Chris Gueffroy, la triste storia del ventenne ultima vittima del Muro di Berlino
Chris Gueffroy fu l’ultimo ragazzo a cercare di scappare nella Berlino Ovest e a rimanere vittima di un agente dell’Est
Chris Gueffroy fu l’ultimo ragazzo, secondo il Chronik der Mauer, a provare ad attraversare il Muro e a rimanere vittima. Nacque il 21 giugno 1968 a Pasewalk e si trasferì a soli 5 anni nella parte Est di Berlino. Dotato di grandi doti ginniche, frequentò la scuola per giovani sportivi SC Dynamo Berlin. In seguito, sentendosi stretto nella routine da reggimento militare, abbandonò la possibile carriera come ufficiale nell’esercito. Nella parte Est non c’erano molte altre alternative e il Governo gli vietò una possibile educazione universitaria. Così tramontarono i suoi sogni di diventare attore o pilota. Trovò comunque lavoro in aeroporto, ma in un ristorante e come cameriere. A 20 anni inziò a capire che la sua vita non sarebbe mai potuta cambiare, così con l’amico Christian G. decise di provare a lasciare la Germania dell’Est.
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I piani errati dei due giovani fuggitivi e la mancata libertà
I due ragazzi sentirono da voci di amici che l’ordine di sparare ai fuggitivi al confine era stato revocato e approfittarono della visita del primo ministro svedese nella Berlino Est per organizzare la loro fuga. Quello che non sapevano era che l’ordine non era ancora stato revocato e il primo ministro svedese aveva già lasciato Berlino. Il 5 febbraio 1989 lasciarono l’appartamento condiviso e alle 21 si avvicinarono al confine. Alle famiglie raccontarono che sarebbero andati in vacanza per alcuni giorni a Praga. Alle 22.30 raggiunsero il parco “Harmonie”, nel distretto di Treptow, nell’allora Berlino Est. I due ragazzi, grazie al fisico prestante e atletico, riuscirono ad aiutarsi l’un l’altro e ad arrampicarsi sulla parte anteriore del Muro alto più di tre metri, senza farsi notare. Ma quando superarono la prima parte del Muro scattò l’allarme, sia acustica che visiva. I due uomini corsero disperatamente verso l’ultimo ostacolo, la parte posteriore del Muro, ma un soldato appostato a circa 40 metri da Chris Gueffroy, li colpì e sparò dritto al cuore a Chris Gueffroy che morì in pochi minuti.
Un assassinio passato per “tragico incidente”
Christain G riuscì a sopravvivere e venne condannato nel maggio 1989 a tre anni di prigionia per “aver tentato illegalmente di attraversare il confine”. La Germania dell’Ovest pagò il riscatto e il giovane riuscì a raggiungere l’altra parte di Berlino. Molti residenti, sia nell’Est che nell’Ovest , quella notte sentirono gli spari. Un testimone della Berlino Ovest riportò alla polizia che sentì almeno 10 spari e vide due uomini che venivano portati via, uno senza vita. Nei giorni successivi i giornali di Berlino Ovest riportarono la notizia del fallimentare tentativo di scappare dei due ragazzi, mentre la stampa dell’Est cercò in tutti i modi di nascondere l’accaduto. Alla madre di Chris Gueffroy, come a tutti, la polizia dell’Est raccontò che il ragazzo morì per un “tragico incidente”, raccontò anche che cercarono di aiutarlo, quando invece il giovane non ricevette alcuna cura medica.
Berlino dell’Est, un paese costruito sulle menzogne e la difficile sentenza a Germania riunificata
Il 23 febbraio 1989 Chris Gueffroy venne seppellito a Baumschulenweg Cementery a Treptow, tra la compassione generale di più di 100 persone. La Germania dell’Est cercò di mantenere segreta la tragica storia, ma all’evento presenziarono anche alcuni corrispondenti dell’Ovest che raccontarono poi la notizia su diversi giornali. Il fatto che la sua morte venisse ancora vista come un “tragico incidente” durante il sermone del funerale venne descritto come una dimostrazione carica di vergogna di come la Germania dell’Est vivesse di bugie. Il 27 maggio 1991, a Germania riunificata, venne riaperto il caso. Ingo H., l’uomo armato che sparò a Chris Gueffroy, fu dichiarato colpevole di omicidio colposo e condannato a tre anni e mezzo di prigione. Era difficile emanare una giusta sentenza poiché le guardie “erano fino a un certo punto vittime stesse del regime”. L’agente fu quindi assolto a causa di “insufficienti evidenze di intenzione a uccidere” e la morte di Chris Gueffroy fu mai davvero rivendicata.
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Immagine di copertina: Muro di Berlino, Foto di © Abram Tomasi