenzione di tutta la zona abitativa nel centro della città, per risvegliare gli animi e le coscienze su quanto stava accadendo». L’estate scivolò presto nell’autunno e gli abitanti della Germania dell’Est iniziarono a tracimare dalla zona rossa. Decine di migliaia di richieste d’asilo raggiungevano ogni giorno l’Ambasciata della Germania dell’Ovest, specialmente dopo che l’Ungheria aprì i suoi confini con l’Austria. Gorbachev sollecitò la ex-DDR a riformarsi, ma lo Stato reprimeva le enormi ondate di protesta con cannonate d’acqua, manganelli e arresti di massa. «Il nostro gesto era mirato a lanciare un messaggio chiaro ed esplicito alla Germania dell’Est, affinché cessasse le violenze. Volevamo raggiungere il maggior numero di persone possibile. Procedemmo a volto coperto, per rimanere nell’anonimato. Essere identificati avrebbe significato mettere in pericolo la nostra famiglia che ancora si trovava nella Berlino Est. Abbiamo corso dei rischi, voi cosa avreste fatto per la pace?». I due giovani fratelli riuscirono nell’intento di scalare il recinto del Muro ed appesero un telo con sopra riposte le seguenti parole: «Freieit und Demokratie fur die DDR, Stoppt den Stasi-terror», ovvero “libertà e democrazia per la Repubblica Democratica Tedesca, fermiamo il terrore del Ministero per la Sicurezza di Stato”. Nella Germania dell’Est, il punto di ritorno era ormai inevitabile e i manifestanti straripavano e affollavano tutte le strade. Di lì a poco il Muro avrebbe iniziato a crollare. Le guardie di confine che avevano l’ordine di sparare a vista su chiunque tentasse di lasciare il confine est, rimasero impotenti di fronte a un numero così incontrollabile di persone. «I primi cittadini della Germania dell’est che oltrepassarono il confine, furono pervasi da un senso di contentezza indescrivibile e noi non potevamo che restare a guardare quelle scene, ammirando il muro cadere a pezzi sotto ai nostri occhi». L’indomani del 9 novembre 1989, Raik prese la sua telecamera e registrò i festeggiamenti a Potsdamer Platz, esattamente nel luogo in cui, lui e il fratello Andreas, si ricongiunsero con la madre, le sorelle e i nipoti. Era la fine della Guerra Fredda e la Germania si sarebbe riunificata ufficialmente l’anno seguente, in data 3 ottobre 1990.

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Immagine di copertina: Fumetto Muro, © screenshot da youtube