Berlino, ecco cosa ci sarà al posto del leggendario Tacheles nel 2023
A Berlino il Neues Stadtquartier prende il posto dell’affezionato Tacheles
Nel 2023 il leggendario Kulturhaus Tacheles, il centro sociale e culturale simbolo della Berlino cosmopolita, sarà ufficialmente rimpiazzato da Neues Stadtquartier, un complesso di dieci edifici dall’estensione di 25.000 metri quadrati. Il sito sarà occupato da edifici residenziali o destinati a divenire uffici. Ovviamente non sarà accessibile a tutte le tasche, come ha già preannunciato l’architetto Sebastian Klatt. La costruzione della struttura è già partita e sarà pronta tra 4 anni, secondo i progetti stimati. A discapito della scena culturale storica del sito, si dirama la cosiddetta “gentrification” che propone un cambiamento dell’assetto urbanistico e sociale preposto ad un ambiente tradizionalmente popolare.
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Cosa ne sarà del Tacheles
Una sorta di malinconia scaturisce dal pensiero rivolto al nome Tacheles che ha segnato irrevocabilmente la storia della capitale tedesca. Un’idea nata da un gruppo di giovani residenti vuole trasferire il caro Tacheles nella zona aeroportuale di Tempelhof. Si tratta, infatti, di una zona ormai abbandonata dal futuro incerto. Al progetto Tempelhof Projekt GmbH è affidata la gestione dello spazio che ha assegnato la sede alla polizia e ad un’università privata.
Breve storia del Tacheles
Per chi conosce Berlino da poco la parola “Tacheles” non comunica granché. Si tratta di un grosso edificio nel cuore del Mitte, tra Friedrichstraße e Oranienburger Straße. Presenta uno stile che varia dal tardo gotico al neorinascimentale. Ma cos’è esattamente? Nato dall’ambizioso desiderio dell’imprenditore tedesco Otto Markiewicz di costruire una galleria commerciale di risonanza europea, il Tacheles ha mostrato svariate trasformazioni. Dapprima luogo di vendita e assistenza tecnica degli elettrodomestici della società AEG, il centro divenne sede del Comando centrale delle SS nonché di detenzione di prigionieri di guerra e dissidenti politici, sotto il regime nazista. A pochi mesi dalla caduta del Muro, a causa del pesante stato di degrado dei suoi ruderi, ne fu pianificata la completa demolizione nell’aprile del 1990. La distruzione non ottenne buon fine poiché pochi mesi prima l’intera struttura fu occupata dal primo collettivo di artisti che la battezzò con il nome di “Tacheles”, che in yiddish significa “parlare in modo schietto”.
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